Elettrizzanti Errori Estivi

Capitolo 9

"Oi ti va di parlare di quella cosa?" rilessi il messaggio più volte inspirando profondamente. Era passato un giorno da quando Riccardo mi aveva confessato i suoi sentimenti dopo che io avevo passato la serata abbracciata a Gabriele.

Dopo quel messaggio ero completamente andata in panico. I miei nervi non potevano reggere tutta quella questione e oltre ai sensi di colpa che già provavo si erano aggiunti quelli di aver illuso una persona che non lo meritava affatto.

Ovviamente non era stato intenzionale ma Riccardo non mi conosceva ancora, non sapeva il disastro che avevo in testa e soprattutto non era al corrente di quanto poco fossi interessata a una relazione.

Completamente distrutta psicologicamente non ero riuscita a dargli motivazioni valide. Avevo soltanto scritto un messaggio che nascondeva un significato sottile dicendo che sarei partita presto e poi gli avevo chiesto di rimandare perché ero troppo stanca e avrei rischiato di dirgli le cose sbagliate.

Ora era ormai notte e mi ero sdraiata in balcone a fissare il cielo stellato di cui mi ero perdutamente innamorata. Ammisi che speravo di averla scampata per quel giorno dato che alla fine Gabriele era stato dalla ragazza e Riccardo mi aveva invitato a casa di Giulia ma io avevo cortesemente rifiutato.

D'altra parte prima o poi avrei dovuto affrontare la situazione e avevo avuto abbastanza tempo per riflettere su cosa dire. Ne avevo anche parlato con Gaia e Alice che quella sera erano state su in paese con me. Tirai un sospiro e digitai "Si va bene"

Posai il telefono accanto a me ed aspettai che arrivasse la notifica cercando di mantenere la calma. "Posso farti prima una domanda?" lessi sul display "Certo". Iniziai a preoccuparmi, preparandomi a rispondere a cose del tipo "Cosa provi per me?" oppure "Io ti piaccio?" ma appena il telefono trillò di nuovo strabuzzai gli occhi. "Ma ti piace Gabriele?"

Esitai nonostante sapessi la risposta, non era la prima volta che mi veniva chiesto e la cosa un po' mi infastidiva e allarmava. Era fidanzato, come potevo essere interessata? Inoltre questo avrebbe significato che ero io a provarci con lui e mi avrebbe fatto passare ulteriormente dalla parte del torto.

"No" scrissi secca "Cioè a me non piace quasi mai nessuno ed è davvero raro che mi interessi a qualcuno, seppure fosse la persona perfetta (cosa che poi Gabriele non è)" cercai di giustificare e spiegare dopo. Ovviamente lui era incluso nel discorso, a me non piaceva ne l'uno né l'altro.

"Tranquilla ho capito" rispose, mandammo avanti la conversazione per un po' e finalmente riuscì a centrare il punto "Rick, sinceramente non posso dire di ricambiare, forse mi servirebbe molto più tempo ma non lo abbiamo" scrissi mordendomi il labbro, angosciata dalla sua reazione. "Va bene mi piacerebbe comunque restare amici però" rispose facendomi finalmente sorridere serena "Molto volentieri" risposi.

Pochi secondi dopo gli augurai la buonanotte e caddi addormentata. Almeno un problema era risolto.

Passai la giornata successiva, in parte fiera per come avevo gestito la situazione ma ancora preoccupata di affrontare Gabriele la sera stessa. Avevo deciso che appena avrei potuto parlargli in disparte gli avrei tranquillamente spiegato che mi trovavo bene con lui ma che non volevo che la situazione degenerasse e succedesse qualcosa di cui ci saremmo pentiti. Aggiungendo poi che nonostante ciò che poteva pensare dalla scorsa sera avevo dei sani principi e non ero interessata ai ragazzi fidanzati.

Arrivata in paese incontrai subito Gaia che mi aveva scritto per sapere se sarei uscita "Ma quindi hai deciso di parlarci oggi?" chiese "Se viene sì, anche se in realtà evitarlo per un'altra volta non sarebbe così male" scherzai. In quel momento un gruppo di motorini ci sfrecciò accanto e senti un paio suonare il clacson, non lo vidi ma subito seppi che era arrivato.