𝟑 | 𝐫𝐢𝐜𝐚𝐥𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨

79 14 5
                                    

prompt n. 2: treno in partenza + prompt a sorpresa

wc: 940


3 . "Ricalcolo percorso"

"Insisto."

"No, quello che insiste sono io. Tuo nonno ha bisogno di te adesso. Vai. E senti, non fare quella faccia, me la ricordo la strada fino alla stazione, mica sono scemo. Vado da solo, tu resta qui. Poi ho sempre il telefono per orientarmi."

"Tsukki. E' la prima volta che vieni a trovarmi a Tokyo da quando stiamo insieme." - Da quando stanno insieme ufficialmente - "Di certo non ti lascio andare fino in stazione da solo." Kuroo è di solito un ragazzo ragionevole, ma su certe questioni, quando si impunta, è davvero un caprone. E a questo giro, è pure un caprone che non ha tutti i torti.

"Voglio stare un altro po' con te." aggiunge qualche secondo dopo affondando il dito nella piaga. Come se salutarsi non fosse già ogni volta un dramma...

"Allora facciamo così... Se non mi lasci andare da solo, non ci vengo più a Tokyo a trovarti."

A Tetsuro quelle parole arrivano addosso come fossero uno spintone. Oscilla e sposta tutto il peso del corpo su una gamba, incrocia le braccia sul petto e con stizza gli fa: "Adesso non stai insistendo, mi stai letteralmente minacciando."

"Va bene. Allora rettifico. Non insisto, ti minaccio. Resta il fatto che ci vado da solo."

Kuroo ci riprova, ma più che un caprone adesso ha tutta l'aria di un cane bastonato. Vuole giocarsi la carta della compassione. Con le mani giunte lo prega: "Ci metto cinque minuti. Giuro, cinque minuti e ti porto io in stazione. Non puoi aspettare?"

"No. Sono già in ritardo così. Anzi, adesso ti saluto. Vai ad aiutare tuo nonno e smettitela con questo teatrino che non muore nessuno se non mi accompagni." gli risponde Kei mentre chiude definitivamente lo zaino. Il ronzio deciso della zip, se lo fissa in spalla e poi si incammina fuori dalla stanza senza argomentare oltre.

Tetsuro nemmeno tenta di dissuaderlo e semplicemente lo insegue giù per le scale. La stoffa da capitano gli è rimasta, sa benissimo quando è il momento di cambiare strategia. "Va bene, allora senti, non lo prendere proprio."

"Cosa." gli fa con aria distratta l'altro.

"Il treno."

Finalmente Tsukishima rallenta il passo e si volta. "Ma sei completamente suonato?!"

Kuroo a quel punto lo raggiunge mangiandosi i gradini a due a due. "Sì, quello che ti pare. Dai, resta. Lo sai che farebbe piacere a tutti. Anche a te."

Kei si schiarisce la gola e prende tempo, un tempo breve, giusto quel secondo e mezzo per farsela balenare in testa l'idea e poi lasciarsela morire giù per l'esofago insieme alla saliva.

"Non si può fare. Ho detto a mia madre che per cena ero a casa. Non essere ingordo, Kuroo-san. La prossima volta."

"Kuroo." lo corregge Tetsuro, si erano detti niente più formalitá, almeno non in privato. "Cos'altro posso dirti per convincerti a rimanere o almeno aspettarmi?"

"Niente, e adesso vado sul serio." e così Kei è già ai piedi della scalinata.

"Tsukki." lo chiama fermamente Kuroo. Lo fissa e con una mano stringe forte il corrimano, ci imprime tutta la frustrazione che per amor suo non ha il cuore di riversargli addosso.

Più risoluto di lui, l'altro, ora ad un passo dall'ingresso, gli risponde con un "Kuroo." altrettanto deciso. "Ti ripeto. Da solo o non ci vengo più."

Per questa volta il Karasuno si aggiudica il match e i due si salutano sbrigativamente, con la promessa che se Kei alla stazione per 'sta volta ci va da solo poi a Tokyo a trovare Tetsuro ci torna. Magari anche prima del previsto.

***

Tsukishima pensava che a vincere si provasse più gusto, invece adesso, da solo alla stazione, si sente come se qualcuno lo avesse appena truffato, gli avesse rubato il portafoglio di tasca mentre lui era distratto a fare altro.

E si sente anche estremamente spaesato. Se prendesse il telefono per confermare la sua posizione, l'applicazione gli direbbe "ricalcolo percorso", proponendogli una serie di alternative. Nessuna di quelle prevederebbe un treno verso Sendai, se mai solo dieci minuti in bus per tornare esattamente dov'era stato fino a poco fa.

In stazione c'è stato un annuncio: una voce metallica ha recitato un numero e il nome di un treno che a Kei dovrebbe suonare familiare, invece lui non l'ha proprio sentito. Era perso ad ascoltare altro, una voce sì e forse altrettanto metallica perché i ricordi, passato del tempo, diventano artificiosi e un po' distanti. Una voce gli ricordava che l'idea di delirare deriva da un concetto antico, di quando durante la semina si andava fuori dal selciato, dal prestabilito.

Sulla ghiaia dei binari corre una linea doppia di profilati in acciaio, i pezzi sono stati assemblati per farlo arrivare prima a Sendai, per riportarlo a casa entro l'ora di cena. Sono stati messi in quel modo per non tardare e rimanere fedele ai patti precedentemente concordati. Tipo che quella storia con Kuroo Tetsuro non era nulla di serio e che della cena che gli avrebbe preparato sua nonna se solo fosse rimasto non doveva fregargli proprio nulla.

Ce n'è stato un altro, poi, di annuncio: quella stessa voce metallica ha recitato un numero e il nome di un treno che Kei avrebbe dovuto prendere, invece lui non l'ha proprio sentito. Prima ancora che i vagoni si fermassero dirimpetto a quella banchina, lui era scappato via, nascondendo i tonfi pesanti della sua corsa a perdifiato sotto quelli delle ruote motrici in arrivo.

Che cosa gli sia preso, di preciso, Tsukishima non lo sa. Forse delirio. Sta di fatto che dieci minuti di autobus più tardi a casa Kuroo il campanello suona.

Dovranno aggiungere un posto a tavola, c'è un ospite a cena.

━━━━━━━━━━━━━━

Il prompt a sorpresa era il n. 12 (perdere il treno) e, ovviamente, l'etimologia di delirare è latina, quindi chissà Kei dove l'ha sentita... Però mi sembrava carina, quindi siate clementi, fate finta di nulla e lasciatemela passare 😅

𝐅𝐈𝐋𝐎 𝐃𝐎𝐏𝐏𝐈𝐎, 𝐑𝐎𝐒𝐒𝐎 𝐄 𝐃'𝐀𝐂𝐂𝐈𝐀𝐈𝐎 |  𝐊𝐮𝐫𝐨𝐓𝐬𝐮𝐤𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora