2- The Scarf

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"Mi ero distratto a vivere e il destino mi ha mandato te." -Ghemon

«Cosa ci fa una bella ragazza come te, in un posto così?»

Il mio cuore iniziò ad accelerare e mi voltai di scatto ingoiando la poca saliva che avevo in bocca.

Era lui, Zayn.

Non risposi subito e lo studiai per bene con gli occhi. Anche se a causa del buio non si vedeva molto bene, riuscii a vedere che non era più a torso nudo ma bensì indossava una maglietta a maniche corte nera e un jeans dello stesso colore.

«D-dovevo andare in bagno e questo è stato il primo locale che ho trovato.» mentii. Una scusa più decente e soprattutto più credibile non potevo trovarla vero?!

Sghignazzò e si avvicinò a me. Io automaticamente feci un passo indietro.

«Non ti mangio tranquilla! Comunque piacere Zayn» disse allungando la mano.

La strinsi un po' titubante e risposi con un semplice «Scarlett»

Sorrise e mi lasciò la mano, facendola tornare lungo la gamba.

«Mhh... Scarlett... si è un bel nome, mi piace! Allora, Scarlett mi vuoi dire il vero motivo per cui sei qui? E soprattutto perché sei sola soletta?»

«Ehm... sono venuta qui con mio padre, lui ha scommesso sul ragazzo sbagliato e si è incazzato, lasciandomi a piedi.» dissi in tono nervoso.

Non potevo ancora crederci che mio padre avesse fatto una cosa del genere.

Io come ci sarei tornata a casa?

«Tuo padre ha fatto un grave errore! Sia a lasciarti in un posto del genere da sola sia a non scommettere su di me!» disse in tono altezzoso.

Io sbuffai sonoramente.

«Zayn io dovrei tornare a casa, sai come posso raggiungere il centro di Bradford?» dissi sperando in una sua risposta positiva.

«Sto andando lì.»

«Oh... quindi me la sapresti indicare?» chiesi cortesemente.

«Ti do un passaggio, quando arriviamo al bivio però indicami la via di casa tua okay?»

Ora cosa avrei dovuto rispondergli?

Era appropriato farmi dare un passaggio da un perfetto sconosciuto?

Avrei fatto meglio a chiedere di darmi le indicazioni e poi vedermela da me?

La seconda opzione però iniziai a pensare fosse un bel po' difficile da realizzare, avrei dovuto capire bene il percorso, quando dover svoltare a destra o a sinistra e cose di questo genere.

E conoscevo così bene me stessa da poter dire che dopo neanche dieci minuti mi sarei persa, visto il mio pessimo senso dell'orientamento.

Lui però poteva offrirmi un passaggio e questo significava aver molte meno complicazioni.

«Rilassati, non voglio farti del male!» disse forse perché mi aveva visto pensarci così a lungo.

«No è che... non voglio darti fastidio.» dissi abbassando lo sguardo. Guardarlo negli occhi mi metteva parecchio in soggezione.

«Non mi dai nessun fastidio, e se me ne darei beh ne darò anche io a te.» disse sghignazzando.

Aveva una dentatura perfetta, magari l'avessi avuta anche io.

Ma a che diavolo pensavo? Bah!

«Non te ne darò, promesso!» dissi abbozzando un sorriso.

Si allontanò dal locale e mi fece segno di seguirlo. Si fermò davanti ad una moto scura. Subito la riconobbi.

Oblivion ➳ z.j.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora