6 Strategie dubbie

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Uscito dall'ufficio di Silente, Harry era certo di una cosa, Severus non l'avrebbe più lasciato solo per tutto il tempo in cui non avevano lezione. Era stato un ordine del preside e il giovane era quasi eccitato all'idea d'avere Severus sempre intorno. Sentiva una certa frenesia scorrere nelle vene, come se qualcosa di eccitante stesse per accadere. Doveva davvero chiedere alla fatina se quello che provava era colpa sua o del legame tra anime gemelle, perché non si era mai sentito così accanto a qualcuno, ma ripensandoci non era tanto sicuro che la fatina fosse reale o frutto di un sogno.
L'idea di riprendere il discorso che aveva iniziato in corridoio con Severus prima della riunione, lo rendeva anche un po' nervoso, ma sapeva che l'altro non avrebbe fatto nulla per metterlo nuovamente in difficoltà, magari si sarebbe solo limitato a qualche battuta salace alla serpeverde.

"Sev..." iniziò con l'intenzione di riempire il silenzio che si stava creando intorno a loro, mentre tutti gli altri andavano per le loro strade, eppure l'ultimo a lasciare l'ufficio di Silente li stava raggiungendo, richiamando la loro attenzione.

"Harry! Snape!"

Severus si voltò accigliato. "Black, cosa vuoi?"

"Scusa. So che è tardi." ammise, mentre si fermava davanti a loro.

"Lo è. Harry dovrebbe essere già a letto. Domani ha lezione." Affermò con una certa soddisfazione nel prendersi cura del giovane in modo da provocare l'irritazione di Black.

Black voleva ringhiare, persino azzannare una gamba dell'uomo non necessariamente nella sua forma canina, al pensiero di Harry che veniva mandato a letto da Snape, nel suo appartamento per di più, ma preferì trattenersi, non era il momento per certi atteggiamenti da lupo.

"Ho bisogno di parlarti Snape." chiese, stranamente senza risultare fastidioso.

L'uomo immaginava dove sarebbe andata a parare la conversazione. "Non ho voglia di finire quel discorso che abbiamo iniziato con le bacchette."

"Niente bacchette. Solo due parole e poi ti lascio andare a dormire."

"Parla." Accettò per non tirarla per le lunghe, aveva di meglio a cui dedicarsi subito dopo.

"Harry potresti andare avanti, Remus ti accompagnerà."

Harry era incerto se lasciare i due da soli, ma vide Remus avvicinarsi e gli sembrava calmo e fiducioso che non accadesse nulla di brutto.

"Vado, allora. Buonanotte Sirius."

"Buonanotte Harry." rispose prima di condurre Severus attraverso una porta. Tutto aveva l'aria di un déjà vu e sperava di non doversi pentire d'aver lasciato i due da soli.
"Vieni Harry. Non preoccuparti, Sirius vuole solo parlare con Severus della tua sicurezza."
"Non finirà in uno scontro?"

"Sicuramente sì, ma non si sono uccisi per anni e non inizieranno ora." scherzò, poco convinto della veridicità della battuta.

"Se lo dici tu che li conosci bene, mi posso fidare."

L'uomo lo accompagnò lungo i corridoi, non era un orario adatto perché Harry girasse da solo, soprattutto dopo ciò che avevano discusso con il resto dell'ordine.

"Allora, da oggi vivrai con Severus, nervoso?"

"No! Perché dovrei?" lo guardò quasi di scatto.

"Non fraintendermi. È solo che passare da detestare una persona a provare certe emozioni è difficile da accettare."

"Lo pensavo anch'io all'inizio. Però sento che qualcosa sta cambiando. Non è negativo."

"No, non lo è." ammise.

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