Capitolo 1 - Benvenuto a "Coro Azzurro"!

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JASON POV: - 6:51 A.M.

Caro diario,
E' già passato qualche giorno dal mio arrivo qui a Shibafu. Sembra un bel posto, eppure non ho ancora parlato con alcun essere vivente finora al di fuori del mio pappagallo "Silver", che non può far altro che sopportarmi 24/7. Oggi è il mio primo giorno di scuola all'Istituto Professionale "Coro Azzurro". Il nome è molto particolare, ma da quel che so è una delle più prestigiose del Giappone: l'ho visitata poco, ma sembra molto bella. In teoria le campane suoneranno alle 7:30, indi per cui non ho molto tempo da dedicarti. Nonostante questo, sono molto speranzoso di trovare qualche ragazza carina: devo conciarmi il meglio possibile. Sono indeciso se mantenere la giacca della divisa oppure restare solo in camic-

«Sveglia sveglina, Jason! E' ora di scuolina!» pronuncia mio padre, spalancando la porta con forza. Mi giro per guardarlo, sbuffo e mi alzo dalla scrivania.
«Ok pa', però la prossima volta tratta meglio quella cazzo di porta.» gli rimprovero.
«Le parolacce, signorino! Sai che non mi piacciono manco un pochino!» replica arrabbiato, con i pugni sui fianchi.
«Sìsì va bene.» rispondo scocciato, superandolo per andare a prepararmi in bagno.
Dopo essermi preparato in bagno, scendo al primo piano e faccio colazione. Pulisco la tazzina del caffè, ripongo i biscotti al loro posto ed aspetto davanti all'ingresso mio padre, possessore delle chiavi della macchina. Raggiunto da mio padre, saliamo a bordo e partiamo verso la scuola. Sono le 7:15, la scuola dista circa 20 minuti. Dopo qualche minuto passato ad ascoltare tormentoni estivi di "Baby J" e "Bababoobash" la testa mi stava esplodendo, e ciò non bastava: ci si doveva mettere pure mio padre!

«Come ti senti stamattina, per il tuo primo giorno di scuolina? Mi raccomando: non rimorchiare troppo, non abbiamo un garage così grosso!» esclama con gusto mio padre, che si mette pure a ridere.
«Pa', mannagg a kitestramuort la vuoi finire con le rime?! E' il mio primo giorno di scuola, non mettermi in imbarazzo come hai sempre fatto da quando mamma non c'è più!» gli dico con molta rabbia dando dimostrazione di frustrazione (cazzo, un'altra rima). Mi sorprende la sua reazione: mi ha guardato con fare scioccato, abbassando il volume della radio e smettendo di parlare per poi tornare a guidare. Avrò esagerato? Vabbè, sticazzi...

Sono le 7:32: intravedo la scuola e, stranamente, mio padre si ferma prima.
«Ma...veramente pensi quello che hai detto prima? Non avrei mai voluto portarti a pensare ciò...» mi chiede papà, piuttosto dispiaciuto.
«Veramente, non lo penso, però potresti trattenerti ogni tanto, che cazzo.» gli dico la verità. Potrò sbattermene il cazzo, ma è pur sempre mio padre e mi dispiacerebbe fargli mettere in testa pensieri strani, specialmente dopo le pare con la questione di mamma.
«Mh, va bene...buona giornata figlio mio, che ti benedica Dio!» dice sorridendo, poi cambiando sguardo, essendosi accorto d'aver fatto un'ennesima rima.
«Cristo.»

Apro la portiera della macchina, per poi uscire e chiuderla con un piede. Mi incammino verso scuola, con la cartella sotto il braccio, piuttosto in ansia. Mi ritrovo all'entrata: la scuola è enorme, e guardarla mi fa sentire oppresso. Mi avvicino all'entrata dove vedo un omone di colore davvero muscoloso. Mi viene incontro, aprendo la porta principale: mi scruta con uno sguardo piuttosto pauroso, finché non realizza che sono il nuovo studente che stava aspettando.
«Ah, sei per caso il ragazzo nuovo proveniente da 6-Banme? Ti stavo aspettando!» dice sorridendomi. Onestamente m'aspettavo una voce totalmente diversa per uno con un fisico così: la sua voce mi ricorda quella di Merio Jorudano, il che non è proprio il massimo.
«Sì, sono proprio io. Sono per caso in ritardo?» chiedo con molta gentilezza, nonostante mi sentissi particolarmente a disagio dinanzi a lui.
«Giusto un po', ma non è un problema! Su, seguimi!» si gira e mi fa cenno di seguirlo con la mano. Io vado con lui, facendomi varie rampe di scale, ma delle urla provenienti dall'entrata mi bloccano.
«PEZZI DI MERDA, BASTARDI! SBIRRI INFAMI! ALLONTANATEVI DA ME SHTRONZI!»
Erano delle urla femminili. Sono rimasto paralizzato.
«Non ti preoccupare, è tutto normale. E' solamente Lola che cerca di fuggire da scuola...di nuovo.»

Shibafu: Una Scuola Fuori Dal Comune!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora