♥ Capitolo: 5 ♥

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"Tu sei una vampira vero?" Mi chiede. E adesso cosa faccio, non posso mica dirgli la verità, come ha fatto a scoprirlo?
"No, ma cosa? I vampiri non esistono." Cerco di buttarla sul sarcastico ridicolizzando la domanda.
"So che lo sei, anche se non lo vuoi ammettere. Noto come ti agiti quando ti avvicini a me o quando ho cercato di baciarti, come la tua ferita ieri sera si è subito cicatrizzata e adesso è scomparsa, come quel giorno in discoteca ti usciva del sangue dalla bocca ma non avevi segni o come in Cina hai cercato di mordermi e poi soggiogarmi, ma con me non funziona." Mi dice facendomi rimanere senza parole, come se né accorto? E quel giorno perché non ha funzionato il fatto che io l'abbia soggiogato.
"Ma cosa? Piccole coincidenze semplicemente." Mento e sicuramente si nota tantissimo.
"Quindi vuoi dirmi che il mio sangue non ti alletta?" Mi dice mostrandomi il suo collo, comincio a sentire il suo odore insistentemente, non so fin quando possa resistere.
"Ma cosa? Ahhahahaha." Continuo a prenderlo in giro anche se ha enormemente ragione.
"So che è così." Mi dice avvicinandosi sempre più a me. "Dimmelo, dimmi che non vuoi mordermi e che se mi avvicino non ti agiti...riesco a sentire il tuo respiro affannarsi." Continua.
Non riesco più a trattenermi a minuti esplodo e qui vicinissimo a me, il suo sangue così vicino, così buono. BASTA, non ci devo pensare devo resistere.
"No, ovvio che no." Mento ancora.
Si alza dal divano e si gira di spalle cercando di mettere in mostra il più possibile il suo collo.
Riesco a sentire i miei canini bucare le gengive, sicuramente i miei occhi saranno rossi devo coprirmi.
In un attimo non riesco a pensare più lucidamente, no, di nuovo no, sto perdendo il controllo.
Corro come non ho mai fatto prima, mi avvento su di lui, sento di essere forte, forte come non lo sono mai stata. Mi attacco alle sue spalle ma con una spinta mi ritrovo seduta sul divano.
Come ha fatto? Nessun umano riuscirebbe mai a vincere su un vampiro.
"Come hai fatto?" Gli chiedo con voce roca.
"Ti spiegherò tutto, adesso calmati, scusa, ho esagerato." Mi dice.
Il mio corpo brama del sangue, non riesco a trattenermi, in un minuto sono di nuovo su di lui, ma prontamente mi rispinge sul divano. La fame è così tanta che non riesco più a muovermi, tremo con gli occhi rossi e i canini che spuntano dalla bocca.
"Piccola calmati." Si siede vicino a me. Più mi è vicino, più sto male.
"Vattene, posso farti del male." Urlo.
"Io non ho paura, so che non lo faresti mai." Mi dice stranamente calmo.
"Aiuto ho fame." Urlo.
"Vai esci, io sono sempre qui quando vuoi." Mi dice.
"Non riesco a muovermi." Urlo spaventata la mia brama di sangue ha superato il limite.
"Aspetta uccido il mio coniglio, ti farò bere il suo sangue." Mi dice rassicurandomi.
Senza paura o disgusto prende un coltello e accoltella il coniglio vedo il sangue che cola dal suo corpo, mi porge vicino alla bocca quel coniglio, bevo.
È buono, anche se preferisco quello umano di gran lunga.
Adesso sto meglio dopo essermi scolata un coniglio intero.
"Come stai?" Mi chiede.
"Bene, ma se ne eri sicuro perché mi hai fatto questo?" Chiedo.
"Volevo solo che lo affermassi, ma non pensavo che avresti perso subito il controllo." Risponde.
"Adesso rispondi alle mie domande vero?" Chiedo.
"A una condizione." Mi dice con un sorriso malizioso.
"Quale?"Chiedo con ironica paura.
"Io rispondo a tutto ciò che vuoi se tu mi dai un bacio." Mi dice. Il mondo si ferma, vuole veramente un mio bacio? Lo amo.
"Rispondi sinceramente pero, ne ho fin sopra i capelli delle bugie." Dico.
"Certo, allora. Affare fatto?" Mi chiede porgendomi la mano.
"Affare fatto." Affermo afferrandola. "Perché non sono riuscita a soggiogarti quel giorno?" Chiedo visibilmente sconvolta e la prima volta che non funziona.
"Perché io sono un ibrido, metà vampiro metà umano, ho la forza di un vampiro e nessuno può soggiogarmi, ma mangio normalmente e conduco una vita normalissima." Mi dice. Non sapevo che esistessero delle vie di mezzo, secondo me è belliasimo essere come lui.
"Ma...beh...come fai a essere cosi?" Chiedo.
"Sono nato così, mia madre era umana e mio padre vampiro, io sono un ibrido, posso assicurarti che non è bello essere me."
"Secondo me è bellissimo."
"Non è bello essere diverso dalla tua famiglia, cacciato e discriminato da chi ritenevi fosse tuo padre, solo perché io non sono come loro. Sono sempre stato il figlio meno voluto, quello "diverso", poi c'era mia sorella, lei veniva accontentata sempre in tutto, lei era la figlia perfetta, la vampira, quella a cui dava tutto ciò che voleva. Solo mia madre mi aiutava, mi coccolava, ma mio padre l'ha uccisa e noi ripudiati, tanto lui era Dracula, il vampiro più forte, quello che poteva permettersi tutto, dopo mia madre ha avuto tantissime mogli, ma noi era come se non esistessimo per lui ed è tutt'ora così."
Non ci posso credere, non sapevo fosse il figlio di Dracula, la paura mi attanaglia sapere che il vampiro più forte del mondo ha litigato con la persona a cui tieni di più non è proprio il massimo.
Comincio ad indietreggiare, la paura è visibile nei miei occhi.
Vedo i suoi, invece, pieni di rabbia mentra parla con una lacrima che gli scende sul viso, ma che subito scompare pulita dalla sua mano.
"Piccola, stai tranquilla, io non sono come lui." Mi dice, ha sicuramente visto la paura nei miei occhi, mi spinge per il braccio e mi stringe al suo petto. Vorrei stare così per sempre, mi fa stare in trans, in bilico tra il sogno e la realtà, una sensazione così bella quanto surreale.
"Ma con tua sorella, vi parlate ancora?" Spero di non aver toccato un altro tasto debole.
"In realtà, no. Quando mio padre ci abbandonò io e lei litigammo, lei è come lui, identica! Mi discriminava sempre, mi faceva sentire inferiore sia come età che come essere. Non è mai stata una vera sorella per me." Lo vedo stranamente calmo, quindi penso di continuare la piccola intervista.
"Ma, io posso averla mai conosciuta tua sorella?"
"Si, la conosci." Adesso la curiosità ha preso letteralmente il controllo su di me, vado avanti.
"Come la conosco? Chi è?" Chiedo.
"Ehm...Deborah."
"Deborah è tua sorella? Oddio!" Esclamo più che sorpresa.
"Si, lo è." Mi risponde malinconico guardando il basso.
"Scusa , non volevo rattristarti."
"No, tranquilla."
"Ma se lei è tua sorella, c'è una possibilità che tu sappia chi è la mia famiglia."
"Ehm...si."
"Ma io ti amo." Urlo abbracciandolo.
"Cosa ti fa pensare che io continui a rispondere alle tue domande?" Mi chiede malizioso.
"La scommessa." Dico ricambiando il sorrisetto.
"Allora cosa vuoi sapere?" Mi chiede rassegnato.
"Tutto." Affermo.
"Allora, tu eri una ragazza normale con una vita normalissima, dei genitori che ti amavano e un fratello che ti adorava, ma sopratutto avevi un ragazzo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per te, quel ragazzo ero io, un giorno mia sorella in preda ai suoi attacchi d'ira nei miei confronti ha ben pensato di togliermi la cosa più importante che avevo nella mia vita:te. Ti morse, eri morta ed io ero disperato, quella sera eravamo usciti, sai dove eravamo? In quel bosco a guardare le stelle ecco perché sapevo che ti sarebbe piaciuto. Io mi sono allontanato un attimo e lei ne ha approfittato, io essendo più forte di lei in quanto muscoli, l'ho minacciata, disperato stavo per ucciderla quando, poi, ha ceduto nel trasformarti in un vampiro. Almeno non ti ho persa per sempre." Durante il racconto ha cominciato a piangere, adesso so perché Deborah non mi ha detto la verità, non voleva passare dalla parte di quella che mi aveva uccisa. Man mano che i minuti passano, flashback di quella sera sfiorano la mia mente.
"Tu...tu mi conoscevi, eri il mio ragazzo. Perché non mi hai detto niente appena mi hai visto, perché?" Comincio leggermente ad arrabbiarmi, ma ho i miei diritti e meritavo di sapere cosa fosse successo nella mia vita.
"Volevo avere una storia sincera con te. Non volevo vincolarti, volevo riconquistarti." Si spiega con gli occhi gonfi di pianto.
"Posso assicurarti che ce l'hai fatta." Comincio a piangere e mi fiondo tra le sue braccia.
"Calma, piccola, calma." Cerca di tranquillizzarmi.
"Tu...tu...potresti presentarmi i miei genitori e mio fratello?" Chiedo.
"Certo, ma dovrai aspettare un pó, ci serve una scusa." Mi dice ed ha ragione.
"Okay." Rispondo un pó triste.
"Adesso penso di meritarmi qualcosa..." Mi dice con il suo solito sorrisetto.
"Sai che non posso, perderei il controllo."
"Io mi odio, perché cazzo non sono nato vampiro, perché nessuno vuole trasformarmi perché?" Urla arrabbiato, non l'ho mai visto così.
"No, io ti amo così, tu sei perfetto." Dico e lo penso davvero.
"Non è vero." Urla esasperato.
"So che tu puoi vedere il mio angelo-vampiro, sai non tutta la storia che ti ha raccontato Deborah è falsa, ti prego chiedili se può mordermi." Continua.
"No sei pazzo." Urlo. "Cosa farei io per essere ancora umana e tu butti la tua umanità cosi, come se non valesse niente." Continuo, nel frattempo mi giro intorno alla ricerca del vampiro, lo trovo è li difronte a noi.
"Per me non vale niente, noto che l'hai trovato e deduco che si trovi qui difronte a noi. Ti prego angelo-vampiro trsformami." Urla. Guardo gli occhi di quel vampiro farsi rossi, i canini sbucarli dalla bocca, si sta avventando su di lui, corro lo copro con il mio corpo, ma quel vampiro non mi vede e mi morde.
Non capisco più niente, il morso mi brucia troppo, fa troppo male.
Mi gira tutto.
"Belle, Bella svegliati." Sento urlare Vincenzo.
"Chiama Deborah." Dico con le mie ultime forze sputando del sangue vampiro e addormentandomi piano piano.
SPAZIO AUTRICE.
Io penso che dovreste farmi una statua, sono riuscita ad aggiornare due giorni consecutivi, yuppyyy. Spero che il capitolo vi piaccia e che crescete smpre di più, commentate vi prego, ho bisogno di pareri, perché se la storia non piace ho pensato di cancellarla, quindi fatevi sentire e aumentate sempre più. VI AMO.
#VampireGirl

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