{Capitolo 17: è la solitudine}

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Venticinque dicembre duemilacinque, natale. Takemichi è seduto su una panchina in un parco mentre aspetta Hina. La mattina stessa ha incontrato il padre della ragazza, il quale lo ha pregato di lasciare sua figlia per il suo bene.

Micchy ancora non riesce a credere che stia per fare questa grande sciocchezza, ma per il bene di Hinata questo ed altro.

Appena la ragazza si siede accanto al biondo, lui sputa il rospo immediatamente.

"Hina senti, noi non possiamo più vederci...ti sto, si ti sto lasciando"

Un nodo in gola stringe la trachea della ragazza che si è truccata per apparire più carina in quel giorno speciale. Lei si alza di scatto prendendo Takemichi per il collo e facendolo stendere in terra. Gli tira poi un pugno sul naso, che prende a sanguinare.

"Hanagaki Takemichi io ti odio! Dimmi perché mi stai lasciando! C'entra per caso Yuriko!?"

Micchy sgrana gli occhi, non vuole far ricadere la colpa sulla sua amica, ma un pretesto valido deve pur trovarlo.

"Si...lei, lei mi piace più di te"

Hina si alza, gira i tacchi e va' via. Takemichi intanto, corre lacrimare verso casa Momoshiki.

Anche se fanno meno di quindici gradi centigradi, Yuriko è in pantaloncini e felpone, con i riscaldamenti accesi, che ascolta con le sue cuffie la musica ad alto volume, mentre mangia uno yogurt all'albicocca.

"I NEED A PARTENER! OHH~ WELL ARE YOU OUT TONIGHT!"

Ma il suo canto a dir poco stonato come un campana, viene interrotto dal campanello della porta.

Scalza, corre ad aprire, trovando il suo migliore amico che piange. Micchy appena la vede, le si piomba addosso facendola cadere all'indietro.

"Yuri! Yuri per favore! Yuri ti prego tu non mi abbandonare! Yuri ti scongiuro!"

Il biondo piange come un bambino mentre la piccoletta è stesa in terra sotto di lui sconvolta. Lo guarda mentre dai suoi meravigliosi occhi azzurri colano lacrime di tristezza e disperazione.

"Micchy alzati...calmati un po' e raccontami cosa è sucesso"

Lo fa alzare e lo porta sul divano. Gli offre un bicchiere d'acqua e un fazzoletto, poi si accomoda accanto a lui e lo ascolta con attenzione.

"Il padre di Hina, questa mattina prima del nostro incontro, mi ha detto di lasciarla...ed io come uno stupido ho pensato che questo l'avrebbe fatta restare lontana dalla Toman e dai suoi problemi...lei però adesso mi odia, e per inventare una scusa plausibile per la rottura...ti ho incolpata"

Yuriko segue il monologo di Takemichi con attenzione, fino a che non arriva all'ultima parte del racconto. Lei, furiosa, gli tira un schiaffo e poi lo abbraccia.

"Hai fatto la cosa giusta per lei...se vogliamo salvarla, dovremo prenderne le distanze. Non sentirti in colpa, ti prometto che riusciremo a farla sopravvivere"

Takemichi si lascia trasportare dal calore delle esili braccia di Yuriko, che nel frattempo resta in silenzio a guardare il vuoto.

"Forza, ora va' a casa, questa sera metteremo in atto il piano di Kisaki"

Anche se restia nel seguire il piano ideato sul momento da uno psicopatico manipolatore, Yuriko, ora più che mai, vuole evitare la morte di Hina per riuscire ad aiutare il suo migliore amico.

Così, verso le dieci di sera, inizia a indossare la sua uniforme della Toman, compresa di stivali a dir poco pesanti e non molto comodi.

Si dirige verso il ponte che collega Shibuya e Shinjuku, dove intravede la figura di Hanma, che spicca tra le due figure più basse di Chifuyu e Kisaki.

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