19 La cauzione

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                                Nella libertà mi sento prigioniera di un destino sbagliato.

I miei occhi non lasciano la silhouette di Logan. È così vicino che se allungassi la mano riuscirei a toccarlo, ascolto a malapena con un orecchio le affermazioni dell'accusa e le obiezioni della difesa. Logan si alza in piedi dritto come la giustizia, con la testa e il mento alto. Mi chiedo a cosa stia pensando, cosa farà se non lo faranno uscire di prigione? Se mai tutto fosse troppo difficile... se mai non fossi abbastanza... farebbe l'indispensabile? I miei occhi sono velati di tristezza, improvvisamente la mano di Ethan mi cade sul ginocchio e mi tira fuori dalla mia spirale negativa.

«Intervallo.» Esco dal mio torpore e guardo Ethan, che ha solo un piccolo sorriso sul volto.

«Ti offro un caffè, Madison. Ti offrirei un po' di bourbon, ma considerando dove siamo, forse è meglio di no. Ma, comunque, hai bisogno di qualcosa che ti scuota un po'.»

«Non dico mai di no al caffè.» Dico sospirando leggermente. Mi alzo con Ethan e do un'occhiata a Logan, che si è alzato sulle sue gambe prima che una guardia gli si avvicinasse, ha tempo di girarsi e di darmi un'occhiata. In quello sguardo mi dice che tutto andrà bene, non importa cosa accadrà alla prima udienza. Ho tanta voglia di credergli, ma voglio anche una sola cosa: averlo con me. Con un ultimo sospiro, lascio finalmente la stanza assieme a Ethan.

«Ecco il tuo caffè.»

«Grazie...» Anche Ethan sta tenendo una tazza, nella quale versa tre bustine di zucchero, di fronte al mio sguardo stupito, quasi indignato, il fratello di Logan sorride.

«Mi dispiace, ma non posso bere il caffè senza zucchero.»

«Diciamo che in questo momento il tuo caffè non è zuccherato, è diabetico.»

«Mi serve almeno questo per poterlo inghiottire.» Ethan cade sulla panchina di fronte a noi e allunga le gambe davanti a lui. Mi siedo accanto, però a una buona distanza. Nessuno di noi dice nulla, fin quando non è lui a rompere il silenzio che si è formato nella stanza.

«Non sta andando così male come pensavo.»

«Credi?» Domando stupita, non me ne intendo molto nel campo della giurisprudenza.

«L'avvocato di Logan lo sta difendendo bene e sta facendo i punti giusti.»

«Pensi che basterà? Che non vogliano fare di lui un esempio?»

«È una possibilità, ma non soffermarti troppo su questo.» Ethan sorseggia il suo caffè mentre osserva l'ambiente circostante, i suoi occhi seguono le coorti di avvocati, poliziotti, imputati e testimoni, che passeggiano nell'atrio.

«Non so se questo è il momento giusto per dirlo, ma sento che devo farlo... Mi sono fidanzato.» Faccio quasi cadere la mia tazza a terra.

«Di cosa stai parlando? Mi sono persa un episodio?»

«No, mio padre mi ha posto il fidanzamento con Linda Older come condizione di assumere il controllo di Logan.»

La famiglia Older... un'altra di quelle grandi dinastie che tirano i fili del nostro mondo. Vorrei potermi stupire, eppure mi sembra solo una banalità sconcertante e triste.

«E non hai nulla di cui lamentarti? Hai accettato?»

«Sì...»

«Beh, Ethan, sei comunque disposto a fare qualsiasi cosa per avere The Date. Sei sicuro che non sei stato tu a denunciare tuo fratello?» La mia osservazione sembra pungerlo fino al midollo, mentre si raddrizza in un colpo solo, quasi a rovesciare il caffè.

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