Ci salutiamo ed entriamo in macchina.
"Spero che il mio amico non ti sia sembrato troppo ambiguo, di solito non è così. " Mi dice accennando un sorriso.
"No, vabbe non fa niente. Ma chi è Isabella?" Chiedo curiosa.
"Isabella era sua sorella, è morta un anno fa, l'avevano trovata sanguinante nel bosco morsa da un animale, supponevano un orso, ma il giorno dopo il suo corpo scomparve. Lui ci teneva molto, è un anno che non lo vedo veramente felice, spero che la tua amica riesci a farlo sorridere." Mi dice con malinconia, dal tono di voce deduco che la conosceva.
"Ah...mi dispiace."
"Comunque, dove ti porto bellissima?" Mi chiede.
"Non lo so fai tu." Gli dico prontamente con un sorriso malizioso.
"Beh...forse un'idea ce l'avrei." Mi dice ricambiando un sorrisetto.
"Dove?"
"Sorpresa."
"Dai dimmelo, adesso mi fai rimanere col dubbio." Lo supplico.
"Inutile non mi incanti." Mi dice.
Dopo un'oretta arriviamo, non capisco perché mi abbia portato in un bosco, il tempo che penso non mi accorgo che mi sta aprendo lo sportello come un gentiluomo e mi sta porgendo la sua mano per aiutarmi ad uscire.
Lo ringrazio e lo seguo inondandolo di domande. Lo stesso fanno Luke e Deborah dietro noi.
"Ecco arrivati." Esclama.
"Dove? Qui non c'è niente." Gli dico.
"Guardiamo un pó le stelle, vieni." Mi dice sedendosi sul prato e porgendomi la mano.
"Okay." Dico ancora un po perplessa.
Mi tira per i fianchi e mi posiziona di fianco a lui con il suo braccio dietro la mia schiena.
Non avrei mai pensato che fosse cosi bella una cosa cosi semplice, una semplice osservazione di stelle, la natura più profonda e poi noi, soli. È perfetto.
Il tempo passa velocemente tra le sue braccia, la cosa più brutta è che il mio viso è vicino al suo collo, il mio respiro diventa sempre più forte, ma resisto, io devo resistere. Sento di non potercela fare a lungo cosi gli chiedo di andare via, dopotutto sono gia 2 ore che siamo li.
"Ehi, mica ti dispiace se andiamo, sono un po stanca." Gli dico finalmente.
"Si, certo vieni." Si alza e mi aiuta a fare lo stesso.
Mentre mi alzo non mi accorgo che c'è un pezzo di legno proprio accanto a me, lo sfioro.
Un bruciore percorre tutto il mio corpo noto che il mio braccio è diventato rosso e una goccia di sangue vampiro sta scendendo dalla mano.
"Ahi." Urlo.
"Cosa è successo?" Accorre a me preoccupato.
"Niente, una scheggia." Mento.
"Vieni qui, dovrei avere un cerotto in macchina lo seguo, ma vedo che la ferita si sta già cicatrizzando.
"Sembrava più grave." Mi dice.
" No, ti ho detto che era solo una piccola scheggia." Sostengo la mia tesi.
Dolcemente mi posiziona il cerotto sulla mia pelle, in un attimo siamo pericolosamente vicini, lui si sporta, cerca di baciarmi. La sua vicinanza mi agita, sento il suo cuore battere, l'odore del suo sangue, mi sposto imbarazzata, non riesco a baciarlo ho paura di morderlo, non me lo perdonerei mai.
"Scusa...ehm..io...non volevo correre." Cerca di scusarsi.
"Stai tranquillo...non mi sento ancora pronta."
Il tragitto verso casa prosegue in silenzio, la tensione si è alzata tra di noi.
Arrivati in albergo, come sempre mi viene ad aprire lo sportello, lo saluto con i tradizionali baci sulla guancia, cominciò ad essere nervosa stando vicino a lui, ma per fortuna tutto finisce velocemente e mi ritrovo tranquilla nella mia stanza.
"Ehi com'è andata l'uscita con quel ragazzo? Ringraziami senza di me non ci saresti mai uscita." Chiedo a Deborah volgendole un sorrisetto malizioso.
"Non mi scocciare." Mi risponde seccata.
"Dai so che ti piace si notava da come lo guardavi." Le dico spingendole lievemente il braccio.
"Smettila." Comincia ad alzare il tono della voce.
"Dai che non ti ho detto niente."
"Tu quel ragazzo non lo vedi più."
Il solo sentire quella frase mi ha spezzato il cuore, ma come puo dirmi cosa fare.
"Tu non puoi dirmi cosa fare."Comincio ad alzare la voce, è la prima volta che lo faccio con lei.
"Invece si, tu sei una mia allieva e fai ciò che ti dico." Lei alza la voce più di me, stiamo letteralmente degenerando.
"Io non faccio proprio niente." Ho un nodo in gola, devo trattenermi dal piangere.
"Sai cosa, vattene! Sei pronta io non ti servo più." Ma cosa gli ho detto per farla arrabbiare così tanto.
"Me ne sarei andata lo stesso." Mento, ma sono troppo orgogliosa per dire il contrario.
"Ciao." Mi dice fredda come se non le importasse di niente.
"Ciao." Le dico sfoderando solo orgoglio dato che il mio cuore e la mia testa si preoccupano su dove potessi andare. Mi accascio fuori alla porta della camera sono le 5:00 di notte non troverò mai un posto che mi ospitì.
POV'S DEBORAH.
La sento, è dietro la porta, del resto non penso che a quest'ora trovi un alloggio, non riesco ad avere questo peso sulla coscienza e prima che me ne renda conto i miei piedi camminano verso la porta.
"Entra, muoviti." Le dico cercando di mantenere quel pó di orgoglio che mi rimane.
"Tu non mi dici cosa fare." Mi risponde secca, riesco a capire dai suoi occhi gonfi che ha pianto. Sono un mostro.
"Non hai un posto dove andare, quindi ti conviene entrare dentro." Le dico addolcendo un pò il mio tono.
"E secondo te perché non ho un posto dove andare, perché tu non hai avuto una briciola di riguardo per me, mi hai cancellato la memoria come se non te ne fregasse niente, ed è fottutamente logico il fatto che io non sappia dove andare. Non ho una famiglia o meglio non so chi sia. E la colpa è soltanto la tua." Sta piangendo, mi sento un verme, gli ho rovinato la vita.
"Questo è ciò che mi dici dopo che ti ho salvato, io potevo benissimamente bere il tuo sangue e ucciderti, invece no, ho preferito farti vivere ancora e questo è il ringraziamento." Non capisco perché penso una cosa e dico un'altra. Perché sono così fottutamente strana.
"Io sono soltanto una stupida e lo sono sempre stata da quando ho cominciato a fidarmi di te, una persona a me completamente sconosciuta, che mi ha uccisa e completamente soggiogata. Una sconosciuta che mi ha rovinato la vita." Alza la voce, è una delle poche volte che la sento farlo con me, nel frattempo piange, piange come non l'ho mai vista fare.
"Senti, scusa. Cosa devo dirti per farti entrare, ti farò porre due domande su di me e basta, poi STOP." La mia voce si calma.
"Entro, ma solo perché voglio avere almeno questa seconda vita il più chiara possibile." Mi dice calmandosi, ma mantenendo sempre quel tono arrabbiato.
Entriamo dentro.
"Come facevi a conoscermi?" Mi chiede. Non posso dirle la verità, mi è proibito.
"Sai...ehm...ogni umano ha un vampiro protettore, una sorta di angelo vampiro, io ero il tuo. Avevi una vita bruttissima, tua madre si drogava, tuo padre era un alcolizzato ed eri figlia unica, così ho pensato di farti dimenticare tutto per rendere la tua vita migliore." Mento.
"Poi, tu hai una famiglia?" Mi chiede, questa domanda mi porta indietro nel tempo, quanti rancori. Basta non voglio deprimermi.
"Beh, si. Mia madre era un'umana, mio padre un vampiro io sono nata vampiro, sono sola mio padre ha ucciso mia madre ed è scappato. Adesso basta!" Non ce la faccio più queste domande mi portano indietro nel tempo a quelli anni da dimenticare completamente.
"Avevi fratelli o sorelle?" Mi chiede senza dar conto alla mia esclamazione, nel suo tono c'è ancora rabbia.
"Adesso basta con queste domande sulla mia vita. Fatti i fatti tuoi." Comincio ad alterarmi, non so perché ma continuo a ferirla.
"Si, come tu ti sei fatta i miei. Io devo sapere tutto e per la cronaca non credo a niente di ciò che hai detto." Adesso ha superato il limite, non posso crederci che mi abbia mancato di rispetto così sfacciatamente. Dannato orgoglio.
"Basta! Esci non ce la faccio più a guardarti." Urlo.
POV'S BELLE.
Il mondo mi si è fermato in quello stupido periodo.
Le lacrime escono, adesso dove vado?
"Tu non ce la fai a guardarmi? Tu? Io non ti ho fatto niente mentre tu mi hai rovinato la vita." Urlo ancora più forte di lei e senza proferire più parola esco da quella stupida camera.
Dove vado? Forse ho un'idea potrei andare da Vincenzo.
Corro verso casa sua, in un attimo sono lì.
Busso, lui mi viene ad aprire sono sicura di avere ancora gli occhi gonfi e sto piangendo.
Come apre, i suoi bellissimi occhi sfiorano i miei, lo abbraccio piangendo e lui mi accoglie nelle sue confortevoli braccia. Chiude la porta con un braccio mentre con l'altro mi abbraccia.
"Piccola, cosa è successo per essere ridotta così?" Mi chiede visibilmente preoccupato.
"Ho litigato con Deborah, lei è la mia unica famiglia. Non so dove andare." Mi libero da quel mattone che mi sovvrastava.
"Stai tranquilla, resta qui." Mi rassicura, nel frattempo ci sediamo sul divano.
La tensione tra noi si alza cosi penso di rompere il ghiaccio.
"Sicuro che non creo disturbo?" Gli chiedo già sicura della sua risposta.
"Ovvio che no. Posso farti una domanda? Mi devi rispondere sinceramente però." Mi chiede e io annuisco.
"Tu sei una vampira vero?" Mi chiede. E adesso cosa faccio, non posso mica dirgli la verità, come ha fatto a scoprirlo?
SPAZIO AUTRICE.
Ehi, spero che mia storia vi stia piacendo e sopratutto vi trasmetti suspense, continuerò il prima possibile, anche perché ho due storie da portare avanti e la scuola mi sta tartassando di compiti. Fatemi sapere cosa ne pensate e votate a favore miraccomando, se avete qualche consiglio o qualche commento da fare, commentate. Grazie e crescete sempre!
Ve se ama!
#vampiregirl ♥
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The Vampire Girl.
VampireQuando riesci a vedere il mare in un paio di occhi marroni...è la fine. -Anonimo Questa è una storia al limite del fantastico caratterizzata da scene romantiche e scene d'azione. L'Amore è al centro della storia, pronto ad aiutare Belle nella sua di...