Luca's POV

"Quindi siamo rimasti soli"

"S-si" Rispondo sottovoce, abbassando lo sguardo sul ghiaccio poggiato sulla mia caviglia gonfia e violacea.
"Come ti chiami?" Mi domanda lui con la sua voce calda e roca.
"L-luca" Dico in un suono quasi impercettibile, diventando ancora più rosso senza alcun motivo.

Spalanco gli occhi, quando lui mi prende il viso con la mano libera e incastra i nostri sguardi. "Perché ti stavano picchiando, Luca?" Mi domanda calmo.
Non sostenendo l'intensità dei suoi magnifici occhi, distolto lo sguardo, e inizio a balbettare cose senza senso.
Lui mi zittisce spostando la sua grande mano dalla mia faccia alla mia mano. "Calmati, mica mangio" Dice mettendo in mostra i suoi denti perfetti e facendo incontrare di nuovo i nostri occhi.

Prendo un lungo respiro e inizio a spiegargli velocemente, senza staccare mai il mio sguardo dalle sue sfere verdi/azzurre e questo riesce a tranquillizzarmi, infatti non balletto neppure per un secondo.

Finita la mia spiegazione di pochi minuti, lui toglie la sua mano da sopra la mia e guarda la mia caviglia con sguardo incazzato.
Mi intristisco leggermente quando sento la mia mano fredda a causa della mancanza della sua.

"Che pezzi di merda!" Dice furioso
Preoccupato mi affrettò a dire "Non importa, ci sono abituato ormai"
Ma questo non lo calma, anzi. "Se vedo un'altra volta una cosa del genere li distruggo"  Dice sprezzante.

La sua rabbia scompare completamente quando la porta viene aperta dall'infermiera.
Come se non fosse successo niente, da il ghiaccio alla signora e, dopo aver detto arrivederci, se ne va.
<<Ma è bipolare!?>> penso stranito dal suo rapido cambio di comportamento.

I miei pensieri vengono interrotti dall'anziana donna che mi dice che posso tornare a casa per riposare e che tra poco arriverà una mia compagna di classe a portarmi tutte le mie cose.

...

Dopo qualche minuto di silenzio ad aspettare, entra dalla porta Laura con tutte le mie robe.

Preoccupatissima, mi inizia  a riempire di domande e a controllarmi tutto il corpo per vedere cosa mi sono fatto. Appena vede la mia caviglia mi guarda scioccata e mi domanda come mi sono fatto quel livido.

"Tranquilla, sono scivolato mentre stavo facendo le scale"
Dico, non essendo ancora pronto a dirle la verità e cercando di essere il più convincente possibile.

Lei per fortuna mi crede e mi fa un sorriso rassicurante, poi mi aiuta a scendere dal lettino e mettere lo zaino senza cadere.
Grazie all'aiuto di una stampella, che mi è stata prestata dalla scuola e che dovrò riportare in infermieria domani, vado finalmente a casa  a riposare.

Da quando ti ho visto {boy×boy}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora