Non mi sono mai vergognata di essere una ballirina di burlesque.
La mia famiglia non era tra le più ricche, quindi non mi potevo permettere di frequentare l'Università col loro solo stipendio.
Ci tenevo ai miei studi. Sono sempre stata una studentessa modello a scuola, ma il burlesque aveva rivelato una delle mie personalità nascoste...
Quella della danzatrice, e in un certo senso anche della dominatrice della scena, senza vergognarmi di esebire il mio corpo seminudo artisticamente parlando.
In realtà nessuno dovrebbe vergognarsi del proprio corpo.
Siamo nati con lui e dobbiamo prenderci cura di lui.
E così anche della nostra anima, "ingabbiata" nel nostro corpo, ma che allo stesso tempo si libera attraverso di esso.
Le nostre vesti non sono altro che una costrizione della società, che dovrebbero, a volte, essere tolte...
Non so se mi spiego.Passarono serate in cui mi esibivo con diversi numeri, che rallegravano il Fürher.
- Bella ragazza! Bella e brava ragazza!-
- Grazie signore. È la mia professione e faccio solo del mio meglio.-
Vidi seduto Arturo con altri uomini in fondo alla sala. Ma a quanto pareva, la conversazione con loro non gli interessava molto: mi stava letteralmente fissando.
Non era uno sguardo amichevole, il suo.
Tramutava gelosia.
- Signorina, vogliamo sedervi un po' a mangiare? Ne avete bisogno, siete molto magra...- disse il Fürher ridendo e sputacchiando nello stesso momento.
"Bé di certo non dovrò diventare una grassona come lui e che magari anche sputi", pensai disgustata. Quanto glielo avrei voluto dire!
Due posti erano liberi proprio vicino al generale e mi dovetti sedere proprio vicino a lui.
I nostri sgaurdi si incontrarono, ma io abbassai subito il mio.
- Salve...- sussurrò.
Risposi allo stesso modo e quel salve, mi si strozzò in gola.
Guardavo dritto.
Il Fürher incominciò a parlare coi suoi inferiori e così mi dimenticò.
E qualcun altro ne approfittò.
- Perché ti ostoni a parlarmi? Ti ho fatto forse qualcosa?- chiese Arturo avvicinando il suo volto al mio.
Sentii poi una sua mano toccarmi la coscia. La fermai con la mia.
Quel tocco di mani fece incontrare i nostri sgaurdi.
E così il mio cuore incominciò a pulsare ancora più forte...Mi alzai, svegliandomi da quella eternità e andai verso la mia camera.
Sentii poi dei passi.
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Annalisa
ChickLit- Ho voluto mettere questa storia a parte, visto che è un po' diversa e lunga rispetto alle altre contenute nella raccolta "Mes rêves". - Annalisa è una ragazza ebrea, una studentessa modello, da sempre, all'Università di lingue di Berlino, in Germa...