I tre compagni di viaggio passarono tre notti e tre giorni in quella foresta che gli aveva fatto da giaciglio regalando loro notti di passione, giunsero in una enorme prateria che si espandeva fin dove l'occhio poteva arrivare.
Era chiamata la landa dei galoppanti per il grande numero di cavalli che vi risiedevano, scorsero un accampamento di mercanti che per qualche motivo sembravano agitati, si avvicinarono e chiesero loro cosa fosse successo per renderli così inquieti.
Il più vecchio dei mercati un uomo con una lunga barba bianca che faceva intuire la sua lunga esperienza di vita disse loro che il tragitto era stato interdetto loro da uno strano essere che mai avevano visto prima un incrocio tra un uomo ed un cavallo.
Suez si offri di liberare loro la via in cambio di un po' di viveri, lascia inno alle cure dei mercanti e procede con Medro verso l'ignoto nemico.
Dopo un ora circa di cammino una moltitudine di cavalli sbarra loro la strada è a capeggiarli c'era un uomo che dal Busto in giù aveva il corpo di un cavallo così come avevano detto i mercati Suez ricordò che nella sua precedente vita aveva letto di loro in libro di letteratura greca, ma mai si sarebbe aspettato di trovarsi faccia a faccia con un centauro.
L'essere si presenta come Minosse il re dei cavalli e per poter concedere loro il passaggio vuole tutti i loro averi, in pratica altro non se che un brigante fatti sotto esclamò Suez, Minosse corre verso i due si gira all'improvviso calciando violentemente sul viso Medro che venne sbalzato a metri di distanza, a nulla era servito lo scudo che aveva posto a sua difesa.
Suez approfitta di quella frazione di secondo per balzare in groppa a Minosse e mettendo il braccio sul suo collo lo vincola ad una presa soffocante grazie alla sua enorme forza lo costringe alla resa, Minosse capisce subito che quella forza non è umana e dice a Suez "maledetti dei siete venuti a portare a termine l'opera? " Suez porge la mano al suo avversario e lo aiuta a rialzarsi dicendogli di raccontargli tutto.
Mentre Medro giaceva svenuto su un cumulo di fieno Minosse racconta che anche il suo antenato viveva sull'olimpo ma che fu confinato in quel mondo da Era perché si era rifiutato di fargli da cavalcatura.
I due avevano trovato un ottima intesa grazie all'odio comune, decisero di allearsi e bevvero insieme forse a causa dell'alcol ma lo sguardo di Suez non potete fare a meno di posarsi sul membro dello stallone grande quanto il suo avambraccio, fu in quel momento che Suez scivolò e finì sotto il centauro, il dono di Afrodite si fece di nuovo presente e Suez inizia a leccare il possente fallo che mai gli sarebbe potuto entrare in bocca.
Il centauro capisce subito di cosa avesse bisogno Suez e gli chiede di mettersi a quattro zampe Suez ubbidisce con la faccia piena di bava e Minosse gli versa dell'olio sull'ano altrimenti potrei farti veramente male dice a Suez che oramai aveva perso il senno.
Iniziò dalla punta che era grande come una mela e piano piano si fa avanti tra le carni di Suez, ciò che all'inizio era dolore si tramutò presto in un piacere mai provato, mai nulla di così grande era entrato in lui, poteva vederne la forma attraverso lo stomaco Minosse lo pompava a dovere e oramai al limite si alza sulle zampe posteriori tenendo Suez impalato dal suo membro e viene pesantemente.
Il suo sperma era così tanto che lo stomaco di Suez si gonfiò fino ad uscire dalla sua bocca, contemporaneamente Suez viene schizzando sulla bocca di Medro che giaceva inerme li vicino e nonostante non fosse cosciente con la lingua assapora il bianco nettare.
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