III Piper

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"Non se ne parla, Atena. Adesso leggo io!" Era mezz'ora che Afrodite e Atena litigavano su chi dovesse leggere e sinceramente iniziavo a stancarmi. Per tutto il tempo sono stata tentata di usare la lingua ammaliatrice, ma sapevo anche che non avrebbe avuto effetto su mia madre e Atena.

"E se leggessi io?" propose Percy. In sala scese un silenzio di piombo e al figlio di Poseidone si colorarono le guance di rosso.

"Okay, adesso basta" intervenne Artemide. "Voi due, sedetevi. Siete quasi peggio di Zeus, Ade e Poseidone" mentre Afrodite e Atena, offese, si sedevano, i tre dei citati si accigliarono "Ehy" gridarono quasi all'unisono. Artemide liquidò il tutto con gesto vago della mano, prese i libri, e dopo essersi accertata che nessuno la contradisse, iniziò a leggere.

Dopo una mattinata di spiriti della tempesta, uomini capra e ragazzi volanti, Piper sarebbe dovuta uscire fuori di testa.

"è quello che ci si aspetterebbe, sì" commentò Connor.

Invece era soltanto atterrita.

"Fatemi capire" intervenne Katie. "Solo io ho avuto bisogno di qualche giorno per superare il trauma?" Percy fece una smorfia divertita prima di dire: "Nico sembrava avesse appena scoperto che il mondo dei suoi sogni esiste". Il diretto interessato scoccò un'occhiataccia al figlio di Poseidone e poi, sotto lo sguardo divertito di tutti, divenne completamente rosso esattamente della stessa tonalità di quando leggevamo di come aveva reagito alla scoperta del mondo semidivino.

"Sta cominciando" pensò. "Proprio come diceva il sogno."

L'atmosfera divenne improvvisamente tesa. Solo io, Jason e Leo sapevamo dei miei sogni, anche se nemmeno a loro ho detto tutto.

Era a bordo della biga, insieme a Leo e Jason, mentre il ragazzo calvo, Butch, teneva le redini, e la biondina, Annabeth, regolava uno strumento i navigazione di bronzo. Si alzarono in volo sopra il Gran Canyon e puntarono verso est, con il vento gelido che li faceva rabbrividire. Dietro di loro, si addensarono altre nuvole temporalesche.

La biga procedeva a strappi e scossoni. Non c'erano sedili e il retro era aperto, così Piper si chiese se Jason l'avrebbe salvata di nuovo nel caso fosse caduta.

Jason mi strinse di più a sé e mi disse, quasi in sussurro: "Sempre." Afrodite dell'altra parte della stanza, era tutta contenta e non smetteva di indicarci, orgogliosa.

Era stata quella la parte più inquietante della mattinata: non che Jason sapesse volare, ma il fatto che pur avendola tenuta fra le braccia continuasse a non ricordarsi di lei.

"Aww. Ma quanto sono... aw" "Mamma... smettila!" Dei! A volte era decisamente imbarazzante.

Piper si era impegnata in quella relazione per tutto il semestre, cercando di fare in modo che Jason la considerasse più di un'amica, e alla fine il Bell'Addormentato l'aveva baciata.

"Ci hai messo solo un semestre?" mi chiese Annabeth incredula, per poi lanciare un'occhiataccia al suo fidanzato. "Impara, Percy, impara"

Le ultime settimane erano state le migliori della sua vita.

"Wow, Era!" esclamò Demetra. "Ti sei data da fare, eh"

Ma poi, tre notti prima, quel sogno aveva rovinato tutto: quella voce orribile, con le sue orribili notizie. Piper non ne aveva parlato con nessuno, neanche con Jason.

E ormai non aveva più nemmeno lui. Era come se qualcuno gli avesse cancellato la memoria, e lei ora si ritrovasse bloccata nel peggior 'nuovo inizio" di tutti i tempi. Avrebbe voluto gridare. Jason era proprio lì accanto a lei: gli occhi celesti, i capelli biondi, l'adorabile cicatrice sul labbro superiore. Aveva un viso mite e gentile, ma era sempre un po' triste. E non faceva altro che fissare l'orizzonte, senza neanche notarla.

Dei e semidei leggono Eroi dell'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora