capitolo 5 ~ confusione di Rose

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Rose
Scesi le scale lentamente non avevo voglia di parlare con mio padre da quando la mamma ci aveva lasciati. Ci eravamo addirittura trasferiti per poterla dimenticare. Lui ultimamente era sempre arrabbiato e irascibile. Si insospettiva per qualsiasi cosa anche la più piccola. Era sempre convinto che uscisse la sera per ubriacarmi mentre uscivo solamente con le mie amiche. Lo sapevo era un po' troppo protettivo ma questo era il suo modo di volermi bene.
Come ogni mattina lo Salutai con tono allegro. «come va?»mi chiese «con la nuova scuola, tutto ok e i compagni sono simpatici?» gli risposi con la mia solita calma «si tutto ok, proprio ieri ho conosciuto due ragazze molto simpatiche si chiamano Alessia e Chiara». «bene» mi rispose.
Facemmo colazione e mangiamo due brioches con due caffelatte. Stranamente mio papà doveva uscire prima di casa per sistemare qualcosa al nuovo lavoro. Così rimasi sola a casa a finire di mangiare la colazione. Quando rimasi sola a casa avevo finalmente il tempo per pensare a quello ce mi era successo il pomeriggio precedente. Sapevo era assurdo ma cosa potevo fare tranne che godermi quella cosa che mi era successa. Istintivamente mi portai una mano al collo e toccai la collana. La pietra era trasparente con alcune sfumature dorate come le mie ali... Non mi ero ancora abituata a quella sequenza di parole mie ali era assurdo ma allo stesso tempo stupendo. Stavo pensando a queste cose quando cercai di prendere i figli degli appunti di storia da studiare per la mattina seguente. Non riuscivo molto a concentrarmi sulla storia, ad un certo punto i fogli mi caddero dalle mani stavano per raggiungere il pavimento quando mi chinai per raccontargli ma questi mi tornarono in mano. Una folata di vento passo per la stanza, la tazza del caffelatte e la scatola dei biscotti caddero per terra e sporcarono tutto il pavimento. Corsi a chiudere la finestra ma la verità è che non c'era nessuna finestra aperta. E quando tornai in cucina con uno straccio per pulire. Ma un'altra folata di vento sollevo le briciole e il liquido sporco che una volta era stato caffelatte e li fece fluttuare fino al bidone delle immondizie. È stato proprio un colpo di fortuna. Non avevo tempo di restare a casa a rimuginare su quello che era appena accaduto, ero già in ritardo per la nuova scuola ed era solo il secondo giorno.

Arrivata a scuola vidi Chiara che parlava con quel suo amico Luke mi pare che si chiamava così, erano così carini chissà se c'era del tenero tra loro due. Avrei voluto andargli a salutare ma poi ho pensato che volessero stare un po' da soli... Dopo un paio di secondi un branco di ragazzi mi corsero incontro volevano tutti sapere come stavo nella scuola nuova e cose così. Ovviamente erano tutti patetici tentativi di provarci con me. Ma perché tutti i ragazzi devono proprio comportarsi in questa maniera?

le tre collaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora