1 - Discoteca - Rebecca

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Andare in discoteca non è il nostro hobby preferito.

Preferiamo passare la serata in maniera tranquilla, a ridere e scherzare sotto le coperte, a tirarci i cuscini addosso e a lottare nel cercare di farci il solletico o di schiaffeggiarci dove capita.
Tanto, qualunque fosse l'inizio della serata, entrambi eravamo consapevoli della fine. Ci trovavamo sempre in posizioni strane, ma casualmente sempre con lui sopra di me. Allora, mi viene da pensare, che magari quelli erano i ruoli che la vita ci ha imposto, da cui non possiamo fuggire, delle caratteristiche intrinseche nella nostra personalità, nel nostro carattere e nel modo che abbiamo di porci agli altri, che ci permettono di relazionarci facendoci sentire succubi o dominatori nei confronti di chi ci circonda.

È la festa di Vanessa e non possiamo rifiutarci di andare, per quanto il luogo non sia dei nostri soliti, per quanto possa essere discutibile festeggiare un compleanno in discoteca, dove non si può parlare, dove non ci si capisce, dove si ride solamente perché in preda all'alcol.
Poi, ora che abbiamo finalmente trovato il regalo non possiamo tirarci indietro, non dopo tutto il tempo che abbiamo passato a cercarlo.
"Ro"
"Sì?"
"Facciamo una cosa. Invece di vestirci eleganti, come faremmo noi due vestiamoci semplicemente come se dovessimo andare in discoteca, tanto alla fine è lì che andremo e sicuramente gli altri, ma soprattutto le altre saranno più nude che vestite (tantomeno eleganti). Dimentichiamoci chi siamo, per una volta"
"Va bene, ci sto, anche se penso che io potrò fare meno di te, sicuramente tu puoi sbizzarrirti di più!"
"Sarà divertente comunque! Allora vado a vestirmi, poi ti lascio la camera mentre mi trucco"
La verità è che non ho la più pallida idea di cosa mettermi. Perché propongo "COSE" se poi non so neanche io come realizzarle non lo so, non so darmi una spiegazione.
Dopo aver esaminato varie scelte opto per un outfit nato per farmi sentire una ragazzina in cerca di attenzione, quasi volgare: un tubino nero senza maniche, molto aderente, che arriva a stento a metà coscia. Un piccolo dettaglio: a partire dal punto vita, lateralmente, la stoffa elastica si riduce a dei piccoli lembi che collegano il retro con la parte anteriore, formando delle croci su tutti i fianchi e le cosce, già poco coperte. Qualunque paio di mutandine sarebbero visibili e questo abito mi sembra un'ottima scusa per non metterle. Sotto il vestito trovano posto delle parigine nere, con un fiocchettino sul retro, che lasciano esposto qualche centimetro della mia pelle e che terminano all'interno di un paio di tacchi neri.

Lascio la camera senza farmi notare e finisco di prepararmi, mentre lascio che Ro si vesta.
Ci vediamo direttamente quando entrambi siamo pronti, ha indosso dei semplici pantaloni neri e una camicia. Sa benissimo quanto mi piaccia in camicia. Mette in risalto tutta la sua robustezza, le sue spalle, la sua forza.
Lo squadro dall'alto in basso e gli sorrido maliziosa, mentre a lui cade lo sguardo sui miei fianchi praticamente scoperti.

Arrivati in discoteca incontriamo Vanessa e gli altri, dopo non poche difficoltà, riusciamo a consegnarle il regalo, che fa sparire chissà dove mentre ci abbraccia e ci ringrazia. Non è così tardi, ma la metà degli invitati sono già fradici e la festeggiata non sembra essere diversa dagli altri...

Vado a prendere qualcosa da bere e vedo Ro dall'altra parte, mentre parla con dei suoi amici, finché non si gira, in maniera disinteressata, e mi vede lì seduta a guardarlo. Si avvicina con il suo bicchiere in mano fissandomi, fino ad arrivare ad una distanza tale da capire cosa ci stiamo dicendo.
"Devi essere con qualcuno, non sarai mica venuta da sola"
"Sì, in realtà sono venuta qui col mio ragazzo, ma mi sembra quasi di non riconoscerlo, stasera"
Devo faticare un po' per non rovinare la scena, mi viene quasi da ridere a pensare a queste mezze scene da film, ma potrebbe diventare qualcosa di divertente.
"Fossi il tuo ragazzo non ti lascerei sola vestita così, in mezzo ad una discoteca, sai"
Lo sento appoggiare una mano sul mio ginocchio e farla salire lentamente verso la mia coscia, accarezzandomela mentre parliamo
"Alla fine sono una ragazza sveglia, non vedo perché temere di lasciarmi da sola"
"A quanto pare non abbastanza sveglia da evitare di far avvicinare uno sconosciuto e mettercisi anche a parlare"
"Beh, tecnicamente tu n-"
Sussulto a sentire la sua mano salire rapidamente tra le mie cosce, farsi strada lungo un percorso che conosce bene. Sa dove tocca, sa cosa tocca e se sbagliaè solo perché vuole che io lo desideri di più.
"E non sei sveglia abbastanza da far evitare questo, da parte di uno sconosciuto."
Abbasso la mia mano con l'idea di allontanare la sua, per dimostrargli che posso ancora avere il controllo della situazione, se solo lo voglio.
Mi afferra il polso con l'altra mano non appena io sfioro il suo braccio, lo tiene stretto tra le sue dita. Alzo lo sguardo e trovo i suoi occhi che già fissavano i miei, senza esitazione. Lo abbasso di nuovo, non mi aspettavo un contatto così intenso e non riesco a sostenere il potere che emanano i suoi occhi.
"Che fai? Abbiamo appena cominciato, non ho neanche iniziato a divertirmi e poi non dirmi che non ti sta piacendo, il tuo corpo ti tradirebbe brutalmente."
Sospiro silenziosamente, so che è vero, sento come il mio corpo non coprirebbe l'ipotetica bugia, sento come le sue dita scivolano senza difficoltà mentre lui mi accarezza le labbra e mi stuzzica l'entrata, facendomi sentire solo la punta delle sue dita dentro di me, senza darmi la soddisfazione di sentirmi totalmente in suo possesso, anche se di fatto lo sono già.

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