Me, A Weirdo.

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Cari lettori,
mi presento: sono una ragazza di ventisei anni, adoro disegnare, fare dolci, leggere e soprattutto scrivere.
Amo le serie tv, i film, e in generale tutto ciò in cui c'è della magia, del romanticismo o qualcosa di veramente esilarante.
Amo ridere, caspita se mi piace! Forse rido troppo in effetti, non sono affatto il tipo di ragazza affascinante e misteriosa che lascia tutti con quella sensazione di non sapere mai nulla di sé. Assolutamente no! Posso sembrare timida e silenziosa, ma nel momento in cui mi sentirò in confidenza con te, sarà la fine.
Sono il pagliaccio della famiglia (divertente visto che io ODIO i pagliacci), infatti nessuno mi prende mai sul serio, anche se a volte mi capita perfino di dire cose intelligenti!
Sono campionessa in cadute esilaranti, e ho una vasta collezione di cicatrici che lo dimostrano.
Diciamo che il mio principale problema, almeno al momento (perché se dovessi partire dall'inizio non mi basterebbe una serie tv di dieci stagioni per spiegare quanto sono disagiata e perché), è che non sento questi ventisei anni.
Vedo ragazzi della mia età che sono super seri, sposati, con un ottimo lavoro a tempo indeterminato, alcuni hanno perfino dei figli! Parliamone!
Io non ho idea di quello che sto facendo per il 90% della mia giornata, inseguo un milione di interessi diversi e mi arrabbio perché non riesco a fare tutto quello che vorrei. A lavoro ci vado vestita di rosa e glitter, fregandomene altamente delle colleghe modaiole che mi parlano alle spalle perché sembro un unicorno.
Ho un fidanzato meraviglioso praticamente da sempre, c'è sempre stato solo lui ed è bellissimo così perché non vorrei avere nessun altro accanto (a parte forse Dean Winchester, ma lui lo sa e mi perdona).
Sapete, mi piace anche il mio lavoro in realtà. Sono un'educatrice del nido, lavorare con i bambini è qualcosa di magico... e sfiancante allo stesso tempo. Quando torni a casa ti senti come sulla cima di una montagna, da un lato c'è la valle dell'esaurimento nervoso, dall'altro il lago dell'allegria. Dove cadrai non dipende tanto dai bambini, quanto dagli adulti. Perché per assurdo quando fai questo lavoro, almeno a mio parere, non sono realmente i bambini a portarti alla follia, ma i genitori e le colleghe. Avete presente quando la gente dice che lavorare in un ambiente prettamente femminile è un destino orribile? Ecco, non esagera. Noi donne siamo meravigliose, forti, intelligenti, in gamba... Peccato che quando ci ritroviamo a dover passare troppo tempo tutte insieme senza nemmeno un uomo a stemperare un po' il clima, diventiamo delle stronze competitive e pettegole.
Attenzione! Non è una regola, ma purtroppo è molto comune.
Credo di aver perso il filo del discorso... Dicevo, ci sono ragazzi di venticinque anni (circa) che hanno già capito tutto, sono già adulti per così dire, e mi complimento con loro (non è vero, state sul cazzo a tutti).
Ci sono quelli che ancora stanno studiando, non hanno mai lavorato o sono alla ricerca dell'amore o comunque di una relazione relativamente stabile.
E poi ci sono quelli che stanno a metà, che vagano alla cieca senza sapere dove stiano andando e ogni mattina quando si svegliano cercano almeno di avere un quadro più o meno chiaro di quella che sarà la loro giornata. Quelli che un po' sono stupiti di essere arrivati illesi (più o meno) al quarto di secolo. Quelli che iniziano la giornata dicendo "oggi darò una svolta alla mia vita, inizierò a mangiare sano e a fare esercizio fisico e non passerò più così tanto tempo davanti alla tv!".
Solo che poi torni a casa dopo una giornata di lavoro e il divano è troppo comodo, la vaschetta di gelato troppo invitante e come se non bastasse hanno rimesso Pretty Little Liars su Netflix.
Allora incolpi l'universo perché sicuramente sta cospirando contro di te, ti dici che dopotutto ti meriti un po' di riposo e niente... Così per i successivi tre mesi.

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