Una grande cazzata

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Arivarono nell'ufficio della modest la sera stessa, tremavano come foglie, si tenevano per mano, convinti che sarebbero usciti da quel posto senza alcun segreto, non sapendo che quel giorno avrebbe completamente stravolto le loro vite.

Harry capì che Louis era agitato quanto lui dalle sue mani sudate e dai continui "ce la faremo" che sussurrava a se stesso nel tragitto da casa loro all'ufficio dei management.

"Lou, siamo arrivati" gli dice guardandolo negli occhi, e senza dire una parola scendono dalla macchina tenendosi per mano, convinti che da quel giorno avrebbero potuto farlo liberamente.

Si ritrovano davanti ad un palazzo imponente, che però non spicca tra tutti gli altri edifici londinesi che ci circondavano.

Louis con il pollice gli accarezzava la mano, e Harry coglieva in ogni suo gesto il coraggio di andare a parlare con persone sconosciute della sua vita.

Persone sconosciute che la sua vita però potevano controllarla sotto ogni aspetto, la sua e quella dei ragazzi.

Al bancone c'era... Eleanor? Si, se ben si ricorda era proprio lei, la segretaria di Simon. O meglio, ex segretaria. Simon non si occupa più di loro, se non per la parte economica.

Lo vedono solo dietro una scrivania colma di fogli e contratti da firmare o all'alba a casa loro che chiede di poter dormire lì essendo troppo sbronzo per guidare.

La MODEST! aveva preso il sopravvento e aveva un'idea ben chiara dell'immagine che voleva dare agli One Direction.

Non di certo la band con due componenti froci pazzamente innamorati l'uno dell'altro.

State facendo una cazzata.

-Oh ciao ragazzi, Bill vi sta aspettando-

Li avvisa Eleanor con un sorriso a trentadue denti, un sorriso che avrebbe steso qualsiasi ragazzo, a parte il ragazzo di Harry, che sembrava avesse occhi solo per lui.

Una grande cazzata, state facendo una cazzata.

"Haz? Entriamo?"

"Hum? Oh, si! Si, sono pronto, forza."

Louis si fece coraggio e bussò alla porta grigia davanti a loro, risposero con un "avanti" quasi annoiato dall'altra parte e così entrarono.

-Oh, Harry e Louis, le mie star! Come state? Oh che domande... State benissimo, soldi, ragazze, cosa volete di più?-

Bill inizió a parlare di come fosse incredibilmente bella la loro vita e di ogni cosa materiale che si potesse desiderare al mondo.

-Heem, è proprio di questo che volevamo parlarti Bill...-

Lo incalzò Louis con la sua voce squillante a tratti balbettante.

-Parlarmi della vostra vita? Cos'è successo di tanto importante per venire qui a quest'ora? Sentiamo.-

Iniziava a far trasparire la sua parte arrogante.

Un'enorme cazzata.

Louis cominciò a parlare.

-Si Bill, è molto importante, quindi ora spegni quel cazzo di computer e presti attenzione a quello che dobbiamo dirti una volta per tutte.-

Bill, fai ciò che ti dice la sassy

L'uomo lo guardò stupito, con un gesto a rallentatore della mano sinistra chiuse il notebook davanti a lui, si tolse gli occhiali e lo stette a sentire.

Io sentivo che prima o poi sarei svenuto. Afferrai la sedia davanti a me e mi misi a sedere non staccando per un secondo gli occhi di dosso dal mio ragazzo.

-Ecco...-

Louis si schiarisce la gola con un colpo di tosse e ricomincia a parlare. 

-E' successo, è cominciato tutto come una favola, è la miglior cosa che sarebbe potuta succederci. Ora tu ti starai chiedendo di cosa diamine sto parlando. E' così? Sto parlando di me e Harry.-

-Tu e Harry cos..- 

Urlò Bill alzandosi dalla sedia

-Lasciami finire!-

Disse Louis con lo stesso tono di voce dell'uomo.

-Io non ti lascio finire niente Tomlinson! So di cosa stai parlando. Qui c'è qualcosa di terribilmente sbagliato. Le persone iniziano a notarlo "I fan ci chiamano Larry Stylinson"-

Disse facendo le virgolette con le dita al pronunciare quel nome, con una voce che pretendeva di imitare quella di Harry nelle interviste, con un espressione patetica, di scherno, quasi rideva.

-Le persone cominciano a parlarne, centinaia di articoli di giornale con i vosti nomi, come potete? cosa pensate di fare? non rischierò di perdere i soldi che potrei fare con voi per questa stupida ribellione.-

Louis rise, una risata fredda, che non lasciava trasparire alcun sentimento.

-Sai cos'è una ribellione Bill? Andare nei locali e ubriacarsi è una ribellione, farsi spaparazare drogati o con una donna ogni notte è una ribellione, spendere tutti i miei soldi in macchine sarebbe una ribellione, Harry Styles non è una ribellione. Chi non lo amerebbe?-

Si girò verso il suo ragazzo.

 -Penso sia sempre bellissimo.-

Harry arrossì, Louis gli sorrise e subito dopo puntò lo sguardo sull'uomo che aveva tra le mani i loro cuori.

-Questo Bill, che tu lo voglia o no,non è una ribellione, è amore.-

-Non mi interessa. Che sia amore o meno, non potete fare questo ai ragazzi, pensate che le vostre fan continuerebbero ad amarvi come fanno? Pensate che quelle sciocche ragazzine capiranno la vostra "favola"?.-

Prese un lungo respiro.

-Non lo faranno!-

urlò.

-Pensi che non ci sentiamo sbagliati?- 

Harry saltò dalla sedia e con tutta la voce che aveva in corpo incominciò ad urlare 

-Pensi che non mi senta terribilmente sbagliato? E Dio, per quanto tempo mi sentirò sbagliato? Potrai anche nascondere questi sentimenti. Ma loro non se ne andranno mai.-

Quando finì di parlare sentì la porta dietro di lui sbattere, si girò e sentì un vuoto al petto, Louis se n'era andato.

-Vedi Harry? Ribellioni.-

-No! No! Ha appena detto di amarmi! Tu non capisci! Ci stai rovinando la vita.-

Bill sorrise e gli si avvicinò, tanto che Harry poteva specchiarsi nei suoi occhi neri.

-Se rendete pubblica questa ridicola storia, dì addio agli One Direction.-

 Sussurrò.

Rabbia. Tutto quello che sentiva, un mare di rabbia che gli saliva dal petto alla gola, che manifestò sputando in faccia a quell'uomo senza sentimenti.

Non gli diede modo di infuriarsi, scappò da quel posto, o meglio, rincorse l'altra metà del suo cuore che era scappata, senza dirgli nulla, senza stare con lui fino alla fine.

Ma io giuro, recupererò la metà del mio cuore, della mia anima. Perchè senza, ho capito che non posso vivere.

Misunderstood love || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora