Lo Sconosciuto

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Louis si svegliò con il sole che disturbava le sue iridi cristalline, si stiracchiò nel suo nuovo letto che aveva portato con non pica fatica fino al faro ricavandoci all'interno un piccolo spazio per una stanza da usare nei casi in cui c'era una tempesta e bisognava essere pronti a qualsiasi emergenza come era successo la sera prima.

Si mise una felpa e un paio di pantaloni della tuta, si preparò un te per poi metterlo in un termos e mangiò un sandwich poi tenendosi stretto al giubbotto andò fuori per bussare alla porta della casa del vecchio guardiano così che potessero sistemare e pulire la spiaggia.

"Buongiorno Louis come hai dormito lì sopra?"

"Buongiorno, a dire la verità molto bene. Andiamo?"

Con una risata l'uomo annuì "Certo, vedo che sei molto impaziente quindi mettiamoci pure al lavoro."

Tra una chiacchiera e l'altra arrivarono sulla spiaggia: le onde burrascose avevano trascinato a riva vari oggetti dai più comuni come tronchi o alge fino ai più strani tipo uno zaino.

Si dovettero dividere per vedere se c'erano stati danni sulla scogliera e Louis in un punto più lontano della spiaggia notò una piccola imbarcazione che raggiunse velocemente per paura che ci potesse essere qualcuno dentro, paura fondata visto che si ritrovò davanti un ragazzo riccio che pallido giaceva sulla spiaggia dorata.

Chiamò John perché per quanto Louis fosse forte non riusciva a trasportare il ragazzo che era zuppo d'acqua, riuscirono a portarlo dentro la casa dell'uomo e constatando che respirasse gli tolsero i vestiti impegnati di sale e acqua e lo cambiarono mettendolo al caldo. Louis osservò anche la moltitudine di tatuaggi che erano stati realizzati sul corpo del ragazzo e ne rimase affascinato perché non credeva che qualcuno potesse averne tanti quanti lui e forse di più.

Passarono delle ore prima che il ragazzo desse segni di vita e la prima cosa che fece fu tossire poi su guardò intorno dal divano del salotto di quella casupola e osservando le due figure che corrucciate lo stavano guardando chiese "Sono ancora ad Eroda?" Louis fece una faccia strana "Eroda? Cos'è? Vieni da lì?" e ricevette solo un piccolo "Si." prima che il riccio riprese a guardarsi intorno.

"Come ti chiami figliolo?" domandò John prima di mettere a scaldare dell'acqua per un tè.

"Mi chiamo Harry signore." è John annuì piano ma Louis che aveva osservato Harry da quando si era svegliato si era reso conto che quel ragazzo era diverso, non sapeva spiegarsi come ma in qualche modo era spileciale eppure vedeva un alone di tristezza che oscurava quegli occhi smeraldo.

"Hai un posto dove stare?" chiese Louis preoccupato.

Il riccio esitò un attimo prima di rispondere "Avevo dei soldi con me ma li ho persi e così anche tutti i miei averi..." si guardò le mani e in un attimo si ritrovò in piedi guardando Louis dall'alto "...grazie siete stati molto gentili e in qualche modo me la caverò ma ora devo andare."

John lo guardò" Hai qualche appuntamento figliolo?" e il ragazzo rispose un titubante "No."
"E allora siediti e prendi il te con noi e poi puoi stare qui al faro, puoi dormire con Louis, sai lui è un ricercatore e vuole diventare un guardiano e si sta impegnando molto per diventarlo ma io tra poco me ne andrò in pensione e si tratta davvero di giorni perciò gli farà piacere avere qualcuno con cui conversare, e magari farete anche amicizia." Louis e Harry annuirono e il liscio notò una cosa molto strana, il ragazzo era molto cordiale e gentile ma non sorrideva.

-Il guardiano del porto- l. s. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora