«Diana?»
Alzai il capo e vidi una mano muoversi frettolosamente in mezzo alla grande folla dell'aeroporto,nell'intento di catturare la mia attenzione.«Eccomi!» Mio zio David si fece spazio fra l'enorme quantità di persone e iniziò a camminare verso la mia direzione.
Lo imitai e lo raggiunsi,abbracciandolo forte.
Non lo vedevo da tanto,troppo tempo.
Mi godetti il suo profumo,quel profumo che da piccola ho sempre amato.
L'odore del suo dopobarba mi invase lentamente le narici,facendomi tornare in mente una marea di ricordi.David era il fratello di mia mamma,l'unico suo fratello.
Mi aveva vista nascere,mi aveva tenuta in braccio quando mia mamma era troppo stanca per potermi controllare. Mi aveva coccolato quando non riuscivo a dormire a causa degli incubi. Mi aveva capita,sin da bambina.
Si staccò da me e mi guardò,sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori,mostrando i suoi denti perfetti e ben curati.«Come stai?»
Mi chiese dolcemente,increspando il suo sorriso in una piega amara.
«Come sei cresciuta»Mi circondò nuovamente con le sue braccia,mentre io non riuscii a smettere di pensare al fatto che da quel giorno,avrei iniziato una nuova vita.
Mi sarei lasciata alle spalle tutto.
Tutta la sofferenza,tutti i pianti.
O almeno,avrei dovuto provarci.
«Sei così simile a lei»Abbassai il viso,mentre David mi lasciò una dolce carezza sui capelli.
Mia madre ci lasciò dopo aver lottato con tutte le sue forze. Era la donna più forte e coraggiosa che io conoscessi. Uno spiraglio di luce nel grande tunnel buio che era la mia vita. Sempre sorridente,nonostante tutto ciò che passava.
Ma anche i guerrieri,hanno il loro punto debole. Il loro tallone d'Achille.
Sposò mio padre alla giovane età di diciannove anni. Era decisamente troppo presto,ma l'amore nei confronti di mio padre era più forte di tutto,di ogni cosa.
Non vedeva il male che c'era in lui,vedeva solo il bene. Anche se tanto bene,in quell'uomo non c'era.Eravamo sempre state io e lei contro tutti,io e la mia mamma. Ma ora,tutto sembrava colorarsi di nero,la sua mancanza mi divorava dentro.
«Ti è mancata Los Angeles?»
Chiese David,accarezzandomi dolcemente una coscia,intento a tenere lo sguardo fisso sulla strada.
«Un pochino»
Mormorai fredda.
«Hai più parlato con tuo padre?» Chiese preoccupato,emanando nell'aria un senso di tristezza e empatia.
«No» Risposi secca.Mio padre fu l'essere che diede inizio alla mia sofferenza,non l'avrei mai perdonato.
Fu lui la causa di tutto,la causa di ogni male.
Mi entrò dentro ogni poro,divorandomi lentamente l'anima,facendomi chiudere in me stessa,come se fossi costantemente chiusa in una bolla.
La mia bolla,piena di sofferenza e traumi.«Manca poco,siamo quasi arrivati a casa»
Volsi lo sguardo verso il finestrino,osservando la città sfrecciarmi sotto agli occhi.
Non sapevo nemmeno io cosa stessi provando in quel momento. Un emozione mista all'ansia e alla paura. L'ansia e la paura di non essere abbastanza forte,di non potercela fare.
L'ansia è una brutta bestia,forse la peggiore.
Ti divora lentamente,ogni giorno sempre di più.
Ti fa credere di star bene,per poi di punto in bianco,farti cadere sempre più in basso della volta precedente.
L'ansia non ti abbandona,cresce e vive con te.«Eccoci»
Scendemmo dall'auto e David mi aiutò a togliere i bagagli dal cofano. Guardai quella grande casa,cercando di capacitarmi del fatto che da quel giorno in poi,avrei dovuto vivere là.
«Liam! Aiuta tua cugina a portare i bagagli dentro!»Sentii la porta aprirsi di scatto,mostrando Liam,il figlio di David.
«Ciao»
Il ragazzo si avvicinò a me,salutandomi con un cenno della mano.
«Liam un po' di felicità! Su dai!»
«Mi sono appena svegliato,vuoi che mi metta a ballare dalla gioia per caso?»
Iniziarono a discutere animatamente e io mi persi nel guardarli.

STAI LEGGENDO
Il mio riflesso
Lãng mạnL'amore è il significato ultimo di tutto quello che ci circonda. Non è solo una sensazione,è la verità,è la gioia che è la fonte di tutta la creazione. Dopo la tragica morte della madre,Diana é costretta a dover andare a vivere a casa del suo tanto...