3- The brawl

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"Per un istante le nostre vite si sono incrociate, le nostre anime si sono sfiorate." -Oscar Wilde

«Beh, ci ho riflettuto tutta la notte e alla fine ho pensato che per ripagarmi potresti uscire con me questa sera, che ne pensi?»

Quelle parole erano davvero uscite dalla sua bocca?

Non mi aspettavo nulla del genere.
Si, insomma non ci conoscevamo nemmeno da 24 ore e già mi chiedeva di uscire assieme?!

«Ci hai riflettuto tutta la notte e questa è l'unica conclusione che hai raggiunto?» dissi sorridendo spavalda.

Da dove avevo tirato il coraggio di rispondere così ad un ragazzo?

«Ah, la signorinella sta cacciando fuori il caratterino?!» disse meravigliato.

Io gli feci una smorfia in risposta.

«Comunque stai tranquilla che per questa volta non sarai tu la cena, ti porterò in un pub qui vicino!» disse avvicinandosi a me e prendendo una ciocca dei miei capelli tra le sue dita.

«Guarda che io non ho ancora accettato il tuo invito.»

«Appunto, hai detto ancora, il che vuol dire che lo avresti fatto a breve e allora l'ho accettato io al posto tuo!» disse infilandosi il casco.

«Ma io...» furono quelle le uniche parole che uscirono dalla mia bocca.

Ero completamente spiazzata, mi ero fregata col mio stesso giro di parole e lui, molto astuto, ne aveva approfittato rigirandole a suo favore.

«Passo a prenderti sotto casa tua alle 20:30, fatti trovare pronta mi raccomando!» disse montando sulla sua moto e sfrecciando sull'asfalto grigio della strada.

Mi lasciò lì da sola, come una stupida.

Non mi aveva dato neanche il tempo di rispondere che era già andato via.

Sbuffando sonoramente mi sistemai lo zaino sulla spalla sinistra e mi incamminai verso casa, sperando che mio padre non fosse ancora rientrato.

[...]

Quando entrai dentro casa però tutte le mie speranze svanirono in un attimo, mio padre era stravaccato sul divano e dal tono con cui parlava al telefono capii che era molto incazzato.

Salii le scale velocemente stando attenta a non far rumore, altrimenti lo avrei infastidito ancora di più.

Quando arrivai nella mia stanza chiusi a chiave, come ormai facevo da tempo, la porta.

Ma mentre lo facevo la voce di mio padre risuonò in tutta la casa.

Le parole che uscirono dalla sua bocca mi fecero rabbrividire.

«Ne voglio dell'altra, non mi basta quella che mi hai dato ieri!» continuò dicendo «I soldi per ora non ce li ho, ma non ci metto un cazzo a procurarmeli e questo lo sai bene.»

La prima domanda che mi passò per la mente fu: chi era la persona che procurava della droga a mio padre? Dalle sue parole avevo potuto notare che questa persona lo conoscesse e anche bene.

La risposta alla mia domanda non tardò ad arrivare poiché mio padre con tono più calmo disse: «Fidati di me Duke, proprio come facevi una volta.»

Duke, il suo nome era Duke.

Improvvisamente sentii un tonfo. Dedussi che mio padre avesse colpito il muro o dato un pugno sul tavolo.

Poi la sua voce risuonò nuovamente: «Devo trovare un fottuto modo per procurarmi quei cazzo di soldi, devo e posso farcela!»

Oblivion ➳ z.j.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora