"La sabbia sotto i piedi brucia.
- Ma non posso smettere di correre.
Non posso più sopportarlo.
Ogni volta è sempre la stessa storia, e chi ci rimette sono sempre io.
Basta!
Voglio andare in giro, e mio padre non me lo permette, perché lui deve uscire e non si può fidare a lasciare a casa da sole mia madre e mia sorella.
Voglio stare in casa, in pace, sono in compagnia della mia musica e lui mi intima di uscire. -
Al volo colgo la prima occasione che mi capita.
Siamo in spiaggia, o perlomeno eravamo. Io ci sono ancora, e corro. Con la compagnia del vento tra i capelli e la sabbia tra le dita, scappo.
Non so dove andrò. Non so quanto resisterò, e se resisterò.
- Senza di te non posso. Davvero.
Adesso lascio la spiaggia e vengo da te. -"
Con questi pensieri progettai la via di fuga.
Era mattino presto, i miei non erano ancora svegli.
Presi una sacca, ci misi dentro qualche indumento e li mascherai con le cose per la spiaggia.
Preparai la colazione per tutti, e, quando si alzarono decisi di proporre una giornata al mare.
Accettarono tutti, anche se non completamente d'accordo.
I chilometri che ci distanziavano dalla meta non erano molti, ma li vissi come un inferno.
La mamma e il papà litigavano, mia sorella piangeva, e io... io cercavo di ignorarli.
Non ce la feci. Non riuscivo a ignorare mia sorella che piangeva. Aveva undici anni, ma era molto sensibile.
Provai a consolarla. Provai a farle ascoltare qualche canzone per calmarla.
Niente, anche lei non ce la faceva più.
«Ehi, che ne dici se scappiamo insieme?» mi propose.
Rimasi scioccato. Aveva avuto la mia stessa idea.
Annuii piano con la testa. Non volevamo farci vedere, ma tanto i nostri genitori non avevano occhi che per il loro litigio.
Le mostrai la sacca, e la rassicurai, perché sfortunatamente non avevo preso un vestito per lei. I miei potevano andarle bene.
La giornata passò estremamente lenta, mio padre non mi toglieva gli occhi di dosso.
Proposi di andare a prendere un aperitivo, solo i genitori, in modo che noi ragazzi potessimo divertirci un po' da soli.
Miracolosamente accettarono.
Raggiunsi mia sorella in acqua, e le chiesi se voleva fare una partita a beach-volley.
Lei intuì quello che intendevo, salutò le amiche e venne con me. Prendemmo la sacca e corremmo prima verso il campo, poi verso gli scogli.
Le dissi: «la libertà è vicina!»
Raggiungemmo la recinzione della spiaggia e la scavalcammo.
La libertà era davvero lì.
Quattro giorni dopo intuimmo che non potevamo davvero continuare così.
Ritornammo a casa.
Era l'unica possibilità di sopravvivere che avevamo. Non avevamo amici, per colpa di mio padre.
Nessuno ci aveva cercato.
Nessuno si era preoccupato
Tornado a casa avremmo ammesso che ci eravamo sbagliati.
Ma saremmo morti in queste condizioni.
Come previsto, non si stupirono di vederci tornare.
Tutto tornò come prima.
Anzi, non tutto.
Ora avevo una sorella al mio fianco.
Non che non l'avessi prima.
Ma dopo quest'esperienza siamo diventati molto più legati, e facendoci forza a vicenda, riusciamo a sopportare tutto più facilmente.
"il dolore è minore se trasportato in due, anche se raddoppia il peso, in compagnia è molto più facile"
~~
Ispirazione: testo
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Sheeran's Songs {one shots (ITA)}
Short StoryLe storie ispirano canzoni. Le canzoni ispirano storie. E ognuna di quelle di Ed ne può raccontare a decine, che dico, centinaia. (possibilmente leggete con il sottofondo) (Non è una fanfiction, quindi per i non-fan/haters di Ed, potete legg...