6. L'uomo incappucciato (parte 1)

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Da qualche parte in una caverna buia e sudicia...

-Mio signore...- così recitava Samuel ogni volta che si presentava a Ternor. Doveva, poichè ormai era il suo servo, e se non lo avesse fatto, Ternor avrebbe potuto con un solo gesto della mano stringere il suo cuore e farlo esplodere. 

S'inginocchiò con facilità contro il pavimento roccioso e muschioso, ci aveva fatto l'abitudine da mesi. Alzò gli occhi verso quella figura, un'ombra cupa, piena di odio che riversava ai suoi piedi del vapore denso, quasi volesse da un momento all'altro incendiarsi dalla collera.

Un brivido percosse la sua schiena fragile mentre Ternor lo guardava torvo. Era consapevole che se avesse fatto un solo piccolo sbaglio, l'avrebbe pagata cara.

-Samuel, ho un compito per te-seguì un lamento grugnesco di Ternor- devi cercare in tutte le maniere il bastardo di Steven-

Detto ciò, rimase per un attimo interdetto dalle sue parole. Piegò il capo e si alzò, in segno di devozione al suo padrone e dopodiché indietreggiò.

-Come volete voi mio signore-

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P.O.V Chase

Casa dei Streetfire ore 13:00

-Cosa c'è da mangiare?- mi chiese Kay, con gli occhi lucidi di un bambino che aspetta una torta.

-Non c'è niente- risposi, guardando nella mia vecchia borsa se racimolavo qualche soldo per comprare qualcosa al supermercato. E per un istante guardai la persona che per tutti questi anni fu mio padre, seduto su una sedia in un angolo del salone a fissarmi con tutta l'ira che potesse avere.

-Come "non c'è niente"? E adesso?- mi picchiò il braccio con un dito e tolsi il mio sguardo da quell'uomo che mi aveva fatto soffrire molto.

-Vai a comprare qualcosa da mangiare Kay, dobbiamo andarcene fra un po'.- interruppe Steven, scendendo dalle scale. Steven guardò Mr. Streetfire e con passo deciso si avvicinò a lui.

-Questo è per il mio ritardo, e questo è per le condoglianze che non hai potuto ricevere- disse, inoltre, dandogli una cospicua somma di denaro da una valigetta comparsa da chi sa dove

. -Tutta questa valigetta e tua- aggiunse, dopo avergli voltato le spalle e indicandoci di uscire.

Assecondammo gli ordini e ci ritrovavamo fuori, nel giardino, a discutere su cosa aveva intenzione fare Steven al mio ex-padre.

-Cosa credi stiano dicendo?- dissi a Kay, guardandolo e capendo cosa aveva perso e cosa aveva di nuovo dopo quella pubertà che gli aveva giovato molto.

Mi guardò intensamente. -Tu me lo vieni a dire? Signora "Io tutto può "?-

Maledissi il giorno in cui dissi quella frase. Certo, sapevo volare ma non tutto.

-HA HA HA molto divertente- lo fissai con uno sguardo da triglia.-comunque non dovevi andare a comprare qualcosa?- gli picchiettai  braccio con l'indice.

Spalancò la bocca e mi fece un saluto per poi uscire dal cancello ed andarsene.

Io restai lì, per qualche minuto. Volevo andarmene da lì ma allo stesso tempo volevo sapere cosa stavano dicendo quei due.

Camminai con passo felpato con le braccia incrociate fino alla porta, stavo per appoggiare l'orecchio ma Steven aprì la porta ed io mi spaventai.

-Dov'è Kay?- mi guardò dolcemente.

-E' andato al supermercato-

Lui mi lasciò senza fiato quando mi accarezzò la guancia sinistra . Mi era mancato tanto, non avevo avuto così tanto affetto da quando se n'era andato.

-Mi sei mancata Chase,- prese un sospiro- Spero che Kay abbia preso qualcosa da poter consumare durante il tragitto-

Il suo sguardo s'indurì di colpo, ma non stava guardando me... ma sopra la mia testa. Mi voltai e vidi una figura nera incappucciata.

-Dobbiamo andarcene....ORA!!!-

---------------------Spazio Autrice

Mi scuso per il piccolo capitolo ma ho tanto da fare.

Spero di pubblicare il prossimo tra un paio di giorni.

By Behondme




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