capitolo iv: busta paga

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Manuel si svegliò di soprassalto sentendo il telefono vibrare. Quando vide lo schermo del cellulare, lesse che erano solo le nove e mezza. Praticamente stava dormendo solo da un paio d'ore, anche se gli sembrava di essere stato addormentato in criogenesi per qualche secolo. L'occhio cadde un po' più giù e vide che ad averlo svegliato era stata una notifica da parte di Simone.

Da Simone:

Avevi detto che venivi a scuola, è successo qualcosa?

08:55

Oh, mi sto preoccupando, dove sei?

09:05

Va be', potevi avvisarmi che non venivi più.

9:15

Manuel sbuffò. Ovviamente, all'inizio Simone si era preoccupato e, ovviamente, alla fine aveva solo pensato che non volesse andare a scuola e che fosse rimasto a casa a dormire.

Di certo, Manuel non poteva pretendere di avere una reputazione migliore, dato che quello del lavativo che cercava vie losche per racimolare soldi se l'era costruita tutta da solo.

Eppure faceva male pensare che Simone, nonostante lo ascoltasse e sembrasse vederlo ― vederlo per davvero, per quello che era, non superficialmente come facevano gli altri ― non si fidava di lui.

Manuel proprio non riusciva a biasimarlo. Simone aveva ragione, aveva tutte le ragioni del mondo per pensare al peggio. Manuel era un bugiardo, si era comportato in modo strano quella mattina, era una sanguisuga che gli stava succhiando via soldi con una scusa idiota e, soprattutto, aveva superato la linea dei loro accordi.

E Manuel non era riuscito a mentire, per una volta, proprio quella volta, no? Sicuramente Simone si era accorto dello sguardo da stupido che Manuel aveva mentre lo stava osservando aprire lentamente le palpebre, svegliarsi e ricambiare lo sguardo, come uno zoologo che finalmente riesce a vedere la sua specie preferita in via d'estinzione fare qualcosa di particolarmente bello.

Simone si era semplicemente svegliato quella mattina e Manuel trovava la cosa particolarmente bella.

In quel momento, capì la sua paura di essere e di sembrare gay. Stava solo fingendo di essere etero, perché sapeva fin dall'inizio che l'interesse che provava per Simone Balestra, alto, bello, muscoloso, studioso, ricco, perfetto , non era un interesse normale.

Da Simone:

Oppure mi stavi prendendo in giro stamattina, no? Pensavo fossimo diventati amici. Mi sbagliavo. Lo vedo che stai visualizzando i messaggi.

09:33

Manuel sussultò all'arrivo della nuova notifica. Di nuovo, leggere un messaggio da parte di Simone di quel tipo fu come un pugno allo stomaco. Però Simone aveva completamente indovinato quello che aveva fatto.

Da Simone:

Se è per i soldi, stai tranquillo, me lo sono salvato il tuo conto.

09:34

Manuel rimase con le dita paralizzate. Avrebbe voluto dire a Simone che si stava sbagliando, che non aveva mentito, che semplicemente non si era sentito bene, ma avrebbe mentito di nuovo. Però voleva urlarglielo che i soldi non c'entravano niente, che lui i soldi neanche li voleva più, voleva solo tornare indietro nel tempo ed evitare che succedesse tutto quel casino. Forse avrebbe scoperto ugualmente di essere bisessuale, ma non così, non dopo aver baciato Simone quattro volte, con la voglia di baciarlo di nuovo e sempre, ma con la consapevolezza che a Simone piacesse uno . Uno chi, tra l'altro? Era all'altezza di Simone? Era bello, perfetto, intelligente come lui?

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