Nel dolore si annega. E non parlo di quella sensazione di ansia che ti stringe lo stomaco da quando ti svegli a quando vai a dormire. Quello è il vuoto, ma ne parleremo dopo. Ad una persona che annega non puoi insegnare come nuotare, se prima non le butti un salvagente. Quindi partiamo da lì, dalla situazione di emergenza, Parlo del dolore straziante che ti coglie all'improvviso, quando inizi a piangere e nella tua testa si susseguono tutti gli avvenimenti più tristi della tua vita, o tutti i momenti più belli con quella persona. Quando inizi a farti prendere dal vero e proprio panico perchè realizzi che è finita. Che non tornerà. E inizi a pensare a mille cose, che non farete più quel viaggio, che non potrai più organizzare con lui la giornata, che non sentirai mai più il suo calore mentre lo abbracci. Il mondo ti crolla letteralmente addosso. Ogni pensiero è un macigno che ti trascina sempre più affondo. E la cosa peggiore è che non succede solo una volta, quando realizzi che è finita. è una mazza da baseball che può colpirti in faccia con forza in qualsiasi momento della giornata. per mesi. In quei momenti sei al massimo della vulnerabilità perchè la maschera che hai indossato durante la giornata crolla e rimani senza filtri. Sei solo tu, con le tue paure. è una sensazione inspiegabile, che solo chi ha perso chi ama può provare. Non c'è un metodo per evitare di provarlo, altrimenti si ricadrebbe nel soffocare i propri sentimenti, il che sarebbe poco sano. Il dolore va provato. Non esiste un modo per evitarlo. è lì e dev'essere buttato fuori, insieme alle lacrime, ai singhiozzi. Ma il nostro compito è quello di non farci del male. La cosa peggiore che si può fare in questi momenti, è iniziare a colpevolizzarci, ad autolesionarci mentalmente. Sono dei momenti in cui si perde completamente il controllo sulle proprie emozioni e sui propri pensieri, e questo non va bene. Un conto è lasciar fluire le proprie emozioni, un conto è perdere la lucidità e vedere noi stessi come il nemico. Sfogare il dolore su di noi. Ecco, proprio perchè siamo nel momento più vulnerabile, dobbiamo imparare a gestire i nostri pensieri per non essere mai cattivi con noi stessi. Come fare? Personalmente uno dei metodi che mi ha più aiutata a gestire i momenti di dolore è stato sfogarmi nelle note del telefono. Su un'unica pagina delle note in cui ogni volta scrivevo data e orario e lasciavo fluire i miei pensieri. Ci tengo a condividerlo come primo metodo perchè ho davvero trovato che in alcune situazioni mi abbia salvato la vita. Personalmente ho preferito utilizzare le note del telefono piuttosto che un diario cartaceo perchè ho sempre avuto il telefono a portata di mano, non solo a casa. Quando ci prende il dolore, quei pensieri terribili girovagano nella nostra testa continuando a tormentarci senza che riusciamo ad afferrarli ed elaborarli. Scriverli nero su bianco aiuta realmente a strapparli via dalla testa e imprimerli sulle note, ad esorcizzarli. Io utilizzavo lui come interlocutore perchè mi veniva naturale rivolgergli i miei pensieri. Non deve per forza avere un senso ciò che scrivi. Puoi anche riempire una pagina di vaffanculo se è quello che stai provando. Puoi sfogare la rabbia, la sofferenza, la nostalgia. E una volta che impulsivamente avrai tirato fuori tutte le emozioni che hai dentro, ti sentirai più leggera. E sentirai di non aver buttato nel nulla quelle emozioni, ma di averle conservate. A volte scrivevo papiri lunghissimi con dei ragionamenti, altre volte solo una frase. Quando starai meglio, con più lucidità, portai andare a leggerle e renderti conto di cosa si nasconde davvero nel tuo inconscio e poterti conoscere meglio. è una finestra direttamente dentro di te. Se mantieni tutto nella tua testa, le emozioni non avranno un nome, un motivo. Saranno una nuvola nera che ti fa solo provare dolore, che non ti darà pace. All'inizio scrivevo più volte al giorno, e rileggendo quelle parole, mi stupisco dei passi avanti enormi che ho fatto. è anche un modo per non sentirti mai al punto di partenza, ma renderti conto che i giorni passano davvero, che stai affrontando un percorso. All'inizio avevo chiamato questa pagina delle note "per quando tornerai", perchè ero convinta che se fosse tornato gli avrei fatto leggere tutto. Era un modo per sentirlo vicino a me anche se non c'era. Col tempo mi sono resa conto che non era quello lo scopo di scrivere. Era il mio percorso, nero su bianco. Per cui ho cambiato il titolo in "Processo". Ora è una pagina lunghissima che racchiude la me stessa di quei giorni, giorno dopo giorno, per mesi. Non ci scrivo da settimane. Perchè non sento più la necessità di sfogarmi, di confidarmi, di tener traccia di ciò che penso. Perchè ne sono uscita. Non ho più quei pensieri, o meglio, sono davvero rarissimi e superficiali. Ho superato il cuore spezzato. é importante anche comprendere che nonostante si stia male più volte al giorno per mesi, questo non significa che non si sta andando verso alcuna direzione. Ora allego un grafico che spiega il concetto:
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MANUALE D'ISTRUZIONE PER UN CUORE SPEZZATO
SpiritualTutti abbiamo dovuto affrontarlo, una volta nella vita. Ma fosse solo il cuore, ad essere spezzato, sarebbe tutto molto più semplice. Ma lo sono anche le abitudini, i progetti, l'autostima, il mondo attorno a noi. Ma non è per forza una situazione c...