Ero nel bosco, stavo correndo.
O meglio, stavo scappando. Ma non capii bene subito da che cosa, sapevo solo di dover fuggire il più lontano possibile.Il cuore mi batteva forte nel petto, ma non per la fatica della corsa. Ero sicura si trattasse di paura. I polpacci sembravano volermi scoppiare ad ogni passo che facevo, mentre le mie caviglie si irrigidivano e si gonfiavano per sostenere il peso del mio intero corpo.
Saltai un dirupo, superando l'enorme fossa che gli agenti atmosferici avevano scavato in quella che era una piccola collina.
Ma...una collina in quella zona di New York?
C'era qualcosa di sbagliato in quello che vedevo, il bosco non era quello in cui di solito mi piaceva correre, e persino il cielo era strano, diverso da come lo avevo lasciato. Era rosso, e la luna circondata da stelle non era bianca latte, ma bensì gialla.
Mi fermai quando i polmoni non ne volevano più sapere di resistere ad un solo passo in più, così mi accasciai dietro ad un cespuglio, pensando di potermi nascondere da ciò dalla quale stavo scappando.
Ma non fu così.
Una mano improvvisamente si fece stretta attorno al mio collo, e venni sollevata con estrema facilità, quasi non pesassi nulla.
<<Pensavi di scappare, eh?>> mi urlò in faccia. <<Pensavi di poterti allontanare da me, Volpe?>>
Con gli artigli cercai di fargli male, così che potesse lasciarmi andare, ma fu come graffiare una parete fatta del materiale più resistente al mondo.
<<I tuoi occhi.>> continuò, il suo alito caldo sul mio viso. <<Voglio i tuoi occhi.>>
-
Mi svegliai di soprassalto, le lenzuola attorcigliate attorno al mio corpo erano - per fortuna - l'unica trappola. Ero accaldata, sudata, e i polmoni mi facevano male sul serio.Magnus era seduto sul bordo del letto, le sue mani appoggiate sulle mie spalle e la sua espressione preoccupata.
Mi lasciai andare ad un pianto liberatorio, spostando a lato le lenzuola e portandomi le gambe al petto. Lo stregone non disse nulla, si trascinò fino alla testiera del letto alla quale si appoggiò, e mi avvicinò a sé in un abbraccio.
<<Shh, stai tranquilla.>> sussurrò, posando il mento sulla mia testa. <<Ci sono io.>>
Singhiozzai. <<Era lui, Magnus...>> iniziai, con ormai il volto ricoperto di lacrime. <<Mi stava inseguendo, era lì per me.>>
Magnus mi appoggiò con tenerezza una mano sulla guancia, e dopo avermi asciugato via un po' di lacrime, mi prese il volto e mi fece girare verso di lui. La sua espressione era seria, incupita.
<<Di chi stai parlando?>>
Ero sicura fosse lui, nessuno aveva quello sguardo assassino e colpevole, pieno di odio e rancore. Nessuno, oltre lui, aveva modo di conoscere la mia natura.
Quindi non ebbi dubbi quando gli risposi.
<<Valentine.>>
-
Chiudere la mente.Lasciarsi trasportare dal vento, dai raggi del sole.
Liberare la mente per consentire al mio corpo di percepire ogni suono ed ogni vibrazione.
Era questo l'insegnamento che i Seelie mi avevano dato, ed era grazie a queste continue perle di saggezza che io avevo imparato a combattere, a saper dosare la mia energia che prendevo da qualsiasi cosa mi circondasse.
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JUST DIFFERENT
FanfictionAveva cinque anni quando, durante un viaggio in auto, una freccia del Conclave provocò un incidente che ai genitori della piccola Michelle costò la vita. Aveva cinque anni quando fu trovata dai Seelie, che la diedero in custodia al Sommo Stregone di...