Cap. X Primo giorno al campo finito

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Rose
Attendei per qualche minuto, senza dire niente. Jake era immobile e fissava lo spiazzo dove prima giaceva il corpo di Evangeline.
Era ovvio che non avesse fatto apposta, lo conoscevo. O forse no? Dopotutto eravamo li da poche ore, magari jake voleva sperimentare i suoi poteri di prescelto su un innocente.
Cancellai subito quel pensiero.
I ragazzi se ne erano andati tutti, mentre jake si era seduto a gambe incrociate scioccato.

-Stupido!! Stupido!!
Urlò mentre affondava il viso tra le mani.
-Sono uno stupido! Non riesco neanche a controllare me stesso figuriamoci se riuscirò a capitanare un impresa che segnerà il futuro del mondo!!

Non sapevo cosa dire, la aveva combinata proprio grossa.

-Jake non devi preoccuparti, vedrai che miglioraremo...

-Io non posso migliorare! Fin da bambino mi sono dovuto impegnare per essere al livello dei miei coetanei! Ero sempre quello distratto, quello ribelle, e non riuscivo in niente. E mentre prima al massimo prendevo una sgridata, ora c'è in ballo la vita di tutti quanti!

-Ascoltami non è colpa tua. Questi sono i tuoi doni sei fatto così, ci dobbiamo tutti far su le maniche in queste settimane prima che arrivi l'autunno. Sono sicura che Evangeline stia bene, tu sei buono, non sei capace di fare del male a un tuo amico.

Mi avvicinai e feci per sedermi accanto a lui

-Ferma Rose! Stammi lontana non voglio farti del male!

Notai che più si innervosiva più diventava rosso, e dalle sue mani scaturirono due fiammelle.

-Coraggio adesso calmati, disperarsi non aiuterà nessuno. Tanto meno allontanarmi così.

Jake si tranquillizzò e riprese il suo colore naturale. Gli offrii la mano e lo aiutai ad alzarsi senza dire nient'altro. Era sul punto di piangere ma non era il tipo che si lasciava andare, così si limitò a guardarmi con gli occhi pieni di senso di colpa. Ci incamminammo per i dormitori senza incontrare nessuno, del resto era già mezzanotte. Qualcuno aveva portato via Furia e gli altri cavalli, metà del campo era a letto dopo aver accompagnato la barella di Evangeline in infermeria, mentre gli altri se ne erano semplicemente andati delusi per l'esito della gara equestre.

Arrivai al mio piano, salutai jake e entrai in punta di piedi nella mia stanza, mentre lui continuava a salire per arrivare al piano dei figli dell'estate.  Pregai Dio che nessuno si svegliasse,  e per fortuna non successe. Ero così stanca che mi appoggiai sul cuscino e caddi subito a dormire.

Driiiin

Suonò una campanella, era già mattina e la debole luce del sole entrava dalle finestre.

-Rose svegliati si va a fare colazione! Ho visto che ieri sera appena hai toccato il letto ti sei messa a sbavare,  non ti sei nemmeno messa il pigiama!

Rise una ragazza bionda cenerina dagli occhi verdi.

-Io sono Amanda, sono una tua sorella.

-Be vedo che sai già il mio nome, comunque piacere.

Diedi la mano alla ragazza, apparentemente aveva 17 anni. Era alta e magra e indossava la maglia dei figli della primavera bianca con il fiore legata con un nodo in vita, e attaccato ai pantaloncini blu teneva un pugnale con la lama di circa 15 centimetri.

Guardai l'arma e ironizzai:

- Sembri amichevole, soprattutto con un aggeggio nella cintura che porterebbe uccidere qualcuno.

-Oh si mi fa apparire più gentile.- Rise -Me lo porto sempre dietro di questi tempi...

-Che vuol dire di questi tempi?

- Siamo continuamente in pericolo, non sappiamo quando i figli dell'autunno tenteranno un attacco.

-Non pensavo la situazione fosse così critica...

Corrucciai la fronte, preoccupata.

- Comunque è un campo di allenamento, è normale essere sempre preparati. Troveremo anche a te l'arma adatta tranquilla.

- Io arma? Papà non mi lascia tagliare la carta senza la forbice con le punte arrotondate

Ammisi un po' in imbarazzo.

- Non fa niente sono sicura che tu e Jake siate ottimi combattenti.

- Qualcuno ha detto Jake!?

Katy spuntò fuori dal bagno con il mascara in mano.
Poi vide che Amanda stava parlando di lui con me e mi guardò in tono di scherno.

-Rassegnati Rose, non hai speranze con Jake. Lui è il prescelto, e non può di certo stare con perdenti come te. Bisogna aiutarlo a scegliersi le compagnie giuste.-

Disse mentre si aggiustava il lucidalabbra allo specchio vicino al suo armadio.
Anche se eravamo tutte sorelle il suo letto era nella posizione migliore, il suo armadio aveva più armadio aveva più ante, e il suo specchio era più grande, nonostante lì non fosse la più grande.



Jake WilsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora