APOLLO E GIACINTO (AU)

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storia di @iwantbluefood

Le braccia forti di Apollo circondavano il corpo muscoloso di Giacinto.

Apollo si era svegliato presto quella mattina e era rimasto ad osservare il ragazzo dalla pelle ambrata anche stringeva al petto: i suoi capelli ricci gli solleticavano il collo ma lui, per paura di svegliarlo, non osava spostarglieli.

Per Apollo al mondo c'erano solo loro due in quel momento. C'erano solo loro due, nella loro camera da letto dai muri color caffelatte, sdraiati nell'enorme letto l'uno nelle braccia dell'altro.

Lentamente anche Giacinto si era svegliato, sorridendo quando aveva sentito il corpo del suo ragazzo premuto contro la sua schiena, sotto le coperte.

Il suo ragazzo. Ancora non riusciva a credere che una persona tanto bella e buona potesse ricambiare il suo amore. Un amore tenuto nascosto per anni, perché era sicuro che un ragazzo come Apollo non avrebbe mai notato uno come lui.

Quello che non sapeva era che Apollo aveva sempre guardato Giacinto da lontano, sperando, desiderando, di poter descrivere quel ragazzo come suo e solo dopo due lunghi anni di picnic sotto le stelle, di passeggiate lungo le spiagge affollate della California, di uscite al cinema dove dividevano una confezione gigante di popcorn, si erano scambiati il loro primo vero bacio. Non quei bacetti innocui schioccati sulle guance che si divertivano a darsi per far arrossire l'altro. No, un bacio di quelli veri: labbra contro labbra, petto contro petto e cuori che battevano all'unisono. Il bacio era durato davvero poco. Apollo aveva contato i secondi: due. Le loro labbra erano state in contatto per due stupendi secondi ma a nessuno era bastato.

Si erano guardati negli occhi per qualche istante prima che le loro labbra si fossero scontrate ancora in uno di quei dolci e delicati baci che entrambi amavano tanto scambiarsi.

Entrambi i ragazzi stavano pensando a quel giorno quando Giacinto, interrompendo i loro pensieri, si era girato verso Apollo per ammirarlo nella prima luce del giorno che passava attraverso la finestra, illuminandogli il volto e facendo risplendere di luce propria i suoi bellissimi occhi verdi.

Sì. Giacinto decisamente non credeva possibile che quella divinità scesa in terra fosse il suo ragazzo. Tutto era troppo perfetto per essere vero.

<< Come ho fatto? >> gli aveva chiesto.

<< Come hai fatto a fare cosa? >> gli aveva risposto Apollo, accarezzandogli la schiena e lasciando tanti dolci baci sulla sua spalla.

Giacinto, ancora dopo cinque anni, rabbrividiva a tutti quei dolci gesti che il suo ragazzo riservava solamente a lui.

<< Come ho fatto ad attirare la tua attenzione e come fai tu invece ad aver notato proprio me tra tutte le persone, presenti quel giorno. >>

<< Hai attirato la mia attenzione, quel girono alla mostra, perché tra tutti i pezzi arte che c'erano in quella stanza, per me, >> gli aveva detto dolcemente Apollo, alzandogli il mento con due dita in modo che i suoi occhi verdi potessero fondersi con quelli color cioccolato del ragazzo che aveva accoccolato sul petto, << tu eri quello più bello. >> aveva concluso lasciandogli un bacio sul naso, facendo ridere Giacinto.

<< Non ti merito. >>

<< Non mi stancherò mai di dirti che tu meriti questo amore ma anche molto più di quello che posso offrirti. >>

<< Tu mi rendi felice amore mio, non potrei chiedere di più. Tu mi rendi felice e neanche te ne rendi contro. >> gli aveva detto Giacinto baciandogli, tra una parola e l'altra, ogni centimetro di pelle che riusciva a raggiungere con le sue labbra, partendo dal petto fino ad arrivare alle belle labbra rosse di Apollo.

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