Era pieno aprile e Manuel e Simone per staccare da lavoro avevano deciso di andare a fare una passeggiata a Villa borghese, complice il sole, complice l'aria felice che si respirava lì, presto si ritrovarono sdraiati su una porzione di prato fianco a fianco. Manuel si ritrovò a fissare il profilo di Simone con la luce del sole che lo illuminava e lui lo vide con la coda dell'occhio, ma si lasciò guardare perché se a farlo era Manuel, lui si sentiva la cosa più importante sulla faccia della terra.
Quell'equilibrio venne spezzato appena estrasse il telefono dalla tasca trovando diverse notifiche da Instagram, cosa normale, se non fosse che la maggior parte erano da una singola chat. Manuel si sporse leggermente per vedere cosa generasse quell'espressione sul volto del suo ragazzo, ma Simone scostò il telefono beccandosi un'occhiataccia da parte sua.
«Simò»
«non te sto a nasconde niente ma se lo sai te incazzi» si affrettò a rispondere.
«quindi me stai a nasconde qualcosa» Simone sbuffò rimettendo il telefono in tasca.
«c'è questo fan-»
«partiamo molto male»
«me fai parlá?» il tono irritato di Simone fece ammutolire Manuel che però continuò a fissarlo con insistenza aspettando che continuasse il discorso. «c'è questo che me tartassa sempre, all'inizio me mandava un sacco di messaggi ogni giorno a cui io ovviamente non rispondevo, poi ha iniziato con le foto che io non ho mai aperto e ora con le richieste di videochiamate»Manuel rimase a fissare il suo fidanzato in silenzio, non perché non avesse niente da dire, ma perché era talmente tanto innervosito che non riusciva a formulare delle parole che avessero un senso. Si alzò su un gomito lasciando che qualche riccio gli cadesse sulla fronte e Simone lo guardò leggermente preoccupato per quel silenzio strano.
«Manu»
«questo ti ha mandato delle foto?» Simone annuì. «quanto spesso ti scrive?»
«non- ma che ne so Manu una decina di messaggi al giorno»
«io lo denuncio dammi il telefono»Simone strinse le labbra tra loro per evitare di ridere perché sapeva che Manuel era serio e che anche quel discorso lo era, ma il fatto che fosse così protettivo nei suoi confronti non gli faceva avere paura di niente, nemmeno di qualche matto su Instagram.
«no lascia stare, prima o poi smetterà»
«si smetterà perché lo denun- non ride Simò guarda che se me parte er matto denuncio pure te» il minore se lo tirò a se ridendo.
«ma che ho fatto io?»
«sei troppo bello e attiri sti matti»
«non puoi denunciarmi per questo»Manuel sbuffò poggiando la testa sul suo petto ed iniziò a calmarsi solo quando Simone passò la mano tra i suoi ricci, aveva il terrore che a Simone succedesse qualcosa di male o che le persone lo tormentassero contro la sua volontà, non voleva che si trovasse in situazioni spiacevoli dettate da qualcun altro, ma soprattutto non voleva immaginare una situazione del genere se non ci poteva essere lui a proteggerlo.
«te devi sta al sicuro» sussurrò.
«ma io sto al sicuro, sto co te»Entrambi sorrisero e Manuel per tornare nella loro piccola bolla di felicità iniziò a fissare i bambini che giocavano nel parco davanti a loro. Lui non aveva mai creduto nel destino, negli astri, nell'oroscopo e in tutte quelle cose lì, ma si ritrovò a pensare che se avevano scelto di sdraiarsi proprio lì in un parco di oltre 80 ettari, inconsciamente un motivo ce lo avevano, o forse Manuel preferiva pensarla così per motivare la frase che uscì poco dopo dalle sue labbra.
«te ce pensi a un figlio?»
Sentì chiaramente il petto di Simone smettere di muoversi sotto la sua testa e sentì anche il suo cuore iniziare ad accelerare e martellare nervosamente nel suo orecchio. Chiuse gli occhi pentendosi immediatamente di quella domanda, probabilmente Simone l'aveva recepita come "troppo affrettata" anche se per Manuel non lo era. Lui voleva un figlio con Simone, voleva crescere e crescerlo insieme a lui.
STAI LEGGENDO
Focus on my heart. | Simuel
Fiksi PenggemarSEQUEL DI FOCUS ON ME📸 «te devi sta al sicuro» sussurrò. «ma io sto al sicuro, sto co te»