5 - Ricercatezza - Rebecca

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La parte migliore delle relazioni a distanza è il primo contatto dopo settimane, a volte mesi, di totale assenza.
I primissimi giorni, quelli in cui quasi non ci credi che per comunicare basti parlare a voce alta, senza dover prendere il telefono, senza dover battere alla tastiera o registrare un vocale.
Ti giri mentre stai scrivendo al pc e noti con sorpresa come effettivamente lui sia lì, dietro di te, a lavorare ad altro, quasi come se ti fossi dimenticata di essere insieme.

Tranne le prime due volte, che si possono comprendere visto l'imbarazzo generale e il conoscerci fisicamente in maniera limitata, abbiamo sempre cercato di darci un ottimo benvenuto, generalmente da parte del proprietario di casa all'ospite, ovviamente. A maggio quando sono andata da lui, a luglio quando siamo andati al mare, a settembre quando ero di nuovo da lui.
Il momento per me più importante forse è quello del primo incontro in assoluto, in stazione, dopo almeno 2 mesi che non ci vediamo, abbracciarci di nuovo e, ovviamente, tornarcene a casa e goderci di nuovo la nostra relazione intima in tranquillità.
I viaggi sono lunghi e faticosi, durano ore, spesso con interminabili pause tra un treno e l'altro, che ti costringono a rimanere in piedi per quasi un'ora.
Arrivata da lui decido di farmi subito una doccia, per rimuovere la sporcizia del treno di dosso e per scaldarmi un po', nonostante la primavera sia alle porte non c'è ancora un clima che eviti di farmi sentire freddo. Mi dirigo in bagno con l'accappatoio in mano ed apro l'acqua, aspettando che si scaldi. Nel frattempo inizio a spogliarmi, cercando di buttare i vestiti tenuti per tutto il giorno il più lontano possibile da me, sono già stata in contatto con quella porcheria per troppo tempo, mi sembra come di sentirla addosso.
Mentre finisco di togliere la stoffa dalla mia pelle sento bussare alla porta, poi segue la sua voce:
"Posso entrare?"
"Sì, certo"
Ro si intrufola nel bagno, che inizia a riempirsi di vapore, alzando la temperatura nella piccola stanza che ci contiene, che date le sue dimensioni non fatica di certo a scaldarsi.
"Sei bella"
"Grazie amore!"
Mi accarezza delicatamente la schiena, sento le sue dita calde che scorrono a partire dalle spalle, seguono la mia spina dorsale fino ad arrivare al suo termine, dove decide di lasciarle afferrare una chiappa, stringendo abbastanza da farmi sentire come la pelle da lui tirata faciliti l'eventuale accesso alle mie intimità.
Mi tira uno schiaffetto nella stessa zona e mi dà un bacio, poi mi lascia entrare nella doccia, uscendo dalla stanza per il troppo calore.
Mi lascio trasportare dalle sensazioni mentre l'acqua scorre su di me e porta via le mie preoccupazioni insieme al sapone. Esco dalla doccia e mi prendo qualche momento per me, curo i miei capelli con un maschera leave-in, un olio ed un termoprotettore aggiuntivo per evitare che si rovinino. Passo poi al mio corpo, coccolandolo con del latte corpo, per rendere il tutto più invitante per chi mi sta sicuramente aspettando in camera. Asciugo velocemente i capelli e vado da lui, avendo i vestiti lì.
Mi lascia vestire senza troppi "intralci" e vado a stendermi accanto a lui sul letto, stuzzicandolo un po' con la mano mentre ci guardiamo qualche video casuale che scorre sullo schermo del telefono. Lui fa finta di nulla come solito, non dandomi neanche la soddisfazione di qualche sospiro o uno sguardo. Come mio solito allora smetto, visto che non sembra gradire troppo, è quasi un mio modo di chiedergli: "Se davvero ti sta piacendo allora dimostramelo".

Gli faccio invece una richiesta diversa da questa, cercando di portare a mio vantaggio una situazione apparentemente monotona e senza nessun risvolto:
"Ti andrebbe di farmi un massaggino? Il viaggio mi ha stancata"
Sto palesemente esagerando con il tono di voce, quasi da far sembrare questa domanda ironica, ma lui sa che sotto c'è un fondo di verità, anche se non sto ovviamente morendo dal dolore ai piedi.
"Ma sì, certo amore"
È sempre così amorevole con me... mette da parte il telefono e mi toglie delicatamente i calzini messi poco prima, mostrando le mie dita curate, con le unghie perfettamente dipinte di blu, leggermente squadrate.
Mentre mi massaggia uno dei due piedi appoggio volontariamente l'altro sulla sua coscia, sulla parte alta, quasi a toccare il bacino. Lascio che sia lui a prendersi cura di me, a coccolarmi, farmi rilassare... poi ho già in mente come io farò rilassare lui dopo.
È seduto a gambe incrociate di fronte a me, io appoggio la testa sul cuscino, chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalle sensazioni positive che mi regalano le sue mani, alternandosi tra un piede e l'altro.
Questa volta però, mentre me ne accarezza uno, appoggio il secondo sulla sua spalla ed inizio ad accarezzargli il collo, muovendo solo un pochino la caviglia. Tolgo anche il primo dalle sue mani e faccio lo stesso, lasciandoli scivolare sul suo petto fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni, dove non posso fare altro che piegare le dita ed inserire il solo alluce all'interno della parte più alta.
Mi appoggio sui gomiti nel frattempo, per avere una visuale più chiara di come lui si stia vivendo la cosa, anche se basterebbe sfiorare il cavallo dei calzoni per poter ricevere la propria risposta.
Si slaccia e toglie tutto ciò che crea una barriera tra me ed il suo piacere, facendomi ricordare come muovermi con la massima delicatezza possibile. Sarebbe molto più semplice usare le mani, ma non sarebbe nulla di nuovo, è una cosa già vista e rivista e in più so che questo gli crea, oserei dire, più piacere di qualcosa di banale e scontato come può essere quest'altra ipotesi.

Cerco di muovermi come posso, senza avere la stabilità e la precisione che vorrei, ma allo stesso tempo mi lascio aiutare da Roberto, che mi guida afferrandomi entrambe le caviglie. Dirige i miei movimenti, usando il mio corpo a suo piacimento e questa cosa non mi dispiace; lascio che sia lui a darsi piacere come meglio crede, almeno fino a quando glielo lascerò fare.
Come si è già visto, è generalmente lui il dominante della coppia, ma a volte mi lascia del potere, anche se le nostre relazioni dom/sub variano molto in base a chi comanda, diciamo che lui si può permettere di essere molto più estremo con me, nei limiti che ci siamo dati.
Si alza in piedi per cambiare posizione, si stende supino, con me seduta accanto a lui, i miei piedini sul suo membro. Si muovono con cautela ma non con troppa delicatezza, finché non decido di cambiare le carte in tavola e li sposto sul suo petto, vicino al suo volto. Ne prende uno in mano ed inizia ad accarezzarlo, a baciarlo, a... venerarlo.
In questa posizione, sia fisica che mentale, è proprio così che mi sento: venerata. Come una Dea.

Ed è così che voglio sentirmi a volte, semplicemente "superiore".
Torno a toccarlo mentre lui si gode ciò che gli piace, con le mani però questa volta.
Lo sento eccitato sotto le mie dita, mentre lo guardo contemplare il mio corpo mentre ascolto i suoi gemiti.
Sposto le mie gambe, mi alzo in piedi e mi inginocchio di fianco al letto, prendendo in mano la sua virilità. La lecco, lentamente, lasciando che la mia lingua segua le sue naturali curve, le sue sporgenze e le rientranze... mi lascio trasportare dalle sue vene, che lo ricoprono in gran parte e mi consentono di tracciarlo in ogni sua parte.
Inserisco la punta nella mia bocca e cerco di immaginare la sensazione di calore che prova lui in questo momento, avvolto dalle mie labbra.
Sento la sua mano sulla mia testa, mi spinge più a fondo, o meglio, si spinge da solo, tenendo ferma la mia testa e muovendo il suo bacino. Prosegue con dei movimenti ripetuti, in un ritmo calzante, che mi permette, almeno per ora, di respirare senza troppa fatica, senza dover interrompere il suo piacere, prendo una boccata d'aria tra una spinta e l'altra.
Arriva con il bacino a pochi millimetri dalla mia bocca, costringendomi ad accoglierlo nella mia gola, senza avere tempo per fare storie e tantomeno per lamentarmi, anche perché non ci crederei neanche io che non mi stia piacendo.
Rimane completamente dentro di me per alcuni secondi, che a me sicuramente sono sembrati molto di più dei reali, vista la mancata preparazione e la conseguente mancanza d'aria.
Mi lascia respirare e torna a muoversi nella mia gola, con delle piccole interruzioni che mi consentono di non rimanere a corto di ossigeno e mi permettono di continuare a soddisfarlo senza ulteriori interruzioni.
Sento la gola pizzicare con il trascorrere del tempo e quando glielo comunico accorda a trovare una soluzione alternativa per venire.
Torno sul letto e mi sdraio accanto a lui, semiseduta, ad un'altezza del letto tale da consentirmi di raggiungere agevolmente la sua eccitazione con i miei piedini. Mi aiuta nelle mosse prendendomi dalle caviglie, si posiziona tra gli archi dei miei piedi ed inizia a muoverli. Un po' fa muovere loro, un po' si muove lui.
Lascio decidere a lui il ritmo, senza provare ad assecondare i suoi movimenti, concedendogli di gestire questo massaggio erotico ed eccitante, standosene lì a guardare e ad ascoltare, per comprendere sempre meglio cosa e come gli piacesse.
Aumenta il ritmo e così anche quello dei suoi gemiti, non riesco a girarmi per baciarlo senza muovere le mie gambe, ci vorrebbe una stretta al suo collo in questo momento subito prima del completo culmine, ma so che non gradirebbe particolarmente e reprimo la mia impulsiva eccitazione.
Lo sento finalmente svuotarsi sui miei piedini, il contrasto con il suo calore che cola sulla mia pelle mi fa quasi venire i brividi, come se stessi per venire anche io.
Sentirlo così, in queste condizioni, stanco a causa di un orgasmo forte come questo... mi eccita. Soprattutto perché sono consapevole del fatto che sono stata io a causarglielo. O meglio, una parte di me, comunque, anche se controllata da lui.
Non posso muovermi senza rischiare di sporcare dappertutto o fargli male e così lascio che sia lui a ripulire entrambi, con tanta delicatezza quasi da non pulire davvero, lasciandomi un po' appiccicosa, ma va bene così.
Finisco di asciugarmi da sola e mi stendo accanto a lui, con la testa sul suo petto e gli addominali doloranti dallo sforzo, forse dovrei tornare ad allenarmi come mi riprometto ogni volta...
Finisce per addormentarsi con me appoggiata a lui, ancora sveglia. Aspetterò il suo risveglio, magari riuscirò a farmi ringraziare come si deve...

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