Non è tutto oro

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CAPITOLO VIII

Non è tutto oro....


Quando si svegliò si ritrovò stretta tra le braccia di Alessandro. Che sensazione strana. Era trascorso tanto tempo dall'ultima volta in cui si era trovata in quella situazione. Eppure non ricordava di essersi sentita così felice e protetta. Della sera precedente ricordava solo che in un momento di lucidità era riuscita a mandare un sms a sua madre per avvertirla che avrebbe dormito fuori. Per il resto i suoi ricordi erano come avvolti da una nuvola di sogno. Si voltò a guardare Alessandro che dormiva. Era così bello e sensuale...e vederlo dormire lo rendeva tenero. Guardò l'orologio, tra due ore dovevano essere al lavoro e lei sarebbe dovuta passare a casa per cambiarsi. Già le voci al lavoro circolavano in modo incontrollabile, figurarsi poi cosa sarebbe potuto accadere se l'avessero vista arrivare con lo stesso vestito della sera prima.Iniziò a dare tanti piccoli baci ad Alessandro. Lui all'inizio fece qualche smorfia, poi iniziò a ricambiare e quando si decise ad aprire gli occhi sorrise felice "Che bello trovarti qui accanto a me...non sai quante volte l'ho desiderato"."Hai visto?! Ogni tanto i desideri si avverano. Mi spiace però fare da guastafeste, ma che ne diresti di alzarci e fare colazione? Io tra poco devo andare, anche perché devo necessariamente passare a casa per cambiarmi"."Insomma neanche mi dai l'opportunità di godere di questo momento...E va bene, alziamoci...Ma se oggi non andassimo al lavoro?" era stupefatto di aver detto una cosa del genere."Proprio tu mi dici questo?! Se ti devo rispondere da Lisa ad Alessandro ti posso anche dire di si, anzi peccato non averci pensato prima, ma se ti devo rispondere da lavoratrice a capo, non posso lasciare che tu ti faccia trascinare sulla cattiva strada" sorrise e gli diede un bacio sulla punta del naso "Per cui alzati e fammi vedere dove posso trovare caffè e biscotti".Fecero colazione velocemente e poi Lisa si avviò verso la porta seguita da Alessandro che la teneva per mano."Devi proprio andare ora? Non puoi fermarti  un'altra mezz'ora"."No mi spiace tesoro, ma non vorrei fare tardi al lavoro, sai il mio capo è uno che rompe e non vorrei si facesse un'idea sbagliata di me".Con uno sguardo malizioso Alessandro l'abbracciò "Dopo la notte appena trascorsa non credo tu possa farmi cambiare idea su di te. Dai ti lascio andare, tanto tra un'ora ci vediamo al lavoro".Quando la porta si chiuse, restarono con le spalle verso la porta, fermi come ad assaporare quel momento. Erano felici e si sentivano come se avessero iniziato a vivere da quella notte.


Quando Titty si svegliò trovò la colazione pronta in tavola. Andò in cucina e vide Mirko che era intento a finire di preparare i cornetti ripieni di panna."Mmm non è male come risveglio...ci vorrebbe in realtà tutte le mattine. Vieni qui che ti meriti un bel bacio"."Ecco anche questo non è male come post risveglio. Prima stavo pensando di dire a mio padre se per lui va bene di vederci tra una decina di giorni a cena. Tu hai impegni?".Il volto di Titty si illuminò "Assolutamente nessun impegno, che bello, allora conoscerò davvero mio suocero e finalmente entrerò a far parte della famiglia a tutti gli effetti"."Si si...ma ti voglio mettere in guardia su alcune cose. Mio padre è un tipo abbastanza inflessibile, e già il fatto che abbia accettato di conoscerti, per lui è davvero una concessione senza pari. Aspettati perciò battutine e ramanzine in base alle quali tu dovrai essere pronta ad affrontare una vita da donna impegnata....Ma tu ti senti pronta ad affrontare una vita del genere? Una vita in cui non hai orari e non hai tranquillità...e soprattutto dove dovrai darmi ampia libertà di movimento?" guardò Titty con una faccia estremamente seria.Era troppo eccitata da tutta la situazione per poter ragionare freddamente e non valutò con la giusta serietà la domanda rivoltale "Ma certo! Io ti amo e quindi voglio esserti a fianco in qualsiasi situazione. Lo so che sarà una vita diversa rispetto alla norma, ma non mi interessa, voglio essere partecipe al cento per cento".Mirko non era convinto da questa risposta, ma in fin dei conti non poteva certo pretendere che Titty fosse pronta o sapesse quello che davvero l'aspettava. Di una sola cosa era certo, il loro amore era grande e per questo sarebbero stati in grado si superare qualsiasi difficoltà gli si sarebbe presentata davanti "Bene amore mio, allora non appena torniamo a Roma chiederò a mio padre quando è libero, in modo da organizzare la cena".Si sedettero a tavola e fecero colazione in silenzio, ognuno assorto nei propri pensieri.

Il dolore del NienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora