FINAL CHAPTER

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CAMILA'S POV

La sveglia mi risvegliò dal sonno tranquillo che stavo, per la prima volta da mesi, facendo. Con ancora gli occhi chiusi lanciai una mano alla ricerca del dispositivo infernale che mi stava interrompendo e tastai lo schermo nel tentativo di mutare la suoneria, mi girai poi verso l'altro lato sentendo le mie labbra incurvarsi in un sorriso di pace e cercai il corpo della donna dagli occhi verde smeraldo provando ad attaccarmici con un braccio. Ma qualcosa non andava e me ne resi conto quando, aprendo istantaneamente gli occhi, notai che il suo bellissimo corpo tonico aveva lasciato posto al vuoto assoluto tra le lenzuola che erano state le uniche testimoni della nostra notte d'amore. Mi misi immediatamente a sedere, la mia espressione ora seria, richiamandola ad alta voce – una, due, tre volte. Niente, evidentemente lei non era lì. Del resto non potevo nemmeno biasimarla, pensai alzandomi mentre scostavo la coperta dalle mie gambe per poi tirarla e fasciarmici il corpo ancora nudo. Il pavimento freddo a contatto con le piante dei miei piedi mi diede una scossa, quasi a risvegliarmi completamente per farmi realizzare che era davvero sparita. Feci il giro del letto avvicinandomi al finestrone che dava sulla magnifica città che era invece stata testimone per anni del nostro grande amore, stessa città che avevo scelto come luogo di nozze. Sgranai immediatamente gli occhi: avevo completamente dimenticato che fosse proprio oggi il giorno, lo stramaledetto e dannato giorno. Ecco perché la sveglia mi aveva disturbato alle sette del mattino, con il sole alle porte ed il cielo pronto ad accoglierlo. Il mio sguardo fu colto da un foglietto bianco ripiegato su sé stesso, era poggiato sulla piccola scrivania di Michael, mi avvicinai con le braccia ancora incrociate ed un'espressione mista tra curiosità e preoccupazione. Questa scena mi diede un déà-vu di quando Lauren lasciò un biglietto nella mia camera d'hotel per riportarle la camicia, prima che scoprisse tutto: del matrimonio, di John, del perché l'avevo abbandonata senza dire una parola. Sul lato superiore del foglio c'era scritto 'Camila.' quindi capì che fosse nuovamente un suo messaggio. Sorrisi invano, pensando fosse una delle sue romanticherie, lo presi tra le dita e subito lo aprì.

In un'altra vita.

Lauren Jauregui

Il sorriso sul mio volto si spense immediatamente, avevo capito subito a cosa si riferisse, era semplice: Lauren era andata via e forse non l'avrei mai più rivista. La cosa certa era che quella sera non ci sarebbe stata e – forse lo pensai egoisticamente – non mi avrebbe impedito di fare la cazzata più colossale della mia vita. Presi il cellulare bombardandola di telefonate e messaggi ai quali sapevo benissimo che non avrebbe mai risposto, capendo fosse tempo perso mi vestì velocemente con gli abiti della sera precedente ed uscendo mi imbattei in almeno una dozzina di persone che mi guardarono stranite. Finalmente scesi al pian terreno, fortunatamente l'azienda aveva aperto perciò potei uscire anche senza pass, che per la cronaca non avevo. Varcando le porte trovai niente poco di meno che Michael Jauregui, in carne ed ossa, proprio davanti ai miei occhi, mentre si accingeva a salire le larghe scale per entrare nel suo imponente edificio. Non mi riconobbe immediatamente, lo fece solo dopo aver colto il mio sorriso sgranando gli occhi stupito. Era invecchiato ma era sempre l'uomo carismatico ed intraprendente che avevo conosciuto quando ero solo una ragazzina, colui che aveva trasmesso col sangue la sua passione per l'arte alla donna dagli occhi verdi e che l'aveva vista crescere in un modo totalmente differente da quel che prospettava per lei ma che, nonostante questo, era sempre stato pronto a supportarla nelle sue scelte, qualunque esse fossero. Le sue larghe braccia mi inglobarono in un abbraccio caloroso e tenero.

''Camila Cabello... accidenti, che donna magnifica sei diventata!'' disse guardandomi con occhi pieni di orgoglio e soddisfazione. La sua voce era diventata più bassa e molto roca.

''Grazie signor Michael, sempre troppo gentile con me...'' risposi sorridendo, lui mi guardò alzando le sopracciglia a mo' di richiamo scherzoso.

''Quante volte ti avrò detto che per te sono solo Mike?'' disse ridendo, io annuì sorridendo.

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