Erano le 3: 30 quando mi alzai per andare all'appuntamento con Alessia. Posai sul tavolino davanti al divano, su qui ero seduta, il libro che stavo leggendo. Non avevo molta voglia di uscire ma oramai le avevo già detto di si, non potevo disdire l'appuntamento così all'ultimo momento, non avevo neanche il suo numero di telefono per poterla chiamare. Così misi il telefono e il portafoglio in una borsa e mi inccaminai verso il bar. Quando arrivai al bar, trovai lì ad aspettarmi Alessia proprio come ci eravamo messe d'accordo. Ci salutammo. Parlando un po', ci fu subito chiaro che nessuna delle due aveva voglia di un caffè così decidemmo di fare una passeggiata. Stavamo chiacchierando e mi accorsi che era purè simpatica, molto simpatica, mi accorsi che avevamo molte cose in comune per esempio ad entrambe piaceva la nail-art inoltre eravamo entrambe fans di Hunger games e shadowhunters - ad entrambe piaceva leggere.
Parlando e chiacchierando non ci acorgemmo di essere arrivate nella spiaggia in cui ero stata questa mattina. Incredibile! Neanche questa volta mi riccordavo di come fossi arrivata lì. Allora chiesi ad Alessia se lei si ricordava che strada avessimo preso per arrivare in quella spiaggia. Lei mi rispose «sinceramente no, e tu? Sei mai stata qui?» « si una volta» e feci una pausa indecisa se dirgli o no di quello che mi era successo questa mattina, poi decisi «questa mattina, ma non ricordo come c'ero arrivata»
«cavolo, questo si che è...»disse lei
«imbarazzante» continuai io con una risatina nervosa
«no più che altro strano, beh devo dirti una cosa»disse con una voce che ormai era diventata un sussurro«io questo posto lo ho sognato stanotte e la notte prima, da una settimana »
Non sapevo cosa dire così dissi « Non ti preoccupare» è sempre una frase adatta per ogni occasione. Così mi seddi sulla sabbia e Ale si mise vicino a me. Restammo in silenzio a guardare il mare. Non dicemmo niente per minuti.
Ad un tratto vidi arrivare Rose. Prima pensai "speriamo non venga qui, su continua a camminare..."Non avevo proprio voglia di parlare con lei poi dovevo ancora capire come e perché ero arrivata in quella spiaggia. Ma poi la vidi avvicinarsi. "Speriamo non mi riconosca" pensai inizialmente ma poi una specie di vocina dentro di me, una specie di istinto forte, profondo ed incontrollabile mi suggerì di salutarla e andarle incontro.
Improvvisamente un onda di luce ci investi tutte e tre. Per qualche minuto restai immobile non sapendo cosa fare e cosa pensare. Non sono laureata in fisica ma sono quasi sicura che quel fulmine, quel onda non è naturale, forse era creata in laboratorio. Mi sembrava di essere in uno di quei libri fantasy che mi piacciono tanto in cui la protagonista scopre di avere poteri fantastici o scopre la verità sul chi è il proprio amato. Avevo sempre desiderato esserne la protagonista e adesso sembra che mi stia proprio accadendo. Ad un certo punto mi ricordai che non ero sola e che c'erano anche Alessia e Rose. Loro cosa avranno pensato? Così le lo chiesi. Erano ancora più confuse di me. Alessia stava "controllando" di essere ancora viva e con "tutti i pezzi", infatti si stava toccando braccia ,busto e gambe. Dopo un po' credo sia arrivata alla conclusione di stare bene e si rivolse a me «tu stai bene?» risposi annuendo. Ale aggiunse visibilmente agitata « è comparsa questa collana sul mio collo e non riesco più a toglierla, non è un tuo scherzo, vero?» In quel momento portai una mano sul mio collo e mi accorsi che anch'io avevo una collana uguale a quella di Ale solamente di un colore diverso, la mia era di colore blu come il mare mentre la sua di un grigio-argenteo. Le due collane erano formate da due pietre, non so quali erano neanche se erano di valore,erano legate attraverso una corda che passava da un piccolo foro sulla sommità della pietra.
«non è un mio scherzo forse è stata Rose» cavolo me la ero quasi dimenticata. Mi guardai in giro e la vidi, si stava dirigendo verso il mare vestita ed anche con le scarpe sembrava quasi posseduta. Se voleva fare un bagno in marzo poteva almeno togliersi le scarpe. Beh forse non voleva farsi un bagno ed era soltanto un po' matta. Così mi tolsi le scarpe e corsi verso Rose urlando il suo nome è chiedendole di fermarsi. Ma lei niente continuo a camminare verso il mare facendo finta di non sentirmi. Poi vidi Ale che era corsa ad aiutarmi con Rose, adesso stavo pensando di prenderla di peso con l'aiuto di Alessia e farla sedere sulla sabbia. Ma nel momento in cui tutti i nostri piedi entrarono in acqua successe qualcosa di inaspettato e straordinario. Un tempesta d'acqua mista a sabbia e fuoco ci investi. I nostri corpi erano cambiati, i nostri vestiti da tennagers erano spariti al loro posto erano comparsi una gonna corta a balze e un top senza maniche entrambi blu come la mia collana. Ma la cosa più straordinaria era che sulla mia anzi nostra schiena erano comparse un meraviglioso paio di ali. Erano come quelle di una farfalla ma di colore blu. Era strano possedere un paio d ali le sentivo come sentivo le braccia e riuscivo a muoverle. Ero sconvolta non credevo ai miei occhi diventare una fata era impossibile totalmente impossibile perché le fate non esistono. Guardai le altre anche loro erano sconvolte almeno quanto me.
Restammo in silenzio a guardarci sbalordite. Semplicemente non sapevamo cosa fare. Poi Rose disse «wow, che figata» e non potrò che essere d'accordo. Ero spaventata non sapevo se ero matta o se sarei finita in ospedale per aver combinato qualcosa ma ero anche emozionata quasi contenta anzi decisamente felice. Ora stavo diventando curiosa cosa ero in grado di fare. Rose disse «abbiamo le ali quindi di sicuro saremo in grado di volare, dai proviamoci» così dicendo si alzò cercando di volare. Il suo primo tentativo fu come un salto un po' più lungo e alto e cadde in acqua qualche metro più in là. Subito dopo ci provai anch'io ed anch'io finì in acqua. Alessia era un po' più riluttante a unirsi a noi ma dopo qualche minuto arrivò anche lei. Dopo numerosi tentativi riuscimmo a tenere un volo costante. Volare era bellissimo una sensazione stupenda, ti faceva sentire libera, il vento ti muoveva i capelli, ti sentivi potente inarrestabili niente ci poteva fermare. Volammo per credo qualche ora, ci divertimmo, ma quando il sole iniziava a tramontare ci ricordammo che dovevamo tornare a casa. Così ci sedemmo sulla spiaggia, una volta sedute ci accorgemmo di essere esauste, eh si volare stanca! Ancora con le nostre ali iniziammo a discutere il primo problema: era come ritornare "normali" cioè come far andare via le ali temporaneamente, ovviamente! Al primo problema trovammo subito una soluzione provammo a concentrarsi a far sparire le ali e i vestitini da fata e funziono al primo tentativo!
Ma il secondo problema era quello più grande" avremmo dovuto dirlo a qualcuno che eravamo diventate delle fate?" Stranamente eravamo tutte e tre d'accordo sulla risposta "assolutamente no". Avevo imparato una cosa leggendo tutti quei libri e guardando tutti quei film fantasy "mantenere il segreto" il/la protagonista mantiene il segreto per proteggere i suoi cari e dovevamo anche tenere il segreto per proteggerci dal governo non si sa mai che gli venisse in mente di fare degli esperimenti su di noi. Ci eravamo ripromesse di non dirlo a nessuno né ai genitori né agli amici neanche al gatto. Neanche ai migliori amici questo significava che non potevo neanche dirlo a Luke, gli avevo sempre detto tutto questa sarebbe stata la prima cosa che gli avrei tenuto nascosta.
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le tre collane
FantasyChiara è una ragazza come tutte le altre. Fino a quando, andando a scuola sbaglia strada e finisce su una spiaggia misteriosa. Poi a scuola arriva una nuova e intrigante studentessa che sembra portare con sé un segreto. In seguito una ragazza che a...