Mi sveglio di malumore. Come tutte le mattine. Oggi sono stanca già quando apro gli occhi. Non è possibile. Oggi inizio io liceo. Non ne ho voglia. Non mi piace. Mi fa solo paura.
Tanta paura.
Sento mia madre chiamarmi dalla cucina. Non l'ascolto e mi giro nel letto.
Tra dieci minuti passerà l'autobus ed è meglio se mi vesto. Vorrei restare a letto tutt'oggi.
Mi infilo una maglietta a caso e un paio di jeans scoloriti.
Non mi piaccio. Ho i capelli troppo ruffi e gli occhi troppo piccoli.
-Nina, scendi. È ora di andare.
-Arrivo mamma.
Mi pettino distrattamente i capelli e esco.
Vorrei solo che questa giornata finisca il prima possibile.La campanella suona.
Sto guardando i visi delle persone che saranno la mia 'famiglia' per cinque anni.
Nessuno mi ispira particolare simpatia.
Tranne uno. C'è un ragazzo con i capelli rossi, all'ultimo banco. È timido, si vede. Ha piccole lentiggini e occhi verdognoli. Un sorriso stupendo.
Lui. Ecco chi mi ispira simpatia. Lo devo conoscere.
Ammetto di aver sempre avuto una certa apprensione per i ragzzi con i capelli rossi. Ma lui. Lui è diverso. È giusto. Ha quel Non So Che di perfetto.
La proff fa l'appello.
-Alex?
-Presente.
-Denis?
-Presente.
-Marcus?
-Presente.
-Nina?
non la sento. Sto pensando ad altro. Sto pensando a quel rosso accesso dei capelli del Ragazzo.
-Nina?
-S'è addormentata.
Non so chi l'abbia detto. Non ci guardo neanche.
-Presente, scusi. Sono qui.
È qui che mi guarda. Mi trafigge con lo sguardo. È semplicemente dolcissimo.
-Ce l'hai fatta... Procediamo. Edward?
-Si.
Ha una voce stupenda. È perfetto. Ma non mi degnerà mai di uno sguardo.
Io, lo mangio con gli occhi per tutto il giorno. Lui, sembra non notarmi.Il giorno finisce. Tutti escono tra gli schiamazzi generali.
Il Ragazzo Con I Capelli Rossi, Edward, è il primo a uscire.
Rimango un po delusa. Speravo in un minimo di... ma di cosa? Lo conosco da neanche cinque ore e mi aspetto che mi saluti?! Maddai.-Allora?
-Allora cosa?
-Com'è andata?
-Bene.
-I compagni?
-Normali.
-Di molte parole.
-Che ti devo dire?!
-Niente.
-Vado a studiare.
-Hai già da studiare?! È impossibile, Nina, non ci credo.
-Non crederci.
Mi stendo sul letto.
Fuoco. Ecco a cosa somiglia. Fuoco.
Mi appisolo scaldata dal suo ricordo.