JASON POV: 10:17
Sono qui da circa due settimane e mezzo ed è da poco più di una settimana che frequento l'Istituto Professionale "Coro Azzurro". La scuola non è come m'aspettavo, difatti me la immaginavo come una scuola piena di secchioni capaci di potermi misurare la circonferenza di Marte a mente, ma mi accontento. Sono finito in una classe di 16 persone, e poco meno di un terzo di questo insieme è composto da maschi. Insomma, sto vivendo in mezzo alle femmine: dopo la richiesta effettuata a Loreyn, sto entrando a far parte del gruppo delle ragazze che frequenta. Le ho conosciute un po' meglio ed ho notato che non son per nulla cattive persone, nemmeno quella nanetta di Ginevra. E' sempre rompicazzo, però mi ci sto abituando. Lola ha smesso di odiarmi 24 ore su 24, adesso delle pause di cinque minuti ogni tanto se le prende.
Ho cambiato posto dal mio arrivo, ed ora mi ritrovo circondato da alcune ragazze del gruppo ed altre ragazze non facenti parte del gruppo. Queste ultime sono Anita e Alessia, che ho rispettivamente davanti e davanti a destra, mentre le ragazze del gruppo che sto frequentando che si trovano attorno a me sono Loreyn, a destra, Ginevra dietro e Chloe dietro a destra. Sto davvero bene qua, seguo la lezione meglio e uso meno il cellulare. Se mi distraggo, lo faccio perché converso con le ragazze: proprio per questo, il professore a volte mi dà un'occhiata e fa finta di nulla, perché conosce le mie difficoltà.
Parlando proprio di Blanco, è l'ora della sua lezione. Al momento c'è Chloe alla lavagna che sta risolvendo dei problemi sulla termodinamica. Per scrivere dall'inizio della lavagna, quindi nell'angolo in alto a sinistra, la ragazza deve fare un po' di sforzo e quindi scrive issandosi un po'. In fondo alla classe c'è 'n ragazzetto di nome Norbert che, sinceramente, mi sta un po' sul cazzo. Di carattere è un fottutissimo simp, mentre ad aspetto è proprio un cesso a pedali: capelli unti, neri e spettinati; occhiali neri; apparato dentale; baffetti pre-adolescienziali; smilzo. Inoltre, il suo odore è vomitevole. Probabilmente si mette pure un profumo, ma è equivalente a quello della merda di vacca o di cavallo. Adesso, smettendo di descriverlo perché altrimenti mi vomito addosso, parlo dei suoi atteggiamenti terribili. Quasi ogni giorno, in classe, sfotte le ragazze e poi ride anche sotto a quella peluria che ha sopra la bocca, non considerabili nemmeno baffi, quando, in caso gli fosse richiesto, pulirebbe volentieri gli stivali ad ognuna di loro usufruendo solamente della lingua. Oggi è un'altra giornata destinata a finire in caciara, perché questa volta questo ha esagerato veramente.
«Chloe, hehe, attenta che ti si vedono le mutandine!» dice, ridendo poi con quella risata del cazzo simile a quella di Spongebob. Ridono tutti i ragazzi della classe tranne me e Derrick, un ragazzo timido e solitario, che comunque è fidanzato con Anakyn. Oltre a quei tre maschi che non potrebbero manco essere considerati tali, ridono anche due racchie bastarde che prenderei volentieri a mazzate. Diciamo che in classe 10 persone sono ok, le altre 5 invece le vorrei morte e gettate sotto ad un ponte, così che possano farci un ennesimo racconto con Jean-Baptiste Adamsberg protagonista. Una cosa che mi lascia confuso è che, in queste risatine di merda, il professor Blanco ancora non ha agito. Se fai così, Ernè, te le cerchi però...
«Come scusa?» chiede girandosi Chloe, visivamente furiosa. Forse questa cosa ha davvero fatto traboccare il vaso. Mi preparo alla confusione più totale. Il gruppetto, alla domanda della ragazza dai capelli rossi, scoppia ancor di più a ridere. Ora è finita davvero.
La povera Chloe lancia il gessetto addoso a Norbert, beccandolo proprio in fronte, per poi divenire rossa in volto dall'ira.
«Nerd schifoso, mi hai proprio rotto i coglioni! E' dal primo anno di scuola media che non ti sopporto! Fai schifo, sei un cesso e sei anche un rompicoglioni di prima categoria. Non ti meriteresti nemmeno la mia considerazione, verme schifoso, figlio di puttana!» urla la ragazza. Blanco a sentire queste parole si incazza a sua volta, ma proprio con Chloe.
«CHLOE! VIA DA ESTA CLASE, IMEDIATAMENTE!» esclama arrabbiato, indicando la porta. La ragazza non se lo fa dire due volte, uscendo dall'aula. Dei cinque che ridevano, ne sono rimasti solo quattro, perché Norbert si è sentito in colpa. Mentre Chloe usciva, Loreyn la chiamava per farla rimanere in classe, con Ginevra a bocca aperta e senza parole per il casino spuntato in così poco tempo, ma questo non è niente. Nicole si è alzata e girata subito, assieme a Lola e Francine, ed è andata a vendicarsi FISICAMENTE con questi bulletti del cazzo assieme alle altre due. Mentre a Norbert arrivava un pugno a 142km/h da Lola, che ha letteralmente pulluppato il coglione assieme a Nicole, Francine prendeva per i capelli le due troiette che ridevano, facendole fronte e fronte proprio davanti agli altri due maschi rimasti, terrorizzati. Qui Blanco si alza, decidendo di intervenire per calmare le acque. Sta letteralmente succedendo il casino più totale, ma in tutto questo la ragazza con cui se l'è presa il professore se n'è andata da sola. Mi giro verso Loreyn, l'unica rimasta vicino a me, perché Ginevra è salita su un banco ed ha iniziato a fare il tifo per determinare ancora di più le ragazze a dare mazzate, e solo dal mio sguardo capisce le mie intenzioni. Mi alzo dal banco e sgattaiolo fuori dalla classe, pronto a sopportare qualsiasi punizione.
Vedo Chloe nei corridoi totalmente da sola, e decido di andarle incontro correndo. Appena sono di fianco a lei, cerco subito di calmarla, prendendola da una spalla, in modo da fermarla.
«Chloe, non ascoltare quel secchione di merda. E' tutto scemo, non si meriterebbe nemmeno di stare in questa classe per la sua maturità. Sembra uscito dall'asilo.» dico io, guardandola negli occhi. Nonostante le mie parole, lei è comunque incazzata a bestia.
«Grazie, Jason, ma non ho bisogno di supporto. Andrò in presidenza, ma non m'importa. Preferisco andarci piuttosto che stare in quella classe.» mi risponde, cercando di mostrarsi calma e tranquilla, provando a farlo anche col tono di voce. Si toglie la mia mano di dosso, ricominciando a camminare verso la fine del corridoio, dove si trovano i bagni di questo piano, che sono anche i meno visitati dell'intero plesso. Insisto nel seguirla, tanto finché non entra nei bagni non commetto alcuna infrazione. E lo dico dopo esser letteralmente uscito senza permesso dalla classe.
«Per favore, adesso non chiuderti per colpa sua. Come hai detto tu, non dovresti nemmeno rispondergli. Deve essere l'ultimo dei tuoi problemi, mi hai capito?» cerco di convincerla. Mi fermo, e lo fa a sua volta lei, un po' più avanti rispetto a me. Si gira e mi guarda, e questa volta mi sa che è incazzata con me per la sua insistenza.
«Lo sopporto da troppi anni. Ad essere onesta non ce la faccio più, quindi non stare a rompermi i coglioni, grazie!» mi dice, per poi girarsi nuovamente in avanti, quasi arrivata al bagno. Sono questi i momenti in cui devo intervenire, e allora decido di farmi un'altra corsa veloce per bloccarla. Arrivo dietro di lei e la blocco avvolgendo le braccia appena sotto il suo seno, stringendola cosicché non possa andare via. E' qui che la sento tirare col naso.
«T...Ti avevo chiesto "per favore", Jason...lasciami piangere da sola, passerà...» mi rinfaccia, con gli occhi stracolmi di lacrime. Sta davvero piangendo per questa stronzata? Non avrei mai immaginato tutta questa fragilità da parte sua, davvero.
«Ma Chloe...perché ti riduci così per uno come lui? Stai scherzando?» le chiedo, serio. Non mi sembra per nulla il motivo per cui piangere, e quindi non posso far altro che domandarlo, confuso.
«Non piango per lui...ma perché n-non è la prima volta...non lo sopporto più. Lo fa sempre, dandomi fastidio...tanto fastidio...e se n'esce sempre pulito! Non so come cazzo faccia!» - si lamenta così, mentre qualche lacrima inizia a scendere dai suoi occhi straripanti - «Poi, come se non bastasse...ci sono anche quegli altri stronzi dei suoi amici, che mi prendono di mira senza che io possa...fare niente!» continua così, singhiozzando e mettendosi le mani sugli occhi. Sento il mio cuore a pezzi, anche perché mi sto affezionando a lei e alle altre. Queste cose io non le sapevo, le avevo notate ultimamente ma non erano casi gravi. Sono contento che le ragazze abbiano puntato subito alla violenza, onestamente. Adesso, però, devo tirare su Chloe a tutti i costi.
Tolgo le braccia dal suo corpo, mi sposto per mettermi al suo fianco e le tolgo la mano destra dall'occhio. Lei se ne accorge e porta il suo sguardo verso di me, e nota che sul mio volto c'è un'espressione dispiaciuta. Prendo la mano che le ho appena tolto dall'occhio, la stringo molto bene ed inizio a camminare verso un posto dove sicuramente nessuno ci può vedere. Come primo posto possibile penso alla nostra palestra, oggi inutilizzata poiché è l'ultimo giorno della settimana, e in quest'ultimo non possiamo fare attività sportive, il motivo...beh, non esiste. Arriviamo e mi appoggio con le spalle ad un muro, affianco a degli armadietti, con lei davanti a me.
«Adesso siamo solamente io e te, e qui non ci sarà nessuno a romperci i coglioni di sicuro. Come ti ho già detto, non devi dargli ascolto, perché lui è felice quando ti provoca.» - affermo, prendendole poi tutte e due le mani, facendo sì che le nostre dita siano intrecciate - «Se non ce la fai, allora prova una cosa: soffermati su altro e non pensare a quello scherzo della natura. Se ne ritornasse da dov'è venuto, quell'otaku di merda.» finisco, molto incazzato con Norbert.
«A c-cosa potrei pensare, scusa?! Lui mi assilla ogni giorno, e certe volte lo fa anche al telefono. Mi disturba, poi ci prova con me e si inventa voci strane che girano per la scuola. Lui è la mia fottuta rovina!» mi dice quasi sull'orlo della disperazione, separando con forza le nostre mani.
Io sospiro e la fermo prima che vada via. La arpiono con il braccio sinistro, avvolgendolo appena sopra la sua vita, per poi spostarle con l'altra mano una ciocca dei capelli dalla fronte al dietro dell'orecchio con un sorriso.
«Facciamo un gioco. Mettiamo che io ti faccia mettere in testa altro, così per farti cambiare umore.» rispondo io, incuriosendola, per poi portare la mano destra sulla sua guancia sinistra.
«O-Ossia? Di che s-stai parlando?» ha smesso di piangere, però i suoi occhi sono ancora lucidi e le sue gote ancora rosse e calde, quasi bollenti.
«Prova a pensare a me.» dico, avvicinando lentamente il volto al suo, con gli occhi socchiusi. Con quel poco di vista che mi rimane noto che mi sta assecondando, ed è proprio il mio momento. Sto per baciarla. Sto per baciare una ragazza, per la prima volta. Sono curioso davvero di cosa si provi.
Siamo quasi arrivati sul punto clue...ma proprio in quel momento, sento una voce stridula provenire da fuori.
«♪ Sono ciontento di quesso stufo, tiene molto cialdo anche nella salo! Porco putano, si ciama Lucifero: è molto meglio, di un cialorifero! ♪». CRISTO, E' IL BIDELLO! OGGI LAVA LA PALESTRA, CAZZO, NON ME LO ASPETTAVO. Chloe salta dalla paura, ci stanno per sgamare, e qui salta tutto. Ci mettiamo sull'attenti, sentendo la voce di Merio Jorudano cantare altre canzoni del genere. E' davvero qualcosa di terribile e spaventoso.
Mi guardo attorno e mi viene il lampo di genio. La prendo per la mano, apro un armadietto e mi metto là dentro, portandola con me. Richiudo silenziosamente, sentendomi il protagonista di "PASSO LA NOTTE IN UN ARMADIO DELL'IKEA". Ci guardiamo, anche perché i suoi occhi blu sono l'unica FOTTUTISSIMA cosa che vedo decentemente. Sento una porta aprirsi, ed è proprio IN QUEL FOTTUTO MOMENTO CHE MI DEVO SENTIR TESO! Non ce la faccio più, ed il mio corpo mi costringe a scorreggiare. Il bidello smette di parlare, mentre noto i movimenti di Chloe che cercano di allontanare il tanfo con una mano, tappandosi il naso con l'altra.
«...C'è qualcuno? Qualcuno mi dia risposta!» cammina per la stanza, passando più volte davanti a noi. Forse ce la siamo scampata, perché dopo un minutino circa si sta arrendendo a cercare. Che sollievo, possiamo tornare a n-
SCHERZAVO ZIO PERA. ANCHE A LEI PARTE UNO SCORREGGIONE DALLA TENSIONE, E CHE PUZZA, CRISTO DIO! Mi butto fuori da questo fottuto armadietto, non ce la posso fare!
Esco e vedo proprio il bidello, davanti a me, che mi fissa malissimo col mocio in mano. Dopo di me, esce anche Chloe. E' proprio la nostra fine.
Passano circa dieci minuti, e siamo fuori dalla classe. Il bidello ci ha riportati qui e sono due minuti che aspettiamo. Mi faccio coraggio, apro la porta e-
«In presidensa.» dice Blanco, che manco mi guarda. Lo sapeva già. Chiudo la porta, incazzato come una iena, per poi chiedere il piacere al collaboratore scolastico di portarci in presidenza.
Passa qualche altro minuto, ed io e Chloe siamo seduti appena fuori dall'ufficio del preside. La vice-preside apre la porta, ci guarda e ci fa segno di entrare dopo aver atteso due minuti fuori. Io e la ragazza entriamo e ci troviamo di fronte al preside: un omone gigantesco, muscolosissimo con una camicia bianca e dei pantaloni molto stretti di colore nero. Penso che il preside sia capace di tirare giù l'intero istituto con un singolo cazzotto alla base.
«Fabius, questi due ragazzi sono stati trovati in un armadietto della palestra da soli. Non sappiamo come ci siano finiti e non sappiamo cosa stessero facendo.» dice la vice-preside per informarlo. "Fabius"? Ma che cazzo di nome è? Siamo finiti all'era dei Latini?
«Grazie per l'informazione, Lay. Lasciami parlare con questi due ragazzi, esci pure.» comanda il preside alla vice-preside, che annuisce e se ne va. Lay, Fabius, ma che cazzo di nomi sono...
«Beh ragazzi, non voglio nemmeno arrabbiarmi. Ditemi che cosa stavate facendo lì e come ci siete finiti.» ci chiede, visibilmente calmo nonostante sia uno molto minaccioso parlando di aspetto. Io e la ragazza ci guardiamo, allora lei si fa coraggio e decide di parlare per prima. Riportiamo lo sguardo verso il preside, che si trova in attesa di risposta.
«Un ragazzo nella mia classe mi provoca tanto fastidio. A volte mi pedina, per poi fare osservazioni strane o dire qualcosa per farmi imbarazzare davanti a più persone. Il problema è che non ho alcuna confidenza con questo ragazzo, e ciò mi irrita troppo. Oggi l'ha rifatto, dicendo che mi si vedeva l'intimo da sotto alla gonna ad alta voce mentre svolgevo un esercizio di chimica alla lavagna. Alcune persone si son messe a ridere ed il professor Blanco non gli ha detto assolutamente nulla, allora mi sono infuriata, andando un po' oltre i limiti. Il professore mi ha cacciata fuori, ed allora questo ragazzo qui mi ha seguito...» spiega. La seguo a ruota.
«L'ho seguita per convincerla a tornare e a non dargli retta, e siamo arrivati fino in palestra. Qui abbiamo sentito dei rumori, e per non farci vedere ci siamo nascosti in un armadietto. Il collaboratore scolastico ci ha trovati ed eccoci qua, preside...» concludo io.
«Ok, ragazzi...» - sospira Fabius - «Mi è piaciuto il gesto del ragazzo. Tu sei quello nuovo, non è vero?» mi chiede.
Io annuisco, aggiungendo un «Mi chiamo Jason, signore» giusto per.
«Per questa volta farò finta di nulla. Grazie per avermi comunicato che qualcuno non si comporta bene in classe vostra. Mi sapete dire il nome?» ci domanda il preside.
«Norbert, preside...» rivela la ragazza, un po' imbarazzata.
«Grazie mille. Per questa volta vi lascio andare, ma me la segno. Non comportatevi più così e non fate più cose strane, o vi sospendo per due settimane con obbligo di frequenza.» avvisa Fabius.
Io e Chloe ci alziamo rigidi, per poi salutare con un inchino la figura più importante di 'sto posto. Dopo averlo ringraziato, fuggiamo via da questo posto per tornare in classe.
2:30 P.M.:E' finalmente finita quest'altra giornata, ora abbiamo del meritato riposo. Esco dalla classe e scendo le scale assieme alle ragazze, lamentandoci come di consueto dei professori rompipalle. Usciamo dalla scuola, passeggiando per il giardino prima di uscire dai cancelli.
«Chloe, Jason, che v'hanno fatto in presidenza? V'enn scassat o cazz?» chiede Francine, con la sua parlantina partenopea.
«M'aspettavo di peggio, onestamente. Ce la siamo scampata con poco ed ora quel figlio di puttana è sotto osservazione.» rispondo io, guardando dalla lontananza Norbert, colui che ora se la potrebbe vedere peggio di tutti. Lo fisso malissimo, ma questi sono dettagli.
«L'importante è che stiate bene e che non vi abbiano fatto niente, dai.» dice Loreyn, sollevata.
«Effettivamente sì, conoscendo il preside molto bene vi ha fatto davvero un piacere. Potrei anche sbagliarmi, poiché con me si comporta "male" solo perché sono scappata un sacco di volte da scuola. Secondo me conosce meglio me che quella puttana della vice-preside, che è peggio di un poliziotto, mannaggia al cazzo. Un giorno la accoltellerò...» promette Lola, con una risata finale di gruppo.
«Il professor Blanco non ha detto nulla ancora al preside ma si sono menati di brutto in classe, boia c'erano le due vaccone di merda che piangevano e c'era Norbert che urlava come una checca. Leeeezzo.» dice Ginevra, felice della sofferenza altrui.
«COME SI SONO MENATI IN CLASSE?» - chiede Chloe, che non se l'aspettava - «SEMPRE QUANDO NON CI SONO IO.» afferma.
«Eh, tu ti sei fatta cacciare fuori puttana.» - dice Nicole - «Comunque, secondo voi è meglio Leon, Spike o Corvo?» continua così con una domanda totalmente off topic.
«Onestamente penso sia meglio Spike.» afferma Loreyn. Qui mi viene automaticamente voglia di stare un po' da solo.
«Vabbè ragazze, io vi abbandono. Devo tornare a casa.» sorrido, e mi allontano andando verso il cancello dopo tanti saluti. Appena uscito, mi appoggio al muro aspettando mio padre. Vedo tutte le ragazze che conosco andare via, andando verso le loro case, e tra quelle c'è anche Chloe. Nel momento che mi nota, si gira verso di me, sorridendomi e mostrandomi la punta di lingua che fa uscire appena dalle labbra. Dopo questo gesto, diventa leggermente rossa e scappa via dopo avermi accennato un sorrisetto divertito. Non può farmi questo dopo ciò che stava succedendo oggi. Zio cane.
Sospiro rimuginando su ciò che poteva succedere, per poi arrendermi all'idea che un bacio non lo darò mai, in vita mia.
Continua ;).
STAI LEGGENDO
Shibafu: Una Scuola Fuori Dal Comune!
RomanceJason è un ragazzo di 16 anni che, per via del lavoro del padre, deve cambiare scuola. Andando alla scuola "Coro Azzurro" di Shibafu, una delle più prestigiose di tutto il Giappone, si ritroverà in un vortice continuo di avventure con le sue nuove e...