Io e Gabriele scendemmo dalla macchina ringraziando e proprio in quel momento il mio telefono squillò. "Lore' dimmi" risposi "Marghe dove sei? Sono all'acea con gli altri ti aspetto qui che poi devo accompagnare Giorgia a casa"
Sbuffai guardando nervosa l'orario, dovevamo praticamente già essere arrivati a casa "Ma come... fra 5 minuti dobbiamo tornare, io sto in piazza" mi lamentai "Dai non ci mettiamo nulla ci vediamo all'acea" disse lui insistendo e attaccando senza lasciarmi il tempo di ribattere.
"Che urto!" mi lamentai frustrata dal suo atteggiamento, guarda caso ero sempre stata la più responsabile dei due. "Che succede?" mi chiese Gabriele "Mio fratello mi ha appena chiesto di raggiungerlo all'acea per accompagnare una certa Giorgia a casa, scusami" gli spiegai, sentendomi un po' in colpa per fargli fare 2000 giri.
"Che problema c'è, ti accompagno da lui" mi sorrise iniziando a camminare in un centinaio di vicoli e stradine. Lo segui per evitare di non perdermi "Da quanto è che venite qui? Non vi ho mai visti" chiese lui per rompere il silenzio "In realtà da quando sono nata ho sempre avuto la casa a Chiana, però venivamo pochissimo" risposi
"Mi sarei ricordato di te, sai ogni tanto ho lavorato alle sagre in paese quindi qui ho visto più o meno tutti" arrossi pensando imbarazzata al mio aspetto quando qualche anno prima andavo con i miei genitori alle feste di Chiana e ringraziai il cielo che nessuno mi avesse conosciuto in quel periodo.
"Beh diciamo che sono cambiata tanto e poi ho conosciuto il gruppo solo grazie a Lorenzo" mi limitai a rispondere. Ci trovammo davanti a uno svicolo e iniziammo a camminare in direzioni diverse "Non conviene andare di qui?" domandai .
"Scusa hai ragione sono troppo abituato alle stradine nascoste per passare in motorino" rispose seguendomi. "Sai in teoria non potrei guidare, tantomeno con qualcuno dietro" spiegò guardando la mia fronte corrucciata
"E tu volevi anche portarmi a fare un giro senza patente!?" chiedo fingendomi arrabbiata e preoccupata "Dai che guido benissimo, tutte le volte che me l'hanno levata era per motivi insignificanti. Appena torna Davide te lo dimostro " insistette
In quel momento una palla di pelo schizzò in avanti tagliandoci la strada e andando a nascondendosi sotto una macchina. "Oddio che bell!o" esclamai avvicinandomi al gattino e chinandomi con il braccio teso. In poco tempo conquistai la sua fiducia che strofino la testolina sulla mia mano.
"Menomale che eravamo in ritardo" mi derise una voce dall'alto, mentre mi guardava con uno sguardo tenero "Ci sono delle priorità nella vita, guarda che carino" ribattei senza distogliere lo sguardo dell'animaletto.
"Sono allergico" rispose iniziando ad andare avanti costringendomi a seguirlo "Ciao micio" dissi, prima di alzarmi sbuffando e raggiungerlo.
Sorrise sotto i baffi "Non sei per nulla come credevo quando ti ho conosciuta" commentò. "Nessuno è mai come appare, ci vuole tempo per conoscere una persona. E poi che ti aspettavi?" chiesi.
"Onestamente una stronza che se la tira" rispose senza fare una piega "Una di quelle so tutto io che reputa gli altri inferiori""Chi ti dice che non sono davvero così?" lo presi in giro "Si vede da come tratti tutto ciò che hai intorno: persone, cose..." spiegò scaldandomi il cuore. Sorrisi, quel genere di complimenti erano i migliori in assoluto. Stavo per ringraziarlo ma ormai eravamo arrivati e gli altri ci vennero incontro.
"Eravate voi da soli?" chiese mio fratello sospettoso vedendoci arrivare da soli "Si ci avevano accompagnato in piazza ma poi mi hai fatto tornare qui" risposi brusca " A proposito, grazie Gabri" gli dissi levandomi la sua felpa e dandogli due baci sulle guance. Feci per avviarmi ma la sua voce mi bloccò "Vabbè a questo punto vi accompagno" disse seguendomi.
Rimanemmo qualche metro dietro agli altri per riprendere a chiacchierare. Mi parlò della sua vita, con diversi parenti psicologi non era facile ma gli sarebbe piaciuto imitarli, poi alla fine si era iscritto in un tecnico per la sua bravura informatica ed era rappresentante di istituto. Parlammo di sport, di vita, di famiglia le nostre mani si sfioravano e le nostre ombre sull'asfalto si abbracciavano di tanto in tanto.
In poco tempo arrivammo a casa di Giorgia e dopo averla salutata ci avviammo verso casa, ormai avevo smesso di controllare l'orario arrendendomi all'idea di arrivare con minimo mezz'ora di ritardo. Lorenzo e Myriam ci camminavano davanti mano nella mano.
"Guarda che carini" sussurrai a Gabriele che storse la bocca "Non li vedo bene, è la classica cosa che finisce prima di iniziare, non hanno intenzioni serie" rispose. Aveva effettivamente ragione, però non mi aspettavo una visione tanto cinica da lui.
"Mamma mia Gabrie', che tristezzaa" lo rimproverai "Lasciagli un po' di tempo". "Lo sai anche tu che è così, si vede, tuo fratello è come me prima di Elena. E poi voi state lontani, già per me che abito a mezz'ora da lei è complicato" mi spiegò
"Cosa intenti come te prima?" risposi "Uno che fa di tutto per avere attenzioni ed essere considerato figo. Elena mi ha cambiato tanto, sai che un po' ci assomigli" mi spiegò colpendomi
"Wow allora deve essere proprio fantastica" risi atteggiandomi "Lo è, cerca sempre di aiutare tutti ma ci rimette sempre lei" disse con un sorriso amaro che imitai. Eh si, mi aveva centrato in pieno.
"Comunque non so cosa ne pensi Lorenzo, noi non parliamo quasi mai ultimamente" ripresi il discorso "Come mai?" chiese. Sospirai profondamente "Bella domanda. Crescendo le cose cambiano, subentrano così tanti problemi, insicurezze, invidie."
Ne parlammo a lungo, almeno fino a che non arrivammo in piazza. "Te lo dico per esperienza, con una sorella molto più grande di me, parlaci, avvicinati tu, anche se non lo sa è ciò di cui ha bisogno" concluse lui.
Raggiungemmo gli altri due, pronti a tornare a casa. Diedi un bacio sulla guancia a Myriam e poi strinsi Gabriele in un abbraccio "Grazie" gli sussurrai in un orecchio, mi cinse i fianchi con le braccia "Quando vuoi ci sono". Poi ci separammo e tornammo a casa.
Da quella sera iniziai a non comprendere più Gabriele Bianchi. Di solito ero particolarmente brava ad analizzare i pensieri e i comportamenti degli altri, spesso le persone mi cercavano per consigli e confidenze e capivo al volo come si sentivano le persone accanto a me. Però era come se lui avesse un se due persone di me che si alternavano e mescolavano continuamente.
Da una parte era molto profondo e riflessivo, dolce nei confronti della ragazza, disponibile per gli amici, con i suoi problemi e i suoi punti di forza ma in linea di massima una persona meravigliosa che non vedevo l'ora di conoscere.
Dall'altra però aveva una maschera da deficiente alla costante ricerca di attenzioni, maschera che sembrava si togliesse quando eravamo soli ma che trapelava quando ci provava con me. Infatti nonostante tutto sapevo che si trattava comunque di un ragazzo fidanzato che non si stava comportando nel modo migliore nei confronti della ragazza.
Con la testa piena di pensieri andai a dormire sperando di riuscire a prendermi una pausa da quella figura così pericolosamente intrigante.
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Elettrizzanti Errori Estivi
General FictionCrescere non è mai facile, non importa quanto tu ti senta pronto o quanto tu lo desideri. Crescere è un uragano che ti coglie sempre impreparato e ti trascina in un turbine di emozioni. Crescere è un fenomeno che tutti affrontano ma appare diverso a...