Verità nascosta

21 4 0
                                    

505 anni dalla nascita del regno

Il capitano disse <<forza, muovetevi a tornare indietro>>, <<sissignore>> risposero allora le guardie, che iniziarono ad aumentare il passo.
<<io rimango qui, segno alcuni alberi con delle frecce per poterci orientare meglio domani, voi intanto andate>>, disse poi l'uomo che iniziò a incidere alcuni alberi con la spada per creare delle frecce sulle cortecce, questo fino a quando tutte le guardie si furono allontanate molto, passarono infatti alcuni minuti in cui Alpharos era rimasto quasi in apnea per la tensione.
<<esci fuori bambino, ti ho visto quindi ormai scappare sarebbe inutile. Oltretutto non intendo farti del male, se avessi voluto l'avrei già fatto e non avrei neanche mandato via i miei subordinati>>, il bambino era ancora molto spaventato, ma sapendo che non sarebbe riuscito a scappare essendo troppo stanco, uscì allo scoperto.
<<eccoti qui>> disse l'uomo togliendosi l'elmo: aveva dei capelli castani chiari e degli occhi verdi, il viso severo trasmetteva però una gentilezza che l'elmo nascondeva. Alpharos era confuso per l'atteggiamento dell'uomo e quindi disse cercando di sembrare calmo e pronto alla battaglia <<cosa vuoi da me? Perché avete ucciso mia madre e nonna Thia?!>>, mentre lo diceva però quell'immagine continuava a tormentare i suoi pensieri e le lacrime, nonostante gli sforzi per apparire forte e sicuro, iniziarono a scendere.
<<noi guardie non abbiamo scelta, se non ubbidiamo agli ordini veniamo uccisi dal re per tradimento e la stessa sorte toccherebbe alle nostre famiglie>> disse allora l'uomo con espressione affranta.
Alpharos era ormai in preda ad un mix di emozioni difficile da descrivere, neanche lui sapeva come reagire a tutta quella situazione e allora disse la prima cosa che gli venne in mente <<ma allora se non mi uccidi tradirai il re>>, <<se ti uccidessi, non potresti distruggere il regno e salvarci da tutto questo. Io voglio solo un regno in cui la mia famiglia possa essere al sicuro e tu sei l'unico in grado di creare questo regno>> rispose l'uomo, il bambino con sempre più dubbi chiese allora <<io? Perché io? Non capisco...>>.
L'uomo non aveva pensato all'eventualità che il bambino non fosse a conoscenza della profezia, effettivamente il peso di tutto quello che comporta è troppo pesante da sopportare per un bambino così piccolo e quindi i genitori avranno preferito non dirgli nulla, ma ora toccava a lui farlo, doveva dirgli la verità <<alla nascita di questo regno fu fatta una profezia al primo re. Questa profezia diceva che quando il regno sarebbe diventato corrotto e pieno di violenza ed ingiustizia, sarebbe nato un bambino dagli occhi rossi che avrebbe posto fine al regno, distruggendolo>>.
<<occhi rossi...? Come i miei?!>> disse Alpharos sconvolto, <<esattamente, per questo non posso permettere che tu venga ucciso>> rispose l'uomo, <<e perché dovrei crederti? Dopo tutto quello che avete fatto...>> chiese il bambino mentre di nuovo le lacrime iniziavano a scendere <<non avrebbe senso mentirti ora, ti avrei già ucciso se avessi voluto e per quanto riguarda quello che è successo nella tua casa... non doveva succedere, la situazione è degenerata in fretta e non ho saputo gestirla... so che non basterà mai ma ti chiedo scusa, non ho saputo tenere a bada i miei uomini>>.
Mentre lo diceva l'uomo sembrava sinceramente pentito e visto tutto quello che fino ad ora gli aveva detto, Alpharos decise di credergli <<e quindi ora cosa devo fare?>>, <<conosco una persona disposta a nasconderti ed addestrarti a combattere, dovrai andare da lei>>.
<<perché dovrebbe aiutarmi?>> chiese il bambino dubbioso, <<te lo spiegherà lei, ma ha i suoi buoni motivi>> rispose il capitano e Alpharos capì che era inutile insistere perché non gli avrebbe detto di più, quindi cambiò domanda
<<e dove si trova questa persona?>>, <<si trova a Milo, una città piuttosto grande a qualche giorno da qui>> rispose l'uomo, che aggiunse <<ora ti do una mappa, segnerò il tragitto da qui fino a Milo, la tenevo in caso di emergenza, ma ora serve più a te>> e detto questo tirò fuori da uno zaino in pelle una mappa, una piuma e una boccetta di inchiostro, una volta tirato fuori tutto intinse la punta della piuma nell'inchiostro e si mise a segnare il tragitto, segnando poi con un cerchio Milo.
<<mi accompagnerai tu?>> chiese il bambino mentre l'uomo gli porgeva la mappa, <<non posso, se sparisco per alcuni giorni ci saranno sicuramente dei sospetti, non possiamo rischiare. Dovrai andare da solo, mi dispiace... credi di esserne in grado?>> disse il capitano capendo che sarebbe stato troppo per un bambino così piccolo e che forse avrebbe dovuto trovare un altro piano, <<mia madre e nonna Thia mi hanno insegnato come sopravvivere da solo... a pensarci ora forse mi volevano preparare a questa evenienza...>> disse Alpharos malinconico.
<<ottimo, allora ti conviene partire ora, domani mattina torneremo noi guardie a cercarti e molto probabilmente altre guardie ti cercheranno in giro per il regno, stai molto attento>> disse l'uomo che dopo un po' aggiunse <<a proposito, io mi chiamo Alexis, tu come ti chiami?>>.
Ci fu un attimo di silenzio... <<Alpharos>> rispose infine il piccolo, che continuava comunque a mantenere una certa distanza da Alexis, in fin dei conti era comunque responsabile della morte di sua madre e sua nonna. <<Alpharos... ci rivedremo, buona fortuna>> e detto questo l'uomo si girò per andarsene, ma Alpharos gli disse <<un momento! E mio padre? A breve tornerà a casa...>>, l'uomo si fermò, iniziò a pensare e dopo qualche momento disse <<glielo dirò io, mi spiace dirtelo ma credo che per molto tempo non lo potrai vedere, è troppo pericoloso, già ora è in pericolo, dovrò trovare un modo per non farlo prendere dalle guardie...>>, il bambino, rassegnato, disse allora <<capisco... grazie...>>.
<<la tua vita oggi è drasticamente cambiata, da oggi soffrirai molto e sarà dura... ma tu sei il bambino della leggenda, porterai pace in questo regno e riuscirai a salvare molte vite... questa è la tua unica consolazione>> disse Alexis, consapevole del fatto che ora il bambino non potesse comprendere a pieno quelle parole, era ancora fin troppo scosso da tutto quello che era accaduto.
<<ci proverò, ora so cosa hanno dovuto passare molti bambini prima di me...>> e mentre lo diceva quella scena gli tornava continuamente in mente, facendolo soffrire, <<nonostante tu sia un bambino, sei coraggioso ed intelligente, sei già migliore rispetto a molti adulti, te la caverai... Alpharos tu ce la farai me lo sento>> e detto questo scomparì nel buio della notte, lasciando il bambino da solo, che scoppiò in un pianto che lasciò andare tutte le lacrime che aveva cercato di trattenere fino a quel momento, finalmente libero di sfogarsi.

Alpharos [in corso]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora