XXII

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Lasciandosi cadere di peso sulla sedia l'unica cosa che in quel momento Mark riuscì a pensare fu che era irrimediabilmente esausto; la stanchezza aveva raggiunto un livello tale all'interno della sua persona che gli era passato qualunque altro istinto di sopravvivenza, se non quello relativo al distendersi e, finalmente, dormire.

Quella settimana tutto il dipartimento era al collasso, le manifestazioni pro e contro il provvedimento Clarckson avevano impegnato ogni poliziotto esistente in tutta New Orleans; non era ancora successo nulla di grave, ma era come se lui e tutti i suoi colleghi, in qualche modo, avessero il sentore che qualcosa stesse per accadere.

C'erano troppe persone incazzate da entrambe le parti e quando era così qualcosa esplodeva sempre. Dentro di sé sperò solo che l'esplosione non fosse troppo catastrofica, ma con le creature soprannaturali non si poteva mai dire.

Guardò pigramente la scrivania, le cartelle dei casi di cui doveva fare i rapporti erano tutte accatastate l'una sull'altra, al loro fianco - sul bordo messo in una posizione pericolante - la busta con il suo pranzo ancora intatto; si accorse di non avere nemmeno fame da quanto fosse stanco, inspirò e chiuse gli occhi, giusto un secondo prima di buttarsi a capofitto sul completare i rapporti che aveva davanti.

Lo squillare del telefono lo fece balzare in piedi, il cuore che gli batteva all'impazzata, si guardò attorno confuso, gli occhi impastati dal sonno, un leggero dolore al collo: l'essersi addormentato sulla sedia dell'ufficio senza accorgersene sicuramente non era stato il massimo, ancora intontito individuò il telefono e rispose.

- Mark, tu e la tua squadra fuori Roosvelt Mall, New Orleans City Park, all'altezza del labirinto, è successo un casino.- dall'altro capo del telefono la voce severa del vice capitano Anderson suonava stanca e preoccupata.

- La manifestazione dei pro o dei contro, o entrambe?- domandò afferrando il cappotto, dall'altro lato sentì un sospiro.

-No Mark, questa è roba per la tua squadra speciale.- mormorò il suo superiore con voce triste, Mark si gelò, rispose che sarebbe arrivato subito, per poi chiamare gli altri componenti della squadra ancora in servizio.

Sanders, il giovane tenente che gli avevano assegnato da sei mesi, era spalmato sulla sua scrivania a fare esattamente quello che stava facendo lui, solo qualche secondo prima, Mark lo scosse.

- Sanders sveglia, abbiamo una chiamata.- il ragazzo si svegliò di soprassalto, un foglio appiccicato al viso e lo sguardo perso.

- Cosa...- la sua voce roca e assonnata sembrava confusa, il detective gli staccò il foglio dal viso e gli afferrò la spalla.

- Dobbiamo muoverci c'è una chiamata per la nostra squadra, vatti a lavare la faccia con l'acqua fredda, io chiamo O'Connor e Williams. Hai cinque minuti.- il ragazzo scattò come una molla e corse verso il bagno, Mark usò il telefono sulla scrivania del tenente per chiamare gli altri due componenti, per poi aspettare Sanders davanti alla volante.

Qualcosa dunque era successo, era ovvio che il poliziotto pensasse che fosse connessa alle manifestazioni, ma, a prescindere, qualunque fosse la sua origine, se c'erano di mezzo gli esseri soprannaturali sapeva che la stampa non avrebbe mancato di utilizzare il crimine per far girare l'opinione pubblica contro il prossimo progetto di legge.

La legge Clarckson, se c'era qualcosa che in questi ultimi mesi aveva scombussolato la vita dell'America era proprio quella: gli esseri soprannaturali avrebbero potuto avere gli stessi diritti degli uomini, quindi per qualunque omicidio o aggressione rivolta a loro sarebbe stato istituito un processo con avvocati e giuria ed, in ugual misura, se loro avessero ucciso qualcuno si sarebbe tenuto lo stesso procedimento.

A parte per quelli di loro che perdevano il senno e iniziavano a compiere mattanze, per quelli l'unica soluzione era chiamare lo sterminatore più vicino e aspettare l'ordinanza del giudice. Però il punto era proprio quello, se in quel momento era possibile uccidere senza problemi un vampiro che ti entrava in casa e non passavi guai di nessun tipo, dopo la Legge Clarckson di guai ne avresti passati, eccome.

Mark vide Sanders infilarsi il casco anti sommossa per poi venirgli incontro, quindi il detective entrò e si mise alla guida, ormai completamente lucido grazie all'adrenalina in circolo, non appena il tenente entrò e chiuse la portiera, partì.

Raggiungere Roosvelt Mall non fu per niente facile, le strade di New Orleans erano ormai sempre piene di manifestanti o di suoi colleghi che pattugliavano, aggiungendo poi anche il traffico normale delle persone che lavoravano di notte e dei taxi, si poteva tranquillamente dire che anche un tragitto di dieci minuti poteva durare circa un'ora.

Una volta arrivati molte volanti erano già lì, insieme a qualche furgoncino degli agenti in tenuta antisommossa, impegnati a monitorare il perimetro.

Le luci rosse e blu delle sirene illuminavano quella sezione di parco rendendola spettrale.

Scesero dall'auto, Mark tirò fuori il distintivo con un movimento automatico non appena fu vicino ai poliziotti che sorvegliavano i dintorni, lo fecero passare senza dire nulla, il detective con Sanders e alcuni poliziotti alle loro calcagna si incamminarono verso il corso d'acqua, dove avevano intravisto delle sagome a terra.

I corpi erano lì, stesi in posizioni disarmoniche, le articolazioni erano state strattonate così tanto da dislocarsi, come se quelle non fossero state persone, ma bambole che si litigavano l'uno con l'altro.

I loro colli erano completamente ricoperti da morsi profondi, non si erano limitati a fare piccoli fori per bere il sangue dalla giugulare, ma avevano strappato pezzi di pelle per poter bere il sangue mentre zampillava dalla ferita.

Seppe che anche i suoi colleghi avevano quell'immagine in mente perché qualcuno si scusò e andò a vomitare il più lontano possibile, non si poteva contaminare la scena, erano pur sempre poliziotti.

- Sanders non ti azzardare a vomitare o ti rispedisco a monitorare il traffico per il resto dei tuoi giorni.- borbottò Mark, non si mise nemmeno a guardare come stesse il tenente, andò sulla fiducia del suo istinto, d'altronde il ragazzo non aveva così tanti anni di servizio, era nella sua squadra da soli sei mesi e durante quel tempo non avevano visto nulla del genere.

- Chi li ha trovati?- chiese ai colleghi osservando da vicino le salme, chiedendosi se fosse meglio dargli fuoco, non era sicuro che non si sarebbero risvegliati come non morti, i morsi erano molti e non avrebbe voluto rischiare.

- Chiamata anonima.- disse un collega che si guardava attorno, visibilmente a disagio, Mark distolse lo sguardo dai corpi, provando dentro di sé una strana sensazione.

- Com'era la voce?- chiese il detective afferrando la spalla del poliziotto, che lo guardò come se fosse pazzo.

- E che ne so? non ho risposto io.- rispose facendo spallucce, Mark si guardò attorno come se potesse capire con lo sguardo chi avesse risposto a quella chiamata.

- E chi?- lo incalzò di nuovo, lasciandolo andare e prendendo a osservare quanto tutta quell'area fosse un'enorme campo aperto con pochi nascondigli e vie di fuga.

- Penso abbia chiamato direttamente il vice e gli ha pure detto di venire in pompa magna, con S.W.A.T. e tutto.- a quella frase il detective sbiancò, non era normale, le chiamate anonime erano gestite dal centralino e di certo non arrivavano mai alle alte cariche della polizia e di sicuro non ti consigliavano con quale squadra scendere in campo.

Qualcosa non andava, cominciò ad urlare ai colleghi di sgomberare alla svelta il parco, di ritirare tutte le squadre, ma troppo tardi, perché non appena finì di urlare, l'inferno iniziò.

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