Capitolo 6- Attrazione fatale

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Ma sul serio avevo detto 'meglio così'? Certo che intelligenza zero.

Facevo di tutto per nascondere il mio disagio quando stavo vicino a loro due e poi dico 'meglio così'?

Sono una cretina.

Aspetta. Avevo detto loro due?

Kendall e Logan.

Oh My God.

In ogni caso.

Intanto mentre riflettevo su cosa dire Kendall, Kilye e Logan mi guardavano curiosi.

"Cosa intendevi per meglio così?" Chiese Kendall.

"Beh niente. Forse è meglio se mi faccio i fatti miei e non parlo più."

Presi una forchettata di patatine.

"IN CHE SENSO?" chiese Logan con un tono di voce un pizzico più alto del solito.

"Nel senso che non... vabbe lasciamo stare."

Kilye mi guardava divertita.

Aveva capito che mi piaceva qualcuno.

Bene. Io non sapevo chi.

In ogni caso presi il ketchup e cercai di spruzzarlo sulle patatine.

Non usciva nulla.

Premetti più forte e non uscì ancora nulla.

Diedi una botta secca alla bottiglia e per sbaglio mi arrivò tutto addosso.

"Ma tutte a me capitano?!!" Urlai infuriata.

Mi alzai dal tavolo stizzita sotto gli sguardi divertiti dei presenti, e andai in bagno.

Mi chiusi a chiave e picchiai le mani sulla porta.

"Ehi. Scusa ma ti serve aiuto?"

"Cosa cavolo vuoi!"

"Ehi ma ti voglio aiutare. Stai tranquilla." Disse Logan.

"Così non aiuti."

"Certo. Se aprissi la porta magari..."

"Hai ragione."

Aprii la porta e lo feci entrare.

La chiuse di nuovo a chiave.

"Perché hai chiuso?" Gli chiesi stranita.

"Perché mi voglio vendicare."

"No.dai.sul serio. Per favore no."

"Oh. Si."

Si stava avvicinando pericolosamente a me.

"Che cosa vuoi fare?"

"Farti capire che ti sbagli."

"Come?"

Cioè no scusa. Ma sono cretina o cosa?

Ho fatto una domanda che non dovevo fare.

Sono una emerita cogliona.

Indietreggiai fino a sbattere contro la porta e lui mi schiacciò con il peso del suo corpo.

"Non puoi scappare."

Disse con il suo solito sorrisino beffardo.

"Io credo di sì."

Gli pestai un piede e gli presi le chiavi dalle mani.

Aprii in fretta la porta e scappai in camera mia.

Per fortuna ebbe l'intelligenza di non seguirmi.

Mi cambiai e mi feci una doccia.

Poi andai a letto.

LOGAN'S P.O.V.
Ma sono cretino o cosa?

La volevo sul serio baciare quando eravamo in bagno?

In ogni caso l'arrivo di Kilye aveva complicato le cose.

Eravamo ex e non possiamo fare a meno di punzecchiarci continuamente.

Anche se tutto sommato siamo amici.

Diciamo.

Sparecchiai e feci i piatti.

Poi andai a letto.

CIRCA QUATTRO ORE DOPO...

Ero a letto ma non riuscivo a dormire.

Non capivo perché pensavo a lei.

A Letice.

Ma sapevo che a Kendall piaceva.

Credo proprio che sia così.
Quando la guarda vedo uno strano luccichio nei suoi occhi.

Purtroppo però credo di essermene innamorato anche io.

Che casino.

In ogni caso, siccome non riuscivo a dormire scesi sotto.

Regnava il silenzio.

Non avevo svegliato nessuno grazie al cielo.

Siccome non avevo niente da fare uscii sul portico della casa e la vidi.

In riva al lago con la testa chinata e tra le gambe.

Non saprei dire se piangesse ma era triste.

E si vedeva.

Camminai verso di lei.

Lei si accorse di me perché si girò.

Ed effettivamente il suo viso era rigato dalle lacrime.

LETICE'S P.O.V.

Non ero riuscita ad addormentarmi.

Pensavo al casino che avevo lasciato ma che ancora mi stava nei pensieri.

Allora mi alzai dal letto facendo attenzione a non svegliare Kilye.

Scesi sotto ed uscii incamminandomi verso la riva del lago.

Mi sedetti e piansi un po' nascondendo il viso tra le gambe.

Poi sentii dei passi e mi girai.

C'era Logan che mi guardava con compassione.

"Ehi..."

"Ciao." Risposi asciugandomi le lacrime.

"Perché piangi?"

"Non sto piangendo vedi?- feci una faccia sorridente ma lui non ci cascò- oh! Ma chi prendo in giro! Sto malissimo!"

Lui si sedette accanto a me e mi accarezzò i capelli.

"Calmati, in fondo ci siamo noi che ti possiamo aiutare."

"Non è questo...in realtà non ne voglio parlare."

Scossi la testa violentemente e continuai a piangere.

"Tu ne vuoi parlare. Tranquilla..."

A quel punto scoppiai a piangere a dirotto e lui mi abbracciò.

Quel calore, quella serenità che non avevo da tanto.

Ne avevo bisogno...

Volevo qualcuno che mi capisse, che mi confortasse, che mi abbracciasse, che rimpiazzasse i miei genitori.

Che mi amasse.

Home sweet home: Big time Rush.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora