8. You Ran Away

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Pochi minuti dopo Jace, Simon ed io eravamo per strada, diretti verso il bosco dove cresceva ciò che veniva chiamato Albero Maestro: fuori, una normalissima e vecchia quercia, ma per noi Volpi un portare per la Corte Seelie. Bastava salire su un ramo e poi lasciarsi cadere, ed ecco che i piedi avrebbero toccato un'erba diversa, circondata da un'atmosfera completamente differente.

Nessuno poteva usare quel portale, nessuno eccetto quelli come me, i Figli dei Boschi. Era stato creato apposta per permetterci di rimanere in contatto con il popolo fatato.

Ma per arrivarci ci voleva un po', era distante dalla nuova postazione del loft di Magnus, che aveva deciso di spostare quando gli uomini di Valentine ci avevano attaccato l'ultima volta.

Camminai spedita davanti ai due ragazzi, senza rivolgere loro la parola o anche solo incrociare i loro sguardi. Soprattutto quello di Jace. Avevo paura di sapere quale sarebbe stata la sua reazione se mi fossi permessa di guardarlo o di parlargli...avevo paura potesse farmi delle domande, o giudicarmi.

<<Dove stiamo andando di preciso?>> mi chiese Simon, rimasto più indietro di tutti.

<<Nel bosco.>> risposi. <<Gli ingredienti che servono a Magnus si possono facilmente trovare alla Corte Seelie.>>

E poi calò di nuovo il silenzio, accompagnato solo dal rumore delle nostre scarpe sull'asfalto. Il rumore degli scarponcini di Jace si fece più vicino, e tempo qualche secondo me lo ritrovai accanto. Sospirai, ignorando gli improvvisi brividi che mi erano venuti solamente avendocelo vicino. Fortuna che i nostri piedi toccarono l'inizio del bosco.

<<Stamattina, alla Corte, sei scappata via.>> iniziò, e il mio passo sicuro si fece più incerto quando capii dove volesse andare a parare. Avevo temuto quel momento così tanto che non pensavo sarebbe stato così brutto una volta arrivato. Era terribile, e le pause che faceva prima di parlare non aiutavano affatto, ma peggioravano solo il mio stato d'ansia. <<Perché?>>

Ingoiai il groppo che avevo in gola, e i miei occhi si ritrovarono a vagare su ogni filo d'erba, come se potessero inventare una scusa al posto mio. <<Mi ero ricordata di una cosa che dovevo fare per Magnus.>> e cercai di aumentare il passo per mettere quanta più distanza era possibile tra me e lui, ma Jace decise di non cogliere quel mio piccolo volere.

Mi raggiunge e mi prese bruscamente per un braccio. <<Perché deve essere tutto un continuo mentire con te?>>

Lo guardai dritto negli occhi, non nascondendo l'agitazione. Poi, cercando di non fare tremare la voce, parlai. <<Siamo arrivati.>>

La quercia davanti a noi profumava di antichità; dopotutto era stato piantato subito dopo la nascita delle prime Volpi, circa ottocento anni fa. Mi allontanai da Jace per toccare con una mano la corteccia dell'enorme albero, mentre Simon finalmente ci raggiungeva, e guardava con stupore e meraviglia la quercia. Subito dopo il mio tocco riuscii ad intravedere oltre la foschia quella che era la Corte Seelie, come se davanti a me si fosse materializzata una pozza d'acqua che rifletteva quel magnifico paesaggio.

Jace fece per avvicinarsi, ma lo fermai posandogli una mano sul petto. <<Vado io.>>

<<Non esiste.>>

Lo allontanai con forza. <<Questa quercia mi ha riconosciuta, risponde a me soltanto. Il portale si è aperto solo per me, se provi a sorpassarlo esso si chiuderà e ti lascerà navigare in una dimensione sconosciuta per l'eternità, un posto che si trova tra questo mondo e il mondo fatato.>>

Prima che potesse ribattere qualcosa, con agilità saltai su un ramo dell'enorme quercia e mi trasformai. Il portale mi avrebbe accolta meglio nella mia forma animale.

-
<<E ti sei fatta accompagnare da uno Shadowhunter e da un...mondano?>> mi chiese sconvolta Lorelai, la fata a cui mi ero rivolta per avere gli ingredienti che mi servivano. I suoi occhi completamente blu, privi di sclera, sapevano vedere attraverso i mondi pur essendo ciechi, particolarità di quasi tutte le fate, e non aveva potuto fare a meno di notare con chi ero venuta nel bosco.

Alzai le spalle. <<Più che altro sono stata costretta a portarmeli dietro.>>

<<Fortuna che non li hai fatti passare.>>

<<So bene i rischi che avrebbero potuto correre se avessero attraversato il portale.>>

<<Il mondano corre rischi anche solo conoscendo la nostra esistenza.>>

Purtroppo aveva ragione, odiavo ammetterlo ma le fate non avevano mai torto. Non che ci volesse una logica per capire che qualsiasi mondano sarebbe stato in pericolo in un mondo del genere, un mondo completamente diverso dal loro e con regole particolarmente differenti dal loro solito stile di vita.

La piccola fronte lilla della fata si corrucciò improvvisamente, e il suo battito d'ali divenne più frenetico. Gli chiesi cosa avesse, se stesse vedendo qualcosa. Mi rispose con una sola parola.

<<Demoni.>>

Presi in fretta la roba che mi aveva dato in un sacchetto in tessuto, e mi trasformai per poter correre più veloce verso il portale che mi avrebbe riportata nel bosco dove avevo lasciato Jace e Simon, e dove a quanto pare erano arrivati dei demoni a fare loro compagnia.

Sentii il loro odore appena saltai attraverso il portale, e riuscii a distinguerne due di quei sudici esseri. Arrivai giusto in tempo per godermi Jace disintegrarne uno con la sua spada angelica, ma ne vidi uno avvicinarsi alle sue spalle subito dopo. Posai ai piedi dell'albero il sacchetto che tenevo tra le zanne, e poi mi lanciai verso quel demone. Gli saltai addosso passando davanti alla visuale dei due ragazzi, e azzannai il collo dell'essere dalla forma molto simile a quella di uno scorpione. Il suo sangue nero esplose ovunque, e con un ultimo morso riuscii ad ucciderlo. Lasciai la presa e sputai a terra il sangue che mi era rimasto in bocca, e che pizzicava dalla lingua fino alla gola, e guardai il demone accartocciarsi come un foglio di carta, essiccarsi e poi, con un colpo di artigli, sbriciolarsi al suolo.

Mi voltai verso i due, puntando i miei occhi illuminati soprattutto sulla figura di Jace. Capii avermi riconosciuta quando trasse un sospiro sorpreso, e aggrottò le sopracciglia in un'espressione confusa. Abbassai lo sguardo, sentendomi in una qualche maniera improvvisamente esposta. Camminai verso la quercia, presi il sacchetto con dentro tutti gli ingredienti, e mi avvicinai a Jace per darglielo. Si piegò sulle ginocchia, e in silenzio lasciò che glielo posassi sulla mano. Lo guardai un'ultima volta, per poi voltarmi e correre via.







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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 05, 2023 ⏰

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