Pace e Guerra

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 Sono le due e come spesso accade mi ritrovo ad affrontare una lunga telefonata con la mia ragazza. Dopo le iniziali consuetudini tra cui battute sulla sua coinquilina prosperosa e la sua puntuale risposta "certo che voi maschi vi fate proprio fregare", entriamo nel vivo di uno dei soliti pipponi mezzo filosofici mezzo politici.

Il punto centrale del discorso, esposto tra intermezzi di uova sbattute e clangori di pentole, è come noi in occidente siamo privilegiati e i paesi del terzo mondo invece no, e noi in fondo siamo i colpevoli di questo sfruttamento. Usando terzo mondo come categoria generale per tutti quei paesi che non sono ricchi quanto o più del nostro. Insomma risparmiando i dettagli della conversazione che probabilmente già conosci, non concludiamo nulla come sempre accade in questi discorsi sui massimi sistemi, lei continua a pensare che è colpa nostra e a farsi carico delle colpe del mondo intero che neanche madre Teresa, io continuo a pensare che non mi interessa molto di chi è la colpa e che abbiamo solo avuto più culo di altri e non è che possiamo farci molto. Come ogni telefonata tramite internet tra l'Italia e la Svizzera che si rispetti, finisce tra parole sentite solo a metà e frasi distorte dalla connessione instabile. Dopo un po' di relazione a distanza ci si fa l'abitudine.

Il resto della giornata prosegue come era iniziata, tra riunioni pressoché inutili e problemi più o meno rilevanti per portare a casa quei mille e più euro da privilegiato occidentale. Ma ci sono privilegi peggiori e perciò la mia coscienza è ok.

Sono lì che affronto l'ennesimo inutile problema lavorativo, che il cellulare vibra e il fratello della mia ragazza, anche lui a Milano come me, propone di uscire quella sera per un birra insieme al nostro amico italo-francese Jacques.

In questo periodo mi sto specializzando in una branca della matematica molto interessante quanto poco studiata, perciò calcolo che, se non esco stasera, dovrò finire l'ultima birra in frigo e che di conseguenza dovrò andare a fare la spesa domani. Essendo fare la spesa una delle attività che più ripudio, un po' perché è una perdita di tempo comprando sempre le stesse cose, un po' perché non mi riesce nemmeno troppo bene, ritrovandomi sempre una volta a casa con:

- una confezione di sushi già pronto;

- diversi pacchetti di patatine;

- molte lattine di birra;

- del formaggio

decido di accettare l'invito nonostante si sia organizzato in un posto scomodo da raggiungere, ad un orario più tardo di quello in cui mangio di solito e senza nemmeno una ragazza nella compagnia. Ma i miei studi in matematica mi permettono di dire che comunque è meglio così.

Affronto il viaggio in metro con lo spirito del monaco zen tibetano che riesce a ignorare videochiamate in spagnolo a tutto volume, video di YouTube in arabo e urla varie che si susseguono sul vagone: arrivo finalmente a Porta Genova e mi metto a camminare verso il luogo dell'incontro. Sto uscendo da sotto un'impalcatura quando all'improvviso il tale davanti a me, probabilmente un po' pazzo, solleva di peso una transenna lì vicino per sbatterla poco più lontano.

Arriva Jacques, arriva Paolo, insomma ci siamo finalmente tutti e alla buon'ora delle nove possiamo cominciare a mangiare il nostro hamburger. Non è ancora arrivato che ho già finito la prima birra, ne segue una seconda e dopo il panino più che saziante ordino un bel tiramisù, peccando di gola, ma ci piace peccare un po' anche per dispetto alla religione cattolica che ci ha cresciuto.

Mentre parliamo del più e del meno, anche qui sfociando nei massimi sistemi che però più o meno trattiamo come argomenti qualsiasi, Jacques se ne esce ad un certo punto con

"Potremmo andare ad un bordello in Svizzera per dare la svolta alla serata"

Lì per lì sembra a tutti una buona idea, ma poi Paolo fa notare come il giorno dopo si lavora. Non che per me sia un problema dormicchiare un po' alla scrivania, ma lui in effetti fa il medico e potrebbe non essere il massimo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 16, 2022 ⏰

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