coda: così andò il primo appuntamento

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"Ma do' sta Simone?"

Chicca e Luna, che erano rimaste a chiacchierare anche quando Manuel aveva smesso di ascoltarle, si guardarono e si strinsero nelle spalle.

"Se non lo sai tu dove sta il tuo ragazzo, perché lo dovremmo sape' noi?" Fece Luna, guardandolo con ovvietà.

Manuel spostò il peso del corpo sull'altra gamba e sospirò. "Grazie per l'aiuto, eh."

"Ma non gli puoi manda' un messaggio? Che c'avete da fa'?" Gli domandò Chicca.

Manuel alzò gli occhi dal cielo. "Gliel'ho mandato un messaggio, te pare che non lo faccio?" Replicò infastidito. "Dovemo anda' a mangia' fuori. Cioè lui non lo sa, è il nostro primo appuntamento.

"Il primo? Che carini! Ma non state insieme già da un po' ormai?" Luna lo guardava intenerita.

Manuel non aveva mai fatto tenerezza a nessuno e dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere; invece aggrottò le sopracciglia. "No?" Rispose. "E poi in realtà all'inizio stavamo insieme per finta."

Chicca lo spintonò lievemente. "Cosa?"

"Gliel'avevo proposto io, così Laura se calmava," spiegò Manuel con naturalezza, come se avesse perfettamente senso.

"Ma quindi non m'hai lasciato perché avevi capito che te piaceva!" Chicca urlò. Non era sconvolta, ma sembrava parecchio confusa ― e vogliosa di dargli il ceffone che lui sapeva di meritare.

"Va be', se t'ho lasciato per lui due domande me le dovevo fa'," ammise, sorridendo sornione. "Infatti poi me le so' fatte e ho capito che non era poi tutto così falso."

"Guarda, te perdono solo perché siete proprio belli insieme, sennò te facevo vola'," borbottò Chicca, incrociando le braccia e sbuffando.

"A' Chi', ma non te pare 'na fanfiction? Se mettono insieme per finta e poi va a fini' che so' innamorati per davvero?" Fece Luna e Manuel si era già perso alla parola fancosa.

Chicca scoppiò a ridere. "Veramente, amo', qua tocca che ce scrivi una fanfiction ispirata a loro in qualche fandom."

"Ce la vedo già, Chi', il borghese e il poraccio."

"Io sarei il poraccio?" Si intromise Manuel con un sopracciglio alzato. "Non so de cosa state a parla', ma tanto de sicuro il borghese del cazzo è Simo―"

"Ma non avevi detto che per te non ero mai stato solo un borghese del cazzo?"

Manuel sobbalzò nel sentire la voce di Simone alle sue spalle. "Ma no, ma no, è che..."

"Stavamo pensando de scrive' 'na storia su voi due," chiarì Chicca, togliendolo dall'imbarazzo. "Visto che Manuel c'ha detto de un retroscena mica male..."

"Sapete che il trope fake dating è uno dei più amati nei fandom?" Aggiunse Luna.

Simone le guardava come se fossero impazzite o brille o entrambe le cose contemporaneamente.

"Per me state a parla' arabo e quindi state a spreca' fiato," replicò Manuel, scuotendo la testa.

"Ma che volevi per messaggi, perché mi stavi mettendo fredda? Mi ha fermato la Girolami per dirmi delle olimpiadi di matematica," gli disse Simone, mentre Chicca e Luna continuavano a blaterare con alcuni termini inglesi che Chicca pronunciava troppo male, ma con convinzione.

Manuel lo guardò con un sorriso che cercava di essere seducente ― sperava di non sembrare un tonno con una paralisi, per lo meno. "Dobbiamo anda' da una parte. Su, sali in moto."

Simone scosse la testa sconsolato, sapendo di non dover fare altre domande. Si infilarono i caschi, salirono sulla moto di Manuel e scapparono via. Chicca e Luna erano così prese dalla loro conversazione che verteva su quegli argomenti strani di cui Manuel aveva già dimenticato il nome, che non si accorsero nemmeno della loro fuga.

Il ristorantino aveva l'aria di essere un posto intimo, anche se era pieno di ninnoli e di oggetti di vario tipo e di varia dimensione.

Nella sala più grande, vi era un pianoforte a coda e delle bellissime decorazioni floreali. Credenze piene di ceramiche orientali, tanti tavoli eleganti e pieni di adulti. La saletta dove si trovava il loro tavolo, invece, era quasi deserta e si presentava soltanto con le pareti ricoperte di scaffali pieni di libri.

Manuel aveva trovato il posto su internet, dopo che sua madre gliel'aveva descritto per esserci stata con un uomo durante un appuntamento galante ― anche se l'idea di sua madre ad un appuntamento con un uomo non era per niente piacevole nella sua testa.

"E che ci facciamo qua?" Domandò Simone, anche se i suoi occhi brillavano mentre si guardavano intorno.

Il locale era meno rustico di quello che Manuel aveva immaginato, ma la tavola non era comunque eccessivamente elegante.

Simone, vestito come al solito con il maglioncino e la camicetta di turno, calzava a pennello con l'atmosfera intorno a loro.

"Ho trovato un posto dove possiamo magna' e resta' a fa' i compiti," spiegò Manuel, cercando di mantenere il suo tono più sarcastico possibile.

Era già il più sdolcinato dei due. Simone sembrava insaziabile riguardo al contatto fisico, ma Manuel proprio non ce la faceva a tenere la bocca chiusa e i nomignoli e le frasi carine che ne uscivano fuori erano totalmente inarrestabili, se non calcolava il fatto che tutto ciò gli faceva perdere le ultime briciole di dignità che gli erano rimaste ― cioè molto poche.

"Cioè, mi hai portato a pranzo fuori per fare i compiti?"

"Ho pensato che l'idea de un ristorante e biblioteca insieme te potesse piace' e poi sì, possiamo resta' qua a fa' i compiti," rispose Manuel, cercando di risultare convincente. "Vedi che se puoi resta' pure a digiuno, eh. Peggio per te, perché questo era il modo per spende' i soldi dei nostri affari?"

"Allora mi tocca prendere più cose di te. Quant'è il budget?"

"Ao', che vuol di' 'sta cosa?"

"Devo recuperare i soldi di un affare pessimo," spiegò Simone con tono serissimo, ma dagli occhi grandi e luminosi si capiva alla perfezione che stesse semplicemente giocando. E soprattutto che l'idea di Manuel gli stava piacendo anche tanto.

"Non me pare che te lamenti quando me ficchi la lingua in gola," protestò Manuel, alzando gli occhi al cielo.

Simone gli diede un calcio sotto al tavolo, che doveva sicuramente stare a significare smettila. Eppure continuarono a bisticciare.

C'era una volta un appuntamento, tra un borghese del cazzo e un poveraccio. Anzi, un poraccio.

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