6 Un gala dal sindaco

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L'inferno è vuoto e tutti i demoni sono qui.

Oggi Logan ha imposto a me e Grace l'uscita anticipata dal lavoro per prepararci, così ora siamo nel mio appartamento. La mia amica ha portato il suo vestito con sé stamattina, e ha intenzione di metterselo qui, in attesa che il mio capo venga a prenderci.

«Spero che vada bene...» Le dico mentre osservo il mio vestito allo specchio, è un lungo abito rosso fuoco con uno spacco sulla coscia destra. Ai piedi indosserò dei semplici tacchi neri abbinati alla mia borsa del medesimo colore. I capelli li ho lasciati sciolti e ho semplicemente passato il ferro per farli leggermente mossi; mi sono truccata ma nulla di pesante, non so bene chi ci sarà al gala e non voglio rischiare di fare figuracce.

«Ma sì! Ormai ci sei abituata.»

«Sono stata con lui una volta sola al di fuori dell'ufficio! E poi era per lavoro. Ora mi sembra che sia un po' diverso però...»

«Perché?»

«Sembra quasi... quasi un appuntamento, sai.» Quale capo chiederebbe a una semplice dipendente di andare ad un gala insieme a lui? Perdipiù un gala a casa del sindaco di New York.

«E non ti piace questa cosa?»

«Come ti ho detto, non vorrei che si spargessero voci in giro per l'azienda.»

«Sì, posso capirlo.» Grace si alza, entra in cucina e da un morso ad uno dei biscotti che ho fatto qualche giorno fa.

«Sai che probabilmente ci sarà un buffet a questo gala, vero?»

«Esattamente! Mangio un po' prima di modo da non rimpinzarmi lì. Beh dai vai a mettere i tacchi invece di ritardare!» Sospiro, sparisco nella mia camera, poi torno in soggiorno. Gli occhi di Grace si illuminano, batte le mani poi dice:

«Questo vestito è magnifico, con quelle scarpe poi, e anche tu lo sei! Scatenerai il caos, piccola Madison! Non lascerai nessuno indifferente.» Mi guarda maliziosamente.

«E vuoi attirare l'attenzione di qualcuno in particolare?»

«No.» Non penso sia del tutto vero, ma non so se sarei pronta a stare con un uomo come i Date, voci, bisbigli, commenti, non so se potrei sopportare tutto questo, in più veniamo da due mondi opposti.

«Madison, parlo dalla base, mi ricevi?» All'improvviso esco dai miei pensieri e rivolgo uno sguardo interrogativo a Grace.

«La mia domanda ti ha fatto sprofondare in un profondo dubbio esistenziale.»

«Scusa, stavo ancora pensando al lavoro. Vai a cambiarti, non posso far aspettare Logan Date!» Lei corre a vestirsi, indossa un abito blu abbinato a scarpe e borsa; i suoi capelli biondi sono messi in risalto da un sottile cerchietto di brillantini blu, anche lei non ha osato molto con il trucco.

«Amica mia sei stupenda.» Lei mi sorride di rimando.

Il campanello suona poco prima dell'orario concordato, Grace improvvisamente si raddrizza, mi afferra per il braccio e mi trascina fuori.

«Andiamo.» Dice, prima di arrivare, insieme a me, alla limousine, dove davanti troviamo Steve, l'autista di Logan.

«Signorina Moore, Signorina Langover.» Ci saluta educatamente mentre si china leggermente verso di noi.

«Buonasera, Steve.» Dico io rivolgendo un sorriso all'autista.

«Siete entrambe molto belle stasera.» Passa il suo sguardo da me a Grace.

«Grazie mille!»

«Grazie!»

Steve apre la porta della limousine per farci entrare. Logan, vestito con un elegante abito nero, alza lo sguardo dal suo telefono. Guarda prima Grace, poi il suo sguardo si ferma su di me. Mi sento avvampare.

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