Passarono giorni, addirittura settimane dall'ultima conversazione con San. La mente di Nova era focalizzata perennemente sulle mansioni lavorative, un bene, poiché il seme stava dando il suo frutto: denaro.
In casa, finalmente, si poteva percepire un'aria benestante e questo era esattamente lo scopo. Ciò quindi significava una cosa, il piano di Nova stava andando verso la direzione giusta, per ora. Le servivano qualche migliaia in più per poter incastrare padre e figlio ma soprattutto dare giustizia al proprio di padre.
"Finalmente avremo una settimana di riposo" annunciò Nova stiracchiandosi; le vacanze pasquali stavano avvicinandosi, e sia Nova che Hongjoong erano al settimo cielo. Niente telefonate, niente clienti, niente mal di testa per i prossimi sette giorni.
Nova aveva pianificato perfettamente come voleva passare il suo tempo libero: in modo molto semplice, stando in famiglia.
"Cerca di dormire il più possibile" ammise Hongjoong intento ad indossare la giacca.
"Non vedo l'ora" affermò lei, alzandosi dalla non tanto comoda sedia, pronta per uscire dal suo noiosissimo ufficio.
Quelle però furono le ultime parole di gloria, prima che il tutto crollasse.
"Mio padre ha organizzato una cena e ci vuole tutti presenti questo venerdì sera"
Queste le ultime parole, o prime, che Nova sentì da una voce più che famigliare, una voce che non sentiva da parecchio tempo.
La corvina giurò di aver sentito una strana sensazione dentro di sè, non seppe però decifrare cosa.
Il tutto accadde così in fretta, che non ebbe nemmeno il tempo di dare un'occhiata alla presenza dinnanzi a sè, ma sapeva perfettamente a chi apparteneva quel suono.
Seppur colta alla sprovvista Nova scosse la testa, ed uscì come di dovere.Purtroppo, quel fatidico venerdì sera arrivò alle porte.
La mente della corvina era inalterata, contemplando sui pro e i contro del passare una serata con le persone che più disprezzava al mondo.
Sospirando, però, giocò la carta matura, iniziando a prepararsi.
"Mamma, quando torno voglio vedere i piatti vuoti" ammonì la madre, incoraggiandola a mangiare ciò che poteva darle forza. E così, dopo le numerose lamentele della madre, e un abbraccio, Nova uscì dall'abitazione.
Non appena chiuso il cancelletto, udì il rombo di un auto spegnersi.
Confusa, cercò di capire chi fosse la presenza, pentendosene amaramente non appena la figura uscì dall'auto.
Il moro esitò qualche secondo prima di avvicinarsi e proferire parola, un minimo, forse, intimorito dallo sguardo impassibile della corvina.
"Mio padre" fu tutto quello che disse.
"Non ho bisogno dell'autista" fu quello che invece disse Nova.
"Pensi che lo faccia con piacere? O che sia lieto di vederti?" ammise il moro, cercando però di stare il più calmo possibile.
Non ci fu risposta, solo silenzio, prima che il moro aprisse la portiera, invitando Nova ad entrare in auto.
"Perché?"
"Perchè, cosa?" chiese il moro di rimando.
Nova scosse la testa, entrando furtivamente in auto. 'Prima finisce, meglio è', pensò.Non solo soffrì subendo un viaggio di ben quindici dannati minuti in un silenzio tombale, per sua sfortuna, Nova si ritrovò a cenare esattamente difronte al famigerato figlio.
Nova cercava di ripetersi quanto tutto ciò non la aggradava, ma c'era sempre qualcosa nella sua testa che le faceva pensare il contrario. Forse, gli mancava.
Ma cosa gli mancava esattamente? Il suo essere spavaldo, arrogante e senza maniera? No, di certo.
Gli mancava essere attratta da lui, attratta dal suo sguardo, dal suo essere sofisticato al punto giusto, dal suo sapersi atteggiare, dal suo essere quieto e allo stesso tempo, sicuro di sè; quello che le mancava però, più di ogni altra cosa al mondo, era il suo sguardo, la sua attenzione posta su di lei.
Questo era ciò che le mancava di lui ed era dannatamente furiosa per come la pensava.
I suoi pensieri vennero interrotti da calici che si scontravano tra di essi, segnando l'atto di un brindisi, che la mora, ovviamente, si perse.
"Oggi non siamo colleghi, ma amici" ammise il padre, emettendo una piccola risata, alla quale Nova alzò gli occhi al cielo.
La serata, seppur minuti stessero passando, pareva non giungere ad una conclusione. Posate che rumoreggiavano e una zuppa di parole fu tutto ciò che Nova richiamò, intenta a giocherellare con quello che aveva nel piatto. Ovviamente, non toccò cibo.
"Anche io me lo merito, figliolo, è ora che tu ti faccia una famiglia"
L'attenzione di Nova venne catturata da queste semplici parole, ponendo lo sguardo verso il moro, il quale, a sua sorpresa, pose il suo sguardo verso di lei.
La serata, finalmente, giunse ad una conclusione, lasciando metà della compagnia brilla, se non ubriaca fradicia.
Nova si alzò frettolosamente dal tavolo, non prima di sistemarsi il vestito per come si deve ed afferrando la sua borsa, per poi incamminarsi verso l'uscita.
"Dove vai?" si sentì dire alle sue spalle.
Nova si girò di scatto, alzando un sopracciglio.
"Dove pensi che stia andando? A casa" rispose in modo ovvio.
"E come pensavi di andarci?" chiese il moro di rimando.
Nova aggrottò le sopracciglia, rendendosi conto che si era fatto tardi, e nessun autobus o taxi era a disposizione a quell'ora.
"Andiamo" affermò il moro. Nova questa volta, non se lo fece ripetere due volte, incamminandosi con San, fermandosi però di scatto non appena giunta dinanzi alla macchina.
"Non ho bevuto" la precedette, accendendo il motore. Nova annuì lentamente, irritata dal fatto che, ultimamente, fosse un libro aperto.
Il viaggio verso casa fu come quello precedente, silenzioso, finché non giunsero a destinazione.
Il motore si spense, ma nessuno dei due osò proferire parola, o fare fare qualsiasi movimento.
"Mi dispiace" fu quello che Nova sentì dopo indiscussi minuti passati a guardare il vuoto.
La corvina rivolse tutta l'attenzione verso San, sorridendo però amaramente.
"Non mentire a te stesso" rispose, mantenendo lo sguardo nel suo.
"Non lo sto facendo, infatti" ammise. "Ho perso il controllo, quel giorno" concluse, cercando di difendersi. Nova annuì, non proferendo parola.
"Non aspetto che tu accetti le mie scuse, voglio solo che tu sappia ciò"
"Cosa vuoi che io faccia?" sussurrò Nova, ponendosi la domanda più a sè stessa che al moro.
"Non sparire più dalla mia vista, ma soprattutto dalla mia vita"ALLA BUON ORA?
Lo so, non ci sono scuse, ma davvero, avevo zero motivazioni, la storia non stava avendo il riscontro che volevo, e quindi deciso di lasciar perdere, però, eccomi di nuovo qui, cercando di portare al termine ciò che ho iniziato.
Spero mi possiate perdonare e che possiate dare un'altra chance a questa storia. Se è così, vi prego di lasciare un commento.
Vi voglio bene, alla prossima!
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Dazzling light|| Choi San
Fanfiction"Mi pare ovvio, ti voglio" "Più mi vuoi, più non mi avrai"