Le scelte sbagliate

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CAPITOLO VI 

Le scelte sbagliate


Non aveva chiuso occhio per tutta la notte.Passato e futuro si amalgamavano nella sua mente creando una miscela che la rese insonne e finì anche per renderla uno straccio.Quando si specchiò vide che aveva delle occhiaie terribili che stazionavano sotto i suoi occhi. Avrebbe voluto chiamare al lavoro per dire che non sarebbe andata. Ma  aveva un compito molto importante da portare a termine. Per cui si armò di coraggio e si decise ad uscire dalla sua stanza anche se avrebbe voluto tirare su un muro che la potesse dividere da tutto e tutti.In cucina c'era sua madre che le aveva già preparato la colazione."Buongiorno mamma, scusa ma non ho davvero voglia di mangiare nulla, prendo solo un caffè e poi un analgesico, ho la testa che mi sta scoppiando".Giulia guardò sua figlia, era in uno stato pessimo, era tempo che non la vedeva così e conoscendola sapeva che in quei momenti non voleva parlare con nessuno, quindi cercò di farle qualche domanda restando sul vago "Va bene tesoro, se non ti senti bene resta a casa, sei bianca come un lenzuolo. Forse ti ha fatto male qualcosa che hai mangiato ieri sera?".Avrebbe voluto parlare con sua madre e confessarle la stupidaggine che stava per fare, ma non ne ebbe né il coraggio né la voglia di farlo " No mà, oggi devo andare per forza, non posso mancare. Senti io ora vado a farmi una passeggiata, poi torno a casa e mi preparo per andare al lavoro." Detto questo bevve il caffè, prese l'analgesico che sua madre le aveva messo sul tavolo ed uscì di casa.Mentre camminava per strada cercava di distrarsi guardando in giro. Spesso di chiedeva se le persone facevano finta di essere tanto indaffarate e frenetiche per evitare di pensare ai propri problemi. Chissà se un giorno sarebbe stata come loro...o meglio se ci sarebbe mai riuscita. Decise di andare da Titty, magari con lei riusciva a lasciarsi andare e raccontare la notte appena trascorsa. Quando arrivò al negozio dei genitori, le dissero che Titty era rientrata molto tardi e stava ancora dormendo quando erano usciti di casa, però se voleva poteva andare a svegliarla. Suonò il citofono tre volte e quando stava per desistere ed andarsene, sentì la voce assonnata di Titty "Chi è?"."Aprimi brutta vampira che non sei altro...ormai facciamo le ore piccolissime eh?!".Quando la porta di casa si aprì, Lisa trovò davanti a se un sorriso a ventimila denti "Ehi cosa è successo? Io ti butto giù dal letto e tu invece di insultarmi come fai di solito, mi accogli con un sorriso da vincitore di un Oscar?".Titty si ricompose "Il mio sarà anche un sorriso da Oscar, ma la tua faccia invece da cosa è? Sembri una che è stata investita da un tir...è successo qualcosa, ma non riesco a capire cosa, dato che ieri sera ti ho vista davvero in sintonia con Ale ed era davvero molto tempo che non ti vedevo così".Lisa si buttò di peso sul divano ed iniziò il racconto senza tralasciare alcun particolare. Aveva proprio bisogno di sfogarsi, se ne rese conto quando, dopo aver finito di parlare, si sentiva più leggera."Ma tu mi lasci davvero senza parole...cioè tu vuoi farti sfuggire quel pezzo d'oro puro perché hai paura che possa essere come Damiano? Lisa davvero non ci stai con la testa. E poi se fai così davvero ti conviene farti monaca di clausura. Io capisco che hai sofferto, so anche quanto hai sofferto ma se non ti butti di nuovo non potrai mai sapere quello che ti aspetta. Vacci piano, pondera bene tutti i suoi atteggiamenti e le parole che ti dice, ma non precluderti questa occasione, perché potrebbe esser quella giusta."" Si hai ragione, ma ora io non mi sento in grado di affrontare nulla. Non capisci, nello stato in cui mi trovo, starei a pesare tutto quello che fa, che dice e addirittura quello che non fa...diciamo che ho bisogno di un periodo di riabilitazione e lui non è la persona giusta per farlo. Titty lui mi piace davvero tantissimo, te ne sarai resa conto ieri sera e quindi non riuscirei ad essere distaccata. Ti prego dimmi che capisci quello che intendo dire, perché a tratti mi sento come una scema che farfuglia cose senza senso." La guardò come un condannato che aspetta di ricevere l'amnistia."In effetti il tuo discorso non fa una piega....solo che io sono del parere che se si cade dalla bici è meglio risalirci subito, ma senza montare i ruotini....altrimenti si rischia di non imparare più ad andare per bene in bici. Lisa lo sai che qualsiasi cosa tu deciderai di fare, io sarò vicino a te per gioire o per sorreggerti, per cui fai quello che ti rende più tranquilla...ognuno ha i suoi tempi e tu sai quali sono i tuoi". E dicendo questo si buttò sul divano sopra l'amica. Tutte e due scoppiarono a ridere come due bambine."Ma quanto sei matta? Bah non devo più chiedermelo...comunque parliamo un po' di te. Cos'era quel sorriso quando mi hai aperto la porta?"."Secondo te cosa vuol dire quando una ragazza ha quel sorriso stampato in faccia? So che tu ormai hai raggiunto la pace dei sensi...ma so che qualche reminescenza la conservi".Lisa fece una linguaccia. "Ma brutta faccia come il posto dove non batte il sole...dunque avete dato sfogo ai vostri istinti primordiali eh. Dai racconta tutto con dovizia di particolari e cerca di fare in fretta perché tra dieci minuti devo tornare a casa che poi devo andare al lavoro".Titty raccontò tutto, dal viaggio senza sapere dove la stesse portando, ai petali di rosa, alle candele e quello che più colpì Lisa fu il sentirle dire che aveva provato emozioni mai sentite e che le era sembrato come se facesse l'amore per la prima volta."Lei è evidentemente innamorata signorina" Lisa la guardò facendo finta di essere seria e professionale."Si, confesso, sono innamorata...e sono sicura che anche per lui sia la stessa cosa". Sul viso di Titty ricomparve quel sorriso scintillante."Si ne sono sicura e sono felicissima per voi. Ora scappo. Titty grazie....La decisione la prenderò io, ma già il potermi essere sfogata mi fa stare meglio. Ci sentiamo stasera. Ti voglio bene".Si abbracciarono strette strette come per confermare quell'unione speciale.

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