Louis e Harry stavano aspettando di nuovo fuori dallo studio della dottoressa Buttler, aveva un batuffolo di cotone premuto sull'avambraccio tenuto su da dello scotch cerotto e in volto un' espressione corrucciata da bambino alla quale non hanno comprato il ghiacciolo, con lo sguardò fulminò Harry (che reggeva tutti i documenti datogli dal centro prelievi, poverino sembrava una mamma apprensiva) tornando poi a guardarsi i piedi.
"Suvvia Louis non fare quella faccia dai, è durato pochissimo e poi era essenziale!"
"Io con te non ci parlo!" incrociò le braccia sul petto girandosi dalla parte opposta. L'infermiera gli aveva fracassato il braccio, era così agitato che la povera donna non riusciva a trovargli la vena e aveva dovuto bucarlo 2 volte, Harry aveva quel grandissimo sentimento che Louis gli avrebbe portato il muso probabilmente per 3 ore.
Con il ditino picchiettò sulla sua spalla, quando il ragazzo si girò si ritrovò una faccia riccioluta a 25 centimetri dalla sua, in poco il volto di Louis diventò bordeux misto color prugna e Harry per una frazione di secondo aveva paura che il Tomlinson gli sboccasse addosso di nuovo, sorrise sospirandogli sul naso per poi allonatarsi.
"Sei arrossito Tomlinson!"
"Ma che dici Styles? non è vero semplicemente qui dentro fa caldo" scandì le parole e tirò via dalle mani di Harry qualche foglio per poi usarlo per farsi aria, sembrava donna sulla via della menopausa; dopo qualche minuto il telefono di Harry squillò, lo sfilò dalla tasca e lesse il nome sullo schermo: Zee.
"Chi ti sta chiamando?" Louis si girò sporgendosi per leggere il nome sullo schermo illuminato per poco non cadendo dalla sedia.
"ma tu non volevi mica non parlarmi più? comunque è Zayn" si portò il telefono all'orecchio rispondendo con voce trillante
"PRONTO?"
"Amico dove minchia siete finiti? Mi sono svegliato e nè tu nè Tommo eravate in casa tutto a posto? sono le 17:00 da quanto tempo siete fuori?"
"Siamo in una clinica privata quella in cui Simon ci obbligò a d iscriverci, Louis non si sentiva bene e abbiamo deciso di fare una visita"
"ABBIAMO È UNA PAROLA GROSSA!" Louis alzò la voce in modo tale che anche Zayn lo sentisse. Una coppia di giovani adulti si girò a guardarlo sussurrando cose su di lui e su come la loro bambina sarebbe impazzita quando sarebbe venuta a sapere chi avevano incontrato, ma non era tempo di concentrarsi sugli altri, il punto era, Harry lo aveva trascinato lì, fosse stato per lui, se ne sarebbe andato non appena fatta l'accettazione al piano terra.
"Quello era Louis in sottofondo? Comunque frena frena frena cosa vuol dire che Louis sta male? Dobbiamo venire lì anche noi? se ce ne è bisogno corriamo!"
"No no state tranquilli tanto abbiamo quasi finito una volta tornati a casa poi vi raccontiamo tutto"
In quel preciso istante la dottoressa Butler uscì dallo studio, spostò un foglio sulla sua cartellina.
"SIGNOR STYLES E SIGNOR TOMLINSON PREGO!"
Louis si alzò di scatto e si avviò verso lo studio a passi lenti, una volta davanti l'ufficio si fermò girandosi per aspettare il più piccolo.
"Zee ti devo lasciare ci hanno chiamato dentro ciao ciao a dopo" chiuse la chiamata senza neanche lasciargli tempo di replicare e infilò il telefono nella tasca dei jeans, si alzò e corse incontro all'amico mentre la paura iniziava a farsi strada in lui. E se fosse stato qualcosa di serio?Come avrebbe fatto lui? Come avrebbe fatto la band? Come avrebbe fatto la sua famiglia? Decise di scacciare via i brutti pensieri e prima di entrare nello studio (dove tra l'altro la dottoressa li stava aspettando pazientemente, santa donna) allargò le braccia stringendo il ragazzo contro il suo petto, strusciandogli il volto tra i capelli aspirando il profumo di gigli e di fumo.
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Together||Larry Stylison
Roman pour Adolescents[dal testo] Scoppiarono entrambi a ridere e Harry si sedette di fianco al ragazzo appoggiandogli una mano sulla spalla facendola poi scivolare fino al suo fianco accarezzandolo dolcemente. Rimasero in quella posizione, immobili, ghiacciati nel temp...