Luca's pov

Ignoro i colpi, le urla, la musica. Mi concentro solo sul mio riflesso sullo specchio, noto subito quanto sono pallido. La pancia mi va a fuoco e sono senza forze.

<<Voglio andarmene! Laura sta baciando quel tipo, non penso gli interessi se non la saluto>> così apro la porta ed esco dalla stanza, o almeno ci provo. Il ragazzo di prima mi afferra per la felpa e mi sbatte contro un muro del bagno.

Ma poi mi lascia, io scivolo a terra senza forze, e chiude la porta.
<<Ma che sta facendo?>> penso preoccupato, così decido finalmente di guardarlo in faccia. È lui, solo ora mi rendo conto di non sapere il suo nome, il ragazzo dagli occhi smeraldo. È bello anche con un livido viola sulla guancia sinistra.

"Quanto hai bevuto?"
"Un po" Gli dico sorridendo come un idiota.
"Si vede. Hai vomitato?" Domanda quasi scocciato.
"No. Non voglio" Mi lamento come un bambino. Lui sbuffa. "Alzati" Mi ordina. Quando finalmente sono riuscito a rimettermi in piedi, mi prende per un braccio e mi trascina fino a fuori la porta di casa, poi mi lascia e si siede su uno dei tre gradini vicini a noi.
"Vuoi sederti o resti lì fermo impalato?"
"S-si, scusa" Dico affrettandomi a sedermi affianco a lui, infatti per poco non scivolavo.

Chiudo gli occhi e grazie all'aria fresca e al silenzio mi sento subito meglio.
Dopo pochi secondi, sento il ragazzo affianco a me muoversi, quindi mi giro e lo vedo accendersi una sigaretta.
<<Odio l'odore del fumo>>

Per interrompere quel momento di disagio decido di parlare.
"Q-quindi" Mi blocco un attimo, imbarazzato per il mio balbettio.
"come ti chiami?"
Sbuffa. <<Sono così fastidioso? Forse era meglio se non parlavo>>
"Andrea" Dice guardandomi dritto negli occhi, per poi rigirarsi e fare l'ennesimo tiro.
"Andrea" Ripeto io in un sussurro, cercando di trattenere un sorriso.

Poi gli tocco la guancia, gliela accarezzo così delicatamente che mi domando se gli abbia toccato veramente la pelle. È stato come un riflesso, come se non potessi fare a meno di farlo, come se facendolo quella macchia violacea sarebbe sparita dal suo volto.
"Che fai?" Dice con un espressione durata così poco che non sono riuscito a decifrarla.
"Ti fa male?" Dico io invece, non calcolando minimamente la sua domanda.
"No" Risponde secco.
Poi spegne la sigaretta sul gradino e la mette nel portacenere affianco a lui, come se fosse un gesto quotidiano e automatico.
Si alza, quindi lo faccio anche io.
"Beh...direi che forse è meglio se torni a casa tua. Non credi?" Dice con voce bassa e avvicinandosi leggermente.

Mi guarda dall'alto aspettando una risposta, senza mai distogliere il suo sguardo dal mio. Forse dovrei sentirmi in soggezione, eppure in questo momento provo solo tranquillità.
"Si" Gli rispondo, forse un po troppo sottovoce. Soddisfatto della mia risposta si allontana silenziosamente e rientra in casa. Lasciandomi li: solo e ancora immobile. Come se stessi aspettando qualcosa di più.

Da quando ti ho visto {boy×boy}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora