04. Un passaggio

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Nulla Accade – Marracash & Guè Pequeno

Cleo non era mai stata una persona molto ottimista

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Cleo non era mai stata una persona molto ottimista. Era sicura delle sue capacità, cosa che la portava a guardare con una certa sicurezza al futuro, ma d'altro canto non credeva che il resto del mondo fosse in grado di riconoscere il suo lavoro e i suoi sforzi, da cui quindi la leggera patina di scetticismo che le copriva l'animo.

Nei confronti di Giulio, però, aveva sempre provato una sorta di pace perenne e, nonostante i continui e involontari tiri mancini dell'ultimo periodo, era convinta che il ragazzo avrebbe fatto il possibile per non deluderla ancora, soprattutto dopo l'ultima conversazione. Proprio per questo si era rallegrata quando, quel martedì mattina, le aveva inviato un messaggio chiedendole di vedersi nel tardo pomeriggio e promettendole uno strappo in piscina. Inutile a dirsi che aveva accettato subito.

Tornata a casa, si era sistemata al meglio delle sue possibilità – trovava insulse le donne che arrivavano a nuoto truccate di tutto punto, a cui il mascara donava un appeal da panda dopo solo un paio di bracciate – e poi aveva trascorso il resto del pomeriggio in attesa, ricopiando gli appunti del mattino e scambiando un paio di messaggi col padre. Non aveva dimenticato la promessa fatta a Corrado di salire a Como per un finesettimana, tanto che appena l'aveva annunciato a Roberto si era sentita leggera; nonostante fosse restia ad ammetterlo, i genitori le mancavano.

Eppure, alle cinque e mezza ormai passate, Giulio non si era ancora fatto sentire.

"Ti prego, non di nuovo..." pensò, sbloccando il cellulare. Con lo stomaco in subbuglio, si decise a comporre il numero di telefono del ragazzo, ma l'unica risposta che ricevette fu il monologo preimpostato della segreteria telefonica.

Un senso di vertigine le salì lungo la spina dorsale, accompagnato dal déjà-vu del giorno del compleanno – non le stava facendo di nuovo lo stesso scherzo, non poteva. Le cose non erano mai andate male tra di loro: non c'erano state grandi scenate di gelosia o drammi da serie tv di infimo livello, così come erano sempre stati abbastanza maturi e adulti da rispettare gli spazi e gli impegni altrui. C'era equilibrio tra loro, qualcosa che aiutava Cleo a vivere la sua vita con un certo agio, felice di aver trovato fin da subito la giusta relazione amorosa in cui ci si scopriva l'un l'altra un passo alla volta e ci si innamorava piano, come lo scivolare delle onde sul bagnasciuga.

Uno dei ricordi più belli che aveva risaliva al giorno in cui, passato ormai un anno abbondante, Giulio le aveva detto che l'amava. Non era stato nulla di eclatante, un "Ti amo" mormorato in automobile prima di salutarsi dopo una serata trascorsa assieme, ma, quando l'aveva raccontato a Corrado, il fratello l'aveva guardata con una dolcezza fuori dal comune, sussurrandole che era contento di vederla felice. Lei si era sentita felice, in effetti, ed era una cosa talmente rara che, quando ci ripensava, riusciva a percepire crescere nello sterno una sensazione calda, che la portava a sorridere idiota e a camminare a pochi centimetri da terra.

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