CHAPTER XIV

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CAMILA'S POV

Mi svegliai normalmente intorno alle otto del mattino, verso le dieci mi avrebbero dimessa così John mi sarebbe venuto a prendere per andare insieme in hotel. Quella sera avrei dovuto vedere le ragazze, avevo colto la palla al balzo per chieder loro di farmi da testimoni, siccome erano tutte qui, così da non aspettare un ulteriore mese. L'infermiera Cassie venne a togliermi la farfallina che mi era stata lasciata sul dorso della mano in caso ci fossero state complicazioni e fosse servita per attaccare delle flebo o qualcosa del genere, la ringraziai con un sorriso dopodiché mi alzai dal letto nel quale avevo passato letteralmente tre giorni interi e quasi mi parve di non ricordare come stare in piedi e camminare.

''Vuole una mano?'' chiese l'infermiera lasciando quel che stava facendo, io scossi il capo.

''Ti ringrazio, comunque puoi darmi del tu... suppongo siamo coetanee'' risposi rifiutando però l'aiuto, lei sorrise annuendo.

''Allora posso chiederti una cosa?'' mi disse venendo dal lato del letto dov'ero io, intenta a sistemare le mie cose nella borsa che John mi aveva portato.

''Certo'' risposi spostando il mio sguardo su di lei.

''La ragazza dagli occhi azzurri...'' disse riferendosi palesemente a Lauren ma chi sa cosa stesse guardando mentre le aveva parlato siccome i suoi occhi non erano per niente di quel colore.

''Verdi'' la corressi silenziosamente con un sorriso a labbra strette, lei abbasso il volto imbarazzandosi facendo trapelare un piccolo sorriso.

''Sì, lei... è impegnata...'' alzò lo sguardo nuovamente su di me.

''...con te?'' disse infine quasi sottovoce come a non volermi offendere o creare qualche tipo di fastidio, io sospirai scuotendo il capo.

''No, no...'' risposi solamente, ora chi guardava il pavimento ero io.

''Quindi è single?'' chiese ancora, con un tono che lasciava evincere speranza, io alzai velocemente la testa per rivolgerle un sorriso.

''Sì, che io sappia sì'' risposi tonando a mettere a posto le mie cose, lei sorrise quasi a trentadue denti e lo seppi solo perché guardandola con la coda dell'occhio.

''Però sei fortunata...'' disse ed io mi girai stranita guardandola probabilmente con un'espressione interrogativa.

''E' evidente che ti faccia la corte'' rispose con un tono ovvio, io risi forse istericamente.

''Ma no... Lauren è così, è il suo modo di esserci'' risposi ma lei non parve convinta a dire dalla sua espressione però annuì.

''Se lo dici tu...'' disse alzando entrambe le mani in segno di resa, sorridendo un po'.

''Anche se fosse, comunque, puoi provarci tranquillamente'' dissi alzando la mano sinistra esibendo il mio anello di fidanzamento. In quel momento non seppi perché le parole rotolarono così velocemente fuori dalla mia bocca ma soprattutto senza che me ne rendessi conto, quasi come se volessi giustificarmi con la donna che avevo difronte per il fastidio che stavo provando a causa del suo interesse verso quegli occhi verdi che, un tempo, mi appartenevano. Quasi come se volessi giustificarmi con me.

''Oddio! Ma è meraviglioso... la fortunata allora è la riccia?'' rispose tirando ad indovinare riferendosi a Normani, diciamo che per l'infermiera Cassie ero tutto tranne che fidanzata con un uomo.

''No, il fortunato è l'unico ragazzo che vedi entrare ed uscire da qui'' risposi ridendo, lei avvampò immediatamente.

''Scusami... io... non volevo dare per scontato che, ecco, tu...'' rispose impacciata, io le sorrisi dolcemente.

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