Capitolo 5 - La fiera.

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JASON POV: 2:23 P.M.
Già da due giorni è incominciata una nuova estenuante settimana nella scuola dei pazzi. E' martedì, stanno per finire le lezioni e siamo sorvegliati dal Blanchito nazionale. Ad un certo punto, alza la testa verso noi poveri studenti sfruttati, uscendosene con una delle sue solite cazzate dell'ultimo momento.
«Para mañana me dovrete portare un cartelone con el bloco d de la tavola periodica.» ci assegna il pelatone. Tutta la classe esclama con enfasi un «AHHEAAH?», palesemente scocciata.
«Pcché professò?! Pcché c'fat questo?» chiede Francine, disperata. Voleva palesemente platinare Metal Gear, però si ritrova in queste condizioni.
Niente da fare, Blanco non vuole stare proprio a sentire i suoi studenti, così segnando sul registro questo compito. Mentre stava segnando il compito, lo guardavo disperato. Si è accorto subito di ciò, difatti mi ha tirato un'occhiataccia che mi ricorderò per tutta la giornata. Dopo questo scambio di sguardi, torno a guardare il mio gruppo, intento a tirare giù sei calendari assieme al mio, così facendo sette.

«Ah, ragazi, el compito es en gruppo. Decidete voi como dividersi. Hoy solo Ginevra eres absente, cuindi uno de voi deve andare a casa suya.» dice il professore. In questo momento tutti quanti ci guardiamo attorno, alla ricerca del proprio compagno. Io voglio stare con una tra Lola e Chloe, dopo venerdì ho voglia di stare più tempo con loro. Vediamo un po' chi sceglie-
«Sarai te, Jason. Tu farai el compito con Ginevra.» mi dice, con un sorriso. Ha punito quell'occhiata che gli ho dato prima.
«Ma professore! Io in realtà volevo stare con Chloe-» rispondo, girandomi verso la ragazza dai capelli rossi con cui mi sono quasi baciato. Si è già scelta la compagna, Alessia, e faranno il lavoro assieme. Mi correggo.
«Scusi, volevo dire con Lola-» mi giro verso l'altra ragazza e noto che anche lei ha scelto la sua compagna, Anita.
«...Vabbè, sarà per Loreyn, no?» porto il mio sguardo su Loreyn e noto che han fatto il gruppo a tre lei, Nicole e Francine. Sì ma porcoddi-
«Me dispiace, Jason, ma ti ritrovi costreto a lavorar con Ginevra, JAJAJAJAJAJA.» dice, con quel suo sguardo spocchioso.

Suona la campana, saluto tutte le ragazze con un sorriso palesemente finto, per poi girarmi e trovarmi in una situazione di merda. Inizio a camminare verso casa di Ginevra, so dove vive perché mi è stato detto dalle altre ragazze. Grazie mille, però certo che siete stronze.
Mentre cammino verso casa della nanetta, ho dei dubbi: perché sto facendo questo? Mi scassa proprio i coglioni a scuola, sarà simpatica e tutto ma ancora non mi va a genio. Proprio con lei dovevo fare questo compito scelto negli ultimi cinque minuti di orario scolastico? Vaffanculo Ernè...
Passa circa una decina di minuti e mi ritrovo dinanzi ad una casa spettacolare: è letteralmente una villa, con un giardino enorme. Mi ritrovo davanti a questo cancello che mi separa dalla grande zona verde dove stanno giocando due bambini.
«Hey, Kenny, guarda lì! C'è uno davanti al cancello! Che cazzo vuole questo finocchione culacchione?!» si domanda, quasi nel panico, guardandomi. E' un bimbetto che mi arriva probabilmente alle palle, biondo e probabilmente obeso. Noto che ha anche la bocca sporca di cioccolato.
«Eh? Finocchione...culacchione?» mi domando io, perplesso.
«JKNKOFIFASNHJBCASDQHJBXCDE» grida questo "Kenny" vicino al fratello, come se fosse spaventato da me.
«Sì, hai ragione, Kenny! Dovremmo proprio andare dentro a giocare a Fifa. Ma prima...» - dice, girandosi verso di me - «...tu, finocchione! Devi per caso incontrare quella baldraccolona di nostra sorella?» conclude.
«Come fate a saperlo? Sono venuto proprio per lei...» rispondo, rimanendoci sorpreso.
«Nessuno ci viene mai a trovare: o sei uno strano, oppure sei qui per quella culacchiona di Gine.» dice il bimbo obeso, venendo ad aprirmi il cancello. Lo ringrazio con la testa, e lui mi fa una pernacchia: ma li mortacci sua e di chi non glielo dice.
Vado verso l'entrata, sentendo «VXCNDLJKASUIRGFDJF!!!» dietro di me appena supero questo Kenny, che letteralmente sembra parlare una lingua a me sconosciuta, come lo è, forse, in tutto il globo. Vado verso la porta, aprendola senza alcun problema: è una casa meravigliosa, moderna e palesemente nuova. I suoi genitori dovranno averla comprata da poco. All'interno, la dimora pare disabitata, ma se mi hanno aperto sicuramente la nanetta sarà presente. Inizio a camminare sul parquet di qualità eccezionale dell'abitazione, quasi dimenticandomi quale sia il mio obiettivo. Ho da fare un lavoro, inoltre con una ragazzetta che mi rompe le palle tutti i giorni. Questo posto mi fa sentire bene, speriamo che non rovini nulla Ginevra. Andando in giro per il primo piano non trovo nulla, allora decido di salire le scale per andare a trovare qualche camera da letto. Appena salgo, noto tutte le porte di un design basico, uguale. Mi giro verso destra e noto queste tre porte: una porta gialla, una porta rossa ed una porta blu. "Non aprire la porta sbagliata", eh? Ok, ci sto. Ho un 33,3333333...% di azzeccare quella giusta. Metto la maniglia sulla porta gialla, tensione...
Ho sbagliato. Non è questa la porta. Con le scelte sono proprio sfigato.
Rimango davanti a due porte, una blu ed una rossa. Decido di andare con quella rossa: metto la mano sulla maniglia, ma la porta sembra chiusa a chiave.
«Che cazzo volete?» - chiede la ragazza, pensando che siano i suoi fratelli. - «Sapete che non dovete disturbarmi quando sto in stream su Twitch!» esclama, rimproverandomi. Nonostante questo, non avendo mia risposta, viene ad aprire la porta.
«Su, che c'-» si ferma, alzando lo sguardo verso il mio volto.
«...Che cazzo vuoi te?!» mi guarda incazzatissima, con un occhio strizzato. Dà poi un'occhiata al monitor, non potendo picchiarmi perché è in stream. Non riesco a vedere quanti spettatori abbia. Non le rispondo, guardando la sua stanza ed analizzandola: noto come prima cosa il suo letto, che ha la forma di Saetta McQueen 95. Per il resto è una stanza tappezzata di Sonic e dei suoi amici di merda. Il letto è pieno di pupazzi dei personaggi principali, sul muro vi sono vari poster del riccio più famoso del mondo. C'ha anche l'orologio appeso a forma della testa di Knuckles.
«Hey ragazzi, oggi ci sono anche io! Sono l'ospite special-»
«Stai zitto!» dice, facendomi abbassare dal braccio e sussurandomelo all'orecchio. Mi lascia poi il braccio aggressivamente, avvicinandosi al monitor e salutando il pubblico, dicendo che ha avuto un imprevisto. Stacca la stream, ed ora siamo solo noi due mentre io chiudo la porta.
«Hai pure salutato? Perché, quante persone ti stavano guardando?» le chiedo, ridendo, come se sapessi già la risposta.
«Mah, circa centoventicinquemila spettatori. Guarda, ti stanno tutti insultando nella chat off-stream.» mi indica la parte del monitor, ed è vero. Una caterba di simp.
«Ma davvero?» ci rimango una merda.

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