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Alex: Ho fatto questa costruzione, dici che è abbastanza bella?

Puntò il cursore su una casetta e attese la riposta dell'amico.
Il problema di Alex forse era proprio quello, si chiedeva sempre se le sue azioni fossero sufficienti o meno. Necessitiva conferma da parte di qualcuno, voleva sentirsi dire che aveva fatto un buon lavoro, altrimenti si etichettava come inferiore. "Potevo fare di più", pensava ogni volta.

Giorgio: È stupenda, ma come fai?

Giorgio conosceva le sue insicurezze, infatti era molto attento quando parlava con lui. Sapeva quanto Alex avesse paura di non essere mai abbastanza, così cercava di essere sempre al suo fianco. Giorgio non fingeva mai, era un ragazzo onesto e tutto ciò che diceva corrispondeva davvero ai suoi pensieri, compresa la bellezza della nuova casa sul server.

Il pomeriggio passò in tranquillità, ad eccezione di quei momenti in cui Giorgio sentiva le farfalle nello stomaco per le più piccole azioni o parole da parte dell'altro.
Quando succedeva, Giorgio scuoteva la testa come per ricordarsi che stava solo sognando, che era tutto sbagliato. Il tocco di mano era involontario, lo sguardo non significava niente, o no?
Alex non ci faceva caso perché dopo i suoi trascorsi sentimentali, non ci credeva nemmeno più. Spesso si fermava a pensare cosa fosse l'amore, rifletteva se l'avesse mai provato o no.

Giorgio: Non facciamo matematica?
Alex: Nah, tanto non ci chiama

Giorgio fece una smorfia e si mise a sedere sul letto, preoccupato per i voti scolastici di entrambi. A dire il vero andavano bene a scuola, per ora. L'anno era ancora lungo e c'era tanto da fare, perciò nessuno di loro poteva permettersi un'insufficienza nelle interrogazioni o nei compiti in classe.
Ad Alex non importava più di tanto, diceva che c'erano cose più importanti.
Di queste "cose più importanti" non sarebbe in grado di nominarne neanche una, ma era sicuro che ce ne fossero un bel po'.

D'improvviso un telefonò squillò, era la suoneria di Giorgio.

Giorgio: Dove sta?
Alex: Di fianco a te, chi è?
Giorgio: Mh? È Cico...
Alex: Rispondi, magari è successo qualcosa

Il nome che compariva sul display era quello di un loro caro amico, che tanto caro non era.
Si conoscevano da abbastanza tempo da conoscere il carattere particolare di Cico, a tratti egocentrico ed esibizionista. Era un ragazzo alto, dai capelli rossi e gli occhi scuri, con un sorriso contagioso stampato in faccia. Era bello e amichevole, sapeva come comportarsi per ottenere ciò che voleva. In particolare, da parecchio, aveva puntato gli occhi su Giorgio. Nessuno lo sapeva, ma Cico aveva segretamente una cotta per lui.

Giorgio: Pronto?
Cico: Oh? Ciao, dove sei?
Giorgio: Sono da Alex, tutto apposto?
Cico: Mhmh, te ne parlo dopo allora
Giorgio: Mi devo preoccupare? Cos'è questo tono?
Cico: Sto bene, tu richiamami dopo.

Cico agganciò la chiamata senza dare a Giorgio la possibilità di aggiungere qualcosa, strinse i pugni e rimpianse di non averlo chiamato prima. Non poteva parlargli se era con Alex, perciò era costretto ad aspettare finché Giorgio non fosse tornato a casa sua.
Cosa aveva intenzione di fare vi chiederete?
Rovinare tutto, lo faceva di professione.
Era uno di quei ragazzi che, come Alex, ai fiori non ci credevano un granché. Al contrario dell'amico però, era innamorato perso. Per amore poteva fare tutto, per Giorgio poteva perdere amicizie e guastarne altrettante.

Alex: Che ti ha detto?
Giorgio: Mi richiama più tardi, quando non ci sei
Alex: C'è qualcosa sotto.
Giorgio: È un bravo ragazzo lo sai, magari vuole parlare di un suo problema solo con me...
Alex: Mi dispiace dirtelo, ma mi dirai che avevo ragione

Alex era testardo e Giorgio era un povero ingenuo, il primo aveva capito tutto e l'altro si ostinava a vedere il buono nelle persone che non ne avevano. Faceva parte del suo carattere, dava una seconda possibilità quando nessuno lo avrebbe mai fatto anche a rischio di ferire se stesso. Ci teneva tanto a quei pochi amici, troppo per lasciarli andare.

Daisy Chains - TheBadNauts 💌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora